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Il sorriso ha l’oro in bocca

il mondo delle mascherine. Immagini

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© Giuseppe Sinatra

di Giuseppe Sinatra

«Se sei muto ridi con gli occhi, se sei cieco ridi con la bocca. Se sei muto e cieco c’è ben poco da ridere» Roberto Freak Antoni

 Ogni giorno, un buongiorno, un saluto – gesto tipico degli angeli, solevano dire i nonni – per una buona convivenza con il prossimo, segno di giovialità e, perché no, di educazione. Il cuore è legato all’anima, l’anima è legata al viso, la cordialità è tutta una questione di abbraccio con il mondo. Cordialità vuol dire essere “legato con il mondo”. Ma oggi chi se ne accorge più, a chi importa più?

Ogni giorno porgo almeno un saluto, magari con un cenno degli occhi e un sorriso, ma quei numerosi muscoli facciali che alleno da quando sono nato, che assecondano il mio stato d’animo, legame corporeo con il mondo, non è più possibile metterli in mostra.

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© Giuseppe Sinatra

Saluto, qualche volta alzando un po’ la voce. Diventiamo ipoacusici quando non percepiamo la bocca dalla quale escono le voci perché ci siamo coperti il viso, ci siamo vestiti e travestiti, imbacuccati e protetti dai volatili corpi virulenti, maledetti da tutti, ma anche dagli occhi del nostro vicino, povero diavolo che non sa più se ingannare – come un buon diavolo deve fare – o farsi solo gli affaracci propri.

Allora mi presento solamente con gli occhi, con lo sguardo; come fotografo mi espongo, pauroso, ovattato da una dispositivo di protezione personale e facciale e cerco di affrontare la situazione con immagini e parole affinché mi possa mettere a nudo. Mi espongo protetto dunque e mi metto a nudo attraverso la fotografia: cerco una serie di immagini che si susseguono con la presenza del viso e del corpo.

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© Giuseppe Sinatra

Cerco l’istantaneità della pelle dell’essere umano che ci sta mancando: forse uno spettacolo per una qualsivoglia osservazione, scientifica o artistica. Ma mi espongo ancora, come persona, o ancor meglio come maschera (non quella che indosso). Ecco l’ordine del giorno, di questi giorni: indossa la maschera, proteggi te e chi ti sta intorno.

Lungi dal fare un’apologia dell’uso della maschera protettiva o al contrario, dal negarne l’utilità – mi espongo sì, ma non a giudizi così seri – mi dedico invece all’osservazione. Non siamo più esposti alla nudità, quella legata alla sacralità dell’eros che si offre in sé e per sé, e porta un interesse di conoscenza e piacere.

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© Giuseppe Sinatra

Forse non vogliamo più nessuna verità d’espressione, ma solo agogniamo a vivere in mondi sospesi e indefinibili, messi in gioco ogni volta che ci si spoglia. Ci si spoglia davvero sempre più di rado.

Quindi, privo di ogni abito e sovrastruttura (e di maschere) non manipolo la realtà né rivelo nuovi mondi inventati. Questo è un mio mondo, un foglietto d’istruzioni per l’uso del corpo, del viso, che si distruggerà solo dopo averlo letto. Usa e getta, come una mascherina chirurgica.

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© Giuseppe Sinatra

Nell’atmosfera rarefatta e alchemica, ma operosa e professionale di un atelier, è avvenuto l’incontro/scontro tra corpo e fotografia. Un corpo non più nudo timoroso e superstizioso nei confronti della nuova magia fisico/chimica del dispositivo di protezione personale che omette/nega la persona.

Per evitare dunque che questi dispositivi diventino – come dice l’acuto giornalista Michele Smargiassi – chador della sharia sanitaria che hanno abolito le fisionomie, i sorrisi, le smorfie e i saluti, approfitto per sviluppare l’uso del tono della voce, della prossemica e dell’immagine che deve essere educata e messa a nudo anche solo con la fantasia e per la fantasia.

Dialoghi Mediterranei, n. 45, settembre 2020

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Giuseppe Sinatra, giovane fotografo di Palermo, laureato in Storia dell’Arte e specializzato in Storia della fotografia, è abilitato ad insegnare Tecnica fotografica nelle scuole superiori. Ha conseguito un Master in “Storia e Gestione della Fotografia” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano. Fotografo free lance, iconografo, tiene corsi, ha alle spalle esperienze presso agenzie di grafica e studi di architettura, cura l’editing di pubblicazioni, organizza eventi e rassegne fotografiche. Il punto di partenza per lui è stato e continua ad essere PALERMOFOTO, un’associazione che promuove cultura d’immagine e che si occupa principalmente di didattica e di produzione fotografica.

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