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Il ricordo di una collega siciliana a Heildeberg

Heidelberg

Heidelberg

per salvatore

di Silvana Brigaglia-Bussmann

Con Salvatore Costanza ci siamo rivisti più di 50 anni dopo il nostro primo incontro.. Nel 2019 sono andata a trovarlo a Trapani, a casa sua, legata a lui da ricordi di gioventù, di quando era venuto ad Heidelberg, invitato dal Prof. Mühlmann, ordinario all’Istituto di Sociologia ed etnologia dell’università. C’era anche Leonardo Sciascia, che mi ha lanciato uno sguardo molto incuriosito, come per dire: cosa ci fa questa ragazzina siciliana all’Istituto di Heidelberg?

Era stato Danilo Dolci, che allora frequentavo a Partinico, a parlarmi delle ricerche condotte ad Heidelberg sugli immigrati siciliani. Io che conoscevo già il tedesco, volevo studiare sociologia e avevo poi ricevuto una borsa di studio dall’istituto di sociologia per collaborare alle ricerche e interviste che i miei colleghi studenti conducevano sull’impatto socioculturale per gli immigrati siciliani e le loro possibilità di integrazione nel contesto del lavoro in fabbrica. I siciliani allora erano già numerosi in quella zona, soprattutto a Mannheim.

Ho scritto poi il mio lavoro per il diploma di laurea portando avanti dei colloqui approfonditi con un gruppo di contadini siciliani, adesso divenuti operai, provenienti tutti dalla zona di Troina e Gagliano, che lavoravano in una fonderia di Mannheim e che vivevano in condizioni parecchio disagiate negli alloggi/baracche posti a loro disposizione dalla fonderia. Da questi colloqui emergeva quanto fosse difficile adattarsi al lavoro di fabbrica per loro, di origine contadina, abituati a percorrere lunghi tratti nei latifondi dell’interno della Sicilia a dorso di mulo, con una percezione del tempo ben diversa da quella adesso loro richiesta nel pressante ritmo di lavoro in fonderia. Gli incidenti sul lavoro erano frequenti.

Dopo l’incontro di allora Salvatore Costanza e io non ci siamo più rivisti, ma rimanevamo in qualche modo fra di noi collegati tramite l’Istituto di Heidelberg e le loro ricerche sul campo, che avevano condotto alcuni degli studenti a soggiornare per alcuni periodi in Sicilia.

brigaglia-001Così il nostro incontro di adesso, del 2019, è stato molto caloroso e stimolante in quanto così legato ai nostri studi e ricerche in tempi giovanili. Avevo appena letto il suo libro La Sicilia ad Heidelberg che aveva rappresentato anche l’occasione di una ripresa di contatti fra di noi, colleghi di studio un tempo venticinquenni, oggi ottantenni. Gli ho portato così i loro saluti e un caloroso invito a venire a trovarci tutti ad Heidelberg, come ai vecchi tempi, se anche con qualcosa di cambiato.

In occasione di questa mia visita a Trapani ho potuto anche conoscere i giovani editori della casa editrice della “Società trapanese per la Storia Patria” con sede al piano terreno nello stesso edificio in cui risiedeva Salvatore Costanza e che ha pubblicato interessanti volumi in ambito socioculturale di storia della Sicilia. Salvatore Costanza in quella occasione mi ha fatto dono del suo Astuccio Siculo con dedica: “Ricordando Heidelberg”.

Avevamo iniziato a tessere dei piani comuni, prevedendo già visite reciproche. Poi invece è intervenuta la pandemia a bloccare i nostri possibili incontri, gli scambi di riflessioni sui mutamenti di oggi.

Nei prossimi giorni noi, vecchi compagni di studio, ci incontreremo nuovamente nei pressi di Heidelberg. Incontrerò anche Dieter Paas, che aveva già scritto una bella prefazione al libro: La Sicilia ad Heidelberg e che adesso vive in Messico ma soggiorna al momento anche lui ad Heidelberg. Insieme ricorderemo ancora Salvatore Costanza.

Dialoghi Mediterranei, n. 51, settembre 2021

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 Silvana Briguglia Bussmann, laureata in Legge a Palermo,  ha conseguito il Magister Diplom nel 1967 in Sociologia, etnologia e romanistica a Heidelberg, svolgendo una ricerca su un gruppo di meridionali italiani residenti in Germania. Dal 1960 ha inttrattenuto intensi rapporti di scambio in ambito socioculturale presso il Centro Studi e Iniziative di Danilo Dolci a Partinico in particolare con l’antropologo svedese Eyvind  Hytten, assistente di Danilo Dolci, allora residente a Trappeto.  Nel 1963 ha svolto un’inchiesta fra le famiglie rimaste a Trappeto (mogli, madri e bambini) di emigrati in Germania, a Solingen-Ohligs, occupati principalmente nelle acciaierie. Ha presentato poi i risultati dell’inchiesta presso l’università di Heidelberg, nei seminari diretti dal prof. Mühlmann sull’emigrazione dalla Sicilia in Germania. Ha insegnato tedesco nei corsi ECAP per gli emigrati a Francoforte.
 

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