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#savebussana, un paese abitato dall’estro

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Bussana Vecchia, Albero della vita (ph. Ornella Massa)

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di Ornella Massa

Sono nata e vivo a Sanremo, città del festival, simbolo di vacanze, del gioco d’azzardo e di mondanità. In questo anno segnato dalla pandemia di Covid che ci ha costretto a forti limitazioni negli spostamenti, a settembre, ho sentito il desiderio di tornare a passeggiare a Bussana Vecchia, come già fatto tante volte nel passato, per risentirne l’atmosfera e vivere nella realtà del vecchio borgo abbandonato così lontana dai clamori cittadini.

Arrivando a Sanremo da Imperia con l’autostrada A10, Bussana Vecchia appare adagiata su un colle poco distante dal mare, isolata, al di sopra di bianchi calanchi; non lontano si riconosce il nuovo carcere nonché la città nuova con il suo regolare impianto urbano.

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Bussan Vecchia, Piano (ph. Ornella Massa)

Bussana Vecchia ha un profilo caratteristico che ricorda un castello medioevale, come mi fece notare la mia nipotina di quattro anni indicandolo con un dito ed esclamando contenta, con il linguaggio sintetico ma espressivo dei bambini: “Veste Coburg!” che è il nome dell’imponente castello che sovrasta la città tedesca di Coburg dove è nata e vive.

Lasciamo dunque la via Aurelia per raggiungere con pochi chilometri della stretta carrozzabile la frazione di Bussana. Superiamo un valloncello verdeggiante, poi un costone ed arriviamo infine alla meta dove parcheggiamo a bordo strada visto che non c’è alcun parcheggio.

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Bussana Vecchia, Chiesa grande (ph. Ornella Massa)

La parte bassa del borgo è da tempo abitata da pochi residenti che cercano di veder riconosciuto il loro impegno nel recuperare le case distrutte dal terremoto e abbandonate dai suoi abitanti. Qui, poiché siamo in vista di elezioni, le regionali, si possono leggere dei manifesti rivolti ai candidati per invitarli ad esprimersi in merito all’intricata vicenda legale-burocratica che contrappone gli abitanti allo Stato.

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Bussana Vecchia, Chiesa piccola (ph. Ornella Massa)

Ricordo che nell’ottobre del 2018, durante una visita al vecchio borgo, avevo già visto dei pubblici inviti rivolti a tutti i residenti per un’assemblea che analizzasse la situazione legale del momento prevedendo anche un incontro con un avvocato, era firmata “Bussana resilient”.  Contemporaneamente comparivano dei manifesti fotografici che riportavano la scritta #savebussana, attuale e significativo invito pubblico. Da ormai molti anni, direi qualche decennio, la situazione di Bussana Vecchia è rimasta come bloccata e senza sbocchi. Cerco di fare chiarezza.

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Bussana Vecchia, Chiesa scoperchiata (ph. Ornella Massa)

La storia di questo paese, la cui economia si era andata consolidando nel corso dei secoli e la cui popolazione di circa mille persone fu numericamente a lungo stabile, cambiò repentinamente il 23 febbraio 1887 per un terremoto che la distrusse completamente.

Da subito il Consiglio Comunale decise di costruire una nuova Bussana in un luogo diverso e di abbandonare totalmente il paese esistente anche se non c’era consenso totale da parte della popolazione. Ci vollero molti anni perché le prime case nuove, costruite più a valle fossero pronte per essere abitate.

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Bussana Vecchia, Manifesto (ph. Ornella Massa)

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Bussana Vecchia, Goccia di cristallo (ph. Ornella Massa)

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Bussana Vecchia, Sedie nel prato (ph. Ornella Massa)

Così scrive Mario Giani, in arte Clizia, primo artista che visse a Bussana Vecchia: «se vi è capitato di trascorrere una notte estiva in un paese deserto, incantato e silente, quando le stelle brillano intensamente nel cielo oscuro, mentre a valle risplendono le luci cittadine e le rapide lucciole rosse e bianche delle automobili scorrono sulla via Aurelia, ascoltando il canto dell’usignolo e lo stridìo dei pipistrelli, forse sarete d’accordo con me che il gioco valeva la candela».

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Bussana Vecchia, Rondini (ph. Ornella Massa)

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Bussana Vecchia, Sfera blu (ph. Ornella Massa)

Fu proprio Clizia a ideare una sorta di statuto che regolasse la convivenza nel paese quando, negli anni ‘60 molti artisti provenienti da tutta Europa decisero di insediarsi stabilmente nel villaggio. Pittori, fotografi, cineasti, poeti, intellettuali stavano collaborando alla rinascita della città morta. Il carattere culturale di Bussana Vecchia, reso noto anche fuori dei confini nazionali, cominciò ad attrarre i turisti. La fama del posto non è del tutto scemata, turisti ancora se ne vedono, ma la situazione odierna è ben lontana dall’effervescenza di quegli anni.

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Bussana Vecchia, Uomo sul tetto (ph. Ornella Massa)

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Bussana Vecchia, Uomo volante (ph. Ornella Massa)

Persistevano però enormi difficoltà pratiche nella vita del borgo, infatti non erano ancora state realizzate le infrastrutture urbane più elementari: acqua, luce, fognatura, gas, telefono. Le manifestazione di interesse degli artisti ai ruderi per ristrutturarli mise in luce tutte le difficoltà legali e burocratiche legate al villaggio.

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Bussana Vecchia, Sguardo (ph. Ornella Massa)

Per meglio capire l’interesse che il vecchio borgo terremotato suscitava riporto le parole scritte in un articolo su La Stampa del 1961 da Paolo Monelli: «Le strade vi sono deserte in ogni ora del giorno e della notte. Le case sono vuote. Non vi è traccia di edifici pubblici, non si ode suono alcuno né ronzio né battere di motore né voce umana. … l’aria è leggera e vuota».

Si inasprirono anche i rapporti con gli abitanti di Bussana Nuova, i bussanesi, e questo portò, nel 1968, ad un’ordinanza di sgombero delle case occupate; ordinanza in verità mai attuata in quanto l’opinione pubblica era favorevole a far rimanere gli artisti nel borgo.

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Bussana Vecchia, Uomo di creta (ph. Ornella Massa)

Negli anni ‘70 del 1900 i vicoli del vecchio villaggio si riempiono di vita grazie alle numerose botteghe artigianali in cui gli artisti vendono le proprie creazioni: era tramontata del tutto l’idea romantica di una comunità che condividesse ogni aspetto della vita.

Risolti in qualche maniera i problemi delle infrastrutture di base, alla fine degli anni ‘70 vede la luce un documento importante per Bussana, un Concorso Internazionale di Idee che avrebbe permesso di redigere un progetto globale di recupero del vecchio abitato. Ma una crisi politica nella città dei fiori mise a tacere tutto.

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Bussana Vecchia, Vicolo (ph. Ornella Massa)

Negli anni seguenti la popolazione residente continua comunque ad aumentare ma i problemi pratici restano numerosi perché, sulla carta, il paese ufficialmente non esiste. Recentemente, rarefatto il numero di botteghe artistiche, il borgo resiste organizzandosi in laboratori per tutti e trasformando l’intero paese in una grande galleria all’aperto.

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Bussana Vecchia, Bottega (ph. Ornella Massa)

Camminando tra i muri sgretolati delle vecchie case, nei viottoli in parte erbosi ci si emoziona ancora. Così ha scritto Massimo Locarno, artista del legno, a proposito del momento in cui si stabilì a Bussana: «entrai subito in quel mondo fantastico, di una realtà incredibile, sospesa nel tempo e nello spazio, di silenzio, di odore di pietre umide  … ».

Numerose installazioni create con materiali poveri abbelliscono attualmente le piccole piazze e gli angoli più nascosti; inaspettati compaiono in alto sui tetti e contro il cielo fantasiosi personaggi prodotti dall’estro degli artisti che qui ancora vivono e che non si arrendono al declino del luogo.

Dialoghi Mediterranei, n. 47, gennaio 2021

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Ornella Massa, vive a Sanremo e, dopo aver conseguito la laurea in fisica, ha insegnato presso alcune scuole secondarie superiori della provincia di Imperia. Ora è in pensione e ha potuto dedicarsi con maggiore disponibilità di tempo alle sue passioni preferite: la fotografia e i viaggi. Da qui il desiderio di tornare a visitare e a riflettere sui luoghi frequentati fin dalla giovinezza.

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