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Sorprendente Letizia

 

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Foto di Gianni Nastasi

 immagini

di Gianni Nastasi

Pippo, Carmelo ed io siamo seduti di fronte a Letizia Battaglia, lei con l’immancabile sigaretta tra le labbra e i capelli colorati, nel suo piccolo studio al Centro internazionale di fotografia dei Cantieri culturali alla Zisa.

Siamo lì per discutere di mostre, congressi di fotografia e di altro. Improvvisamente Letizia, ma questo fa parte del personaggio, mi chiede “ma voi all’Arvis avete una camera oscura?”

 

Non immaginando il seguito rispondiamo di sì. E lei subito “allora mi potete stampare delle fotografie”. Panico!! Stampare delle fotografie di Letizia? La grande fotografa di fama mondiale!

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Foto di Gianni Nastasi

E lei continua “così evito di mandarle a Roma”. I miei due amici hanno posizioni opposte, per uno “è una bella opportunità”, per l’altro “è una bella rogna”. E tutti e due sanno che dovrò stamparle io.  Io che sono combattuto tra una vaga sensazione di panico e uno smisurato orgoglio che accresce la mia autostima. Cerco di schernirmi “non abbiamo la carta” e lei decisa “si ordina”.

Alla fine il mio orgoglio, vanità ed autostima hanno il sopravvento. Stamperò le fotografie di Letizia Battaglia. Uscendo dallo studiolo gli occhi mi cadono sulla scritta luminosa che lampeggia lì su una parete del Centro “picchì idda” e comincio a capirne il senso.  Letizia intimorisce e affascina. 

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Foto di Gianni Nastasi

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Foto di Gianni Nastasi

Arrivata la carta, sono pronto ad affrontare, non senza emozione, questa situazione nuova per me. È vero che stampo e frequento la camera oscura da 40 anni, ma non ho mai stampato per una fotografa così importante.  Arriva il giorno e l’ora concordata. Aspetto ansioso nella sede dell’associazione che arrivi Letizia. E qui succede il primo fatto sorprendente… L’appuntamento è fissato per le 9.00 del mattino.

Alle 8.55 squilla il telefono. È Letizia. Rispondo un poco preoccupato. “Gianni scusami ma non ce la faccio ad arrivare per le 9. Arriverò alle 9.05”. Ma chi si sarebbe preoccupato di avvertire che avrebbe ritardato 5 minuti! Letizia lo fa!  Subito mi vengono in mente delle considerazioni sulla sua estrema correttezza. Una fotografa del suo calibro che si preoccupa per un piccolo ritardo! Penso che sia il massimo del rispetto per gli altri.

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Foto di Gianni Nastasi

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Foto di Gianni Nastasi

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Foto di Gianni Nastasi

Alle 9.05 spaccate arriva. Vestita con una larga tunica nera che le conferisce un aspetto matronale, entra veloce come una folata di vento.

Mi affida il negativo della foto che vorrebbe stampata. È quello bellissimo di Rosaria Costa – vedova di Vito Schifani, agente della scorta di Falcone – con il volto diviso perfettamente a metà tra ombra e luce. Letizia vorrebbe entrare in camera oscura, ma timidamente mi oppongo, preferisco essere solo a ragionare e decidere come stampare. Lei capisce subito e rispettosamente accetta. La lascio seduta nella poltrona della sala espositiva. Lei, prima di affidarmi altri negativi e andare via, vuole vedere come viene questa prima stampa.  Preparo gli acidi, accendo le luci di sicurezza e comincio questa avventura. 

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Foto di Gianni Nastasi

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Foto di Gianni Nastasi

Dopo i primi provini (piccole stampe di prova per tarare strumenti e stabilire tempi e mascherature per una stampa ottimale) mi succede il secondo fatto sorprendente. Guardando la foto mi emoziono… L’immagine mi suscita una serie di sentimenti profondi, e questo non dovrebbe succedere se si vuole stampare bene.

Quel forte contrasto tra la parte del volto illuminato e la parte al buio, e quegli occhi dolcemente chiusi (si dice che Letizia abbia chiesto alla giovane donna di chiuderli), rimandano alla metafora della vita. Buio e Luce ci fanno costantemente compagnia nella vita di tutti i giorni, alti e bassi, gioie e dolori, amori e rimpianti.

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Letizia Battaglia, Anthologica, mostra a cura del Comune di Palermo, 2016 (ph. Toti Clemente)

E quegli occhi chiusi che sembrano raccontare di non essere pronti ad affrontare tutto questo, come succede a tutti noi. Mi sembra che con uno scatto Letizia abbia veramente fissato l’essenza della vita, il divenire, l’impermanenza.

Riesco a stampare la foto e sempre più emozionato, la mostro a Letizia, che nel frattempo aveva riempito un portacenere di cicche. Attendo con ansia il suo giudizio. Lei guarda la foto attentamente e mi dice… “stampamene 4 copie”. Mi lascia gli altri negativi e va via.Due giorni dopo sono a casa sua con le foto stampate e smaltate. E qui il terzo fatto sorprendente….

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Letizia Battaglia (ph. Nino Giaramidaro)

Cominciamo a parlare. Prima di come fossero andate le stampe, delle difficoltà incontrate, della interpretazione che avevo dato… “questa di solito me la stampano più scura, quest’altra meno contrastata”, e poi pian piano scendiamo sul piano personale e scopro una persona attenta, rispettosa, riservata, delicata, attratta dal mare e difatti mi confida che un suo sogno è abitare in riva al mare e improvvisamente capisco una grande verità, è facile innamorarsi di Letizia Battaglia.

Dialoghi Mediterranei, n. 49, maggio 2021

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Gianni Nastasi, dopo la laurea in fisica nel 1977, seguendo gli ideali del momento, decide di vivere in una comune dove comincia a fotografare per fissare in uno scatto volti, emozioni, sentimenti ed esperienze condivise. Nasce cosi la passione per la fotografia. Nell’82 scopre e si iscrive all’ARVIS, associazione per le arti visive, ed attualmente ne è il presidente. Vanta diverse collaborazioni con enti pubblici e privati, editori e riviste. Ha pubblicato alcuni libri di fotografia tra i quali Sicilia Rurale edito da Kalos, e realizzato diverse mostre. Da tempo è docente in numerosi corsi di fotografia finalizzati sia alla formazione tecnica ed artistica che al recupero di soggetti svantaggiati.

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