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Cronache di agosto in Vaticano

sirspa_20200810110827668-755x491di Marcello Vigli

Una sentenza, che ripristinasse l’equilibrio raggiunto con la legge 194 sull’aborto, era attesa da molti. Della sua approvazione dà notizia, con evidente soddisfazione, il ministro Speranza. Tale ripristino, duramente contestato dagli antiabortisti, rappresenta una vittoria per la legalità repubblicana e non, come sostiene Marina Casini Bandini, presidente del Movimento per la vita italiano, per «la logica individualista, che trionfa nel falso mito abortista dell’autodeterminazione della donna, si estende a tutte le relazioni umane fino a recidere le più elementari forme di solidarietà – di cui l’accoglienza del figlio nel grembo della mamma è primordiale modello – e finisce per ritorcersi contro la donna stessa vittima anche lei quanto suo figlio».

È stato, però, rilegittimato, in sede di approvazione del Decreto Rilancio alla Camera, il finanziamento delle scuole paritarie private, in forza di un emendamento presentato dalla Lega al decreto che aumenta a 300 milioni euro lo stanziamento a loro favore a seguito dell’emergenza COVID-19. Tale stanziamento risulta addirittura superiore, se rapportato al numero degli alunni, a quanto destinato alla scuola statale: 340 euro pro-capite contro 300 euro.  È prevalso, l’orientamento espresso dall’on. Stefano Fassina, deputato di LeU e segretario della Commissione Bilancio della Camera, nel suo intervento al webinar organizzato da una vasta rappresentanza di associazioni delle scuole paritarie: «Il contributo alle scuole paritarie, in particolare a quelle 0-6 anni, va incrementato e si deve anche intervenire a sostegno, oltre che degli insegnanti, delle famiglie, a cominciare da quelle in condizioni economiche più difficili. In un confronto tra tutti i gruppi di maggioranza e opposizione, dobbiamo assumere come una delle nostre priorità tale obiettivo e approvare gli emendamenti necessari». Questo stanziamento rappresenta un’ulteriore infrazione al dettato della Costituzione e costituisce un altro passo in avanti verso la costruzione di un sistema misto pubblico-privato dell’istruzione, già purtroppo realizzato nel segmento 0-6 anni. Appare evidente che le forze parlamentari (con l’eccezione del M5S) non si siano rese conto dell’esito disastroso e nefasto dei processi di privatizzazione dell’apparato pubblico.

CASSAZIONE: NO ESENZIONE, LE SCUOLE RELIGIOSE PAGHINO L'ICINé è questa è la sola forma del finanziamento alla Chiesa cattolica, imposto come è ben noto dal Concordato, che grava sul bilancio dello Stato italiano. Già affidato al congruo contributo, derivante dall’otto per mille del bilancio dello Stato sulla base delle scelte dei contribuenti, è arricchito dalla spartizione fra lo Stato le diverse confessioni religiose della quota corrispondente alle scelte non espresse. In tal modo, non solo si arricchiscono le quote dei diversi destinatari delle scelte espresse dai contribuenti, ma si violenta la volontà di quelli che, con la loro non scelta, avevano inteso manifestare il loro dissenso dall’obbligo imposto dal regime concordatario alla Repubblica di finanziare la Chiesa cattolica sostituendosi ai suoi fedeli. È, infatti, la Conferenza episcopale italiana che gestisce i suddetti finanziamenti: la sua Presidenza ha deciso oggi lo stanziamento di 1 milione di euro di tali fondi, in soccorso delle popolazioni del Libano colpite dalla terribile esplosione

Anche per questi interventi assistenziali molti, in verità, non considerano scandaloso tale finanziamento perché ne fruiscono tutte le organizzazioni religiose, financo i buddisti. Nel 2013 erano nove le confessioni religiose che potevano ricevere l’otto per mille, nel 2016 sono divenute dodici. Ulteriori intese con altre confessioni sono state sottoscritte e restano in attesa di ratifica parlamentare. Non ne fruiscono invece le comunità islamiche per l’assenza, anche, di una struttura unitaria che ne possa essere destinataria.

Né la gerarchia cattolica si limita a gestire i suoi fondi, interviene, invece, anche sull’uso  del pubblico denaro esprimendo grande preoccupazione, lo ha detto il Papa nell’udienza del 19 agosto, per l’esclusione dei poveri dalla somministrazione del vaccino per il Covid 19 per darne la priorità ai più ricchi: «E che scandalo sarebbe se tutta l’assistenza economica che stiamo osservando – la maggior parte con denaro pubblico – si concentrasse a riscattare industrie che non contribuiscono all’inclusione degli esclusi, alla promozione degli ultimi, al bene comune o alla cura del creato».

Resta, altrettanto, scandaloso il rigetto dell’intero Concilio Vaticano II, propugnato ancora una volta, a fine giugno, dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che ha rilanciato prepotentemente la stucchevole disputa sulla ortodossia di quel Concilio, proprio mentre un altro evento della Chiesa d’oltralpe, meritevole di ben altra attenzione è passato, invece, sotto silenzio. È il Sinodo della Chiesa tedesca, le cui conclusioni trovano difficoltà ad essere accolte in Vaticano.

Parimenti significativi, per intendere la reale complessità della Chiesa, sono i 120 giovani volontari e operatori di Caritas Libano che, sin dal primo momento dell’esplosione nel porto di Beirut, martedì 4 agosto, si sono attivati, come ha riferito al Sir la Caritas Libano, per «portare soccorso ai feriti, sgombrare abitazioni, negozi e strade dalle macerie, distribuire acqua e cibo agli sfollati, fornire sostegno psicologico soprattutto ai bambini, terrorizzati da quanto accaduto. Tre team medici mobili di Caritas Libano sono stati attivati per sostenere i medici negli ospedali, ormai al collasso».

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Incendio di Nantes

Sono, però, anche significativi gli interventi volti alla distruzione dei templi come è accaduto a Nantes dove è stato appiccato fuoco alla cattedrale. Un volontario ruandese della diocesi, di 39 anni, ha confessato di aver provocato le fiamme accendendo i tre inneschi all’interno della chiesa, perché in difficoltà con il rinnovo del permesso di soggiorno. Da volontario della diocesi aveva avuto l’incarico di chiudere la cattedrale la sera, ma sembra che negli ultimi mesi fosse molto contrariato per le difficoltà nell’ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno in Francia. Fermato e poi rilasciato, in preda ai rimorsi ha ammesso davanti al giudice istruttore di essere colpevole. Il suo avvocato ha poi detto che il suo cliente era «pieno di rimorsi» e che la confessione è stata «una liberazione».

Né può passare, infine, sotto silenzio la crociata che negli Stati Uniti sta conducendo il cardinale Raymond Burke contro il candidato democratico per la Casa Bianca Joe Biden, che si è espresso più volte a favore dell’aborto. Il cardinale, uno degli esponenti più conservatori della Chiesa, che nei mesi scorsi si era schierato contro l’uso della mascherina, ha detto che a tutti i “cosiddetti politici cattolici”, incluso il candidato presidenziale democratico, va negato il sacramento per essersi espressi a favore dell’aborto e del riconoscimento del matrimonio omosessuale. «Non possono presentarsi per ricevere la santa comunione perché non sono in comunione con Cristo».

Dialoghi Mediterranei, n. 45, settembre 2020

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Marcello Vigli, partigiano nella guerra di Resistenza, già dirigente dell’Azione Cattolica, fondatore e animatore delle Comunità cristiane di base, è autore di diversi saggi sulla laicità delle istituzioni e i rapporti tra Stato e Chiesa nonché sulla scuola pubblica e l’insegnamento della religione. La sua ultima opera s’intitola: Coltivare speranza. Una Chiesa altra per un altro mondo possibile (2009).

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