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Il prezioso aiuto di Mr. George Gery Milner-Gibson Cullum

Frontespizio, 1898

Frontespizio, 1898

di Laura Leto

Quando ho intrapreso la mia ricerca sull’attuale Cimitero degli Inglesi all’Acquasanta – originario Lazzaretto di Palermo – la mancanza di fonti legate soprattutto agli individui ivi inumati mi ha scoraggiata non poco. Si aggiungeva lo stato di desolazione del sito che dell’originaria selva di monumenti, così fitta da non poterci camminare in mezzo [1], ha conservato molto poco. Le risposte pian piano sono emerse, ma un prezioso aiuto è arrivato dallo storico Joseph Jackson Howard (1827-1902) e dalla sua Miscellanea genealogica et heraldica [2]. L’opera è una collana che si poneva il fine di raccogliere tutta una serie di testimonianze di studiosi di genealogia e appassionati, i quali stilavano alberi genealogici corredati da autografi ed emblemi araldici delle famiglie britanniche, trascrivevano alcuni registri parrocchiali, note riportate su bibbie familiari e – nei casi più fortunati – epigrafi dei cimiteri, con l’intento di censire le famiglie britanniche e salvare nomi e casate dall’inevitabile oblio. Le pubblicazioni delle serie, prima mensili e poi trimestrali, si autofinanziavano grazie ad una fitta rete di abbonati e sostenitori. Tutto ciò veniva ribadito nella prefazione di alcuni volumi curati da Howard:

«L’aiuto prestato da tanti gentili amici ha permesso all’Editore di portare a compimento un altro Volume di questa Miscellanea. Egli è nuovamente in grado di annunciare una maggiore diffusione dell’opera, incoraggiandola a perseverare nel faticoso, anzi, congeniale compito di predisporre e divulgare i contributi dei suoi numerosi Corrispondenti» (Howard 1906: III).

Mi piace pensare che in qualche maniera io stia contribuendo, a distanza di più di un secolo, al nobile intento, accostandomi a quella concezione di ‘ricerca storica’ portata avanti dai fondatori della scuola degli Annales, per i quali «la storia si fa con i documenti scritti, certamente. Quando esistono. Ma […] se non ce ne sono, con tutto ciò che l’ingegnosità dello storico gli consente di utilizzare per produrre il suo miele se gli mancano i fiori consueti» (Febvre 1949: 428).

Motto dell'Harleyan Society

Motto dell’Harleyan Society

Howard ha curato le pubblicazioni dal 1866 al 1906 e su ogni volume vengono esplicitati i numerosi titoli che egli ricopriva. La sua formazione fu di tipo giuridico, nel 1847 entrò al Lincoln’s Inn, uno dei più prestigiosi istituti giuridici del mondo. In seguito diventò un Maltravers Herald Extraordinary, ufficiale d’armi d’Inghilterra. Nel 1854 venne eletto Fellow della Society of Antiquaries (F.S.A) con sede a Londra, la quale sin dal XVI secolo ebbe lo scopo di promuovere e incoraggiare lo studio delle antichità e della storia d’Inghilterra. I membri della Società si riunivano per esaminare oggetti, stilare rapporti sul degrado di edifici o siti di valore, discutere di araldica e di genealogia. Dai loro dibattiti scaturivano importanti pubblicazioni. Oltre alla Miscellanea, Howard fu uno dei fondatori della Harleian Society, casa editrice britannica che si dedicava soprattutto all’araldica dell’Inghilterra e del Galles. Inoltre ricoprì il ruolo di co-fondatore ed editore di The Visitation of England and Wales del 1893 e The Visitation of Ireland del 1897. Fu anche uno dei primi collezionisti di ex libris (Venn 1947: 461).

Eppure lo studioso col quale sono più in debito è George Gery Milner-Gibson Cullum, figlio del politico liberale Thomas Milner-Gibson e di Susannah Arethusa Cullum [3]. Egli nacque nel 1857 nella contea dell’Oxfordshire, a sud-est dell’Inghilterra. Nonostante sia conosciuto per la sua carriera di antiquario e collezionista, nel 1888 ricoprì la carica di sceriffo del Suffolk e dal 1913 al 1914 divenne sindaco di Bury St Edmunds, nella medesima contea inglese. Negli anni ha accumulato una grande biblioteca e una vasta collezione di autografi di membri della nobiltà europea, unitamente a papi e presidenti degli Stati Uniti d’America, coprendo un arco di tempo che andava dal XV secolo sino al XX. Nel 1909 donò diverse stampe al British Museum. Era un membro della Walpole Society, promotrice dello studio della storia dell’arte britannica attraverso la pubblicazione di prestigiosi studi, ai quali di certo contribuì il Nostro, come nel caso dell’identificazione e riorganizzazione di ritratti reali stranieri, analizzati nel 1890 [4].

George Gery Milner-Gibson Cullum, portrait of the photographer John Palmer Clarke - albumen cabinet card, 1892 – Da: www.npg.org.uk

George Gery Milner-Gibson Cullum, portrait of the photographer John Palmer Clarke – albumen cabinet card, 1892 (da: www.npg.org.uk)

Milner-Gibson Cullum morì nel 1921 scapolo e senza eredi, evidentemente dedicò l’intera esistenza ai suoi studi. In quell’anno si leggeva sul “Times”: «MILNER-GIBSON-CULLUM – On the 21st Nov., at Hardwick House, Bury St. Edmunds, George Gery Milner-Gibson-Cullum, F.S.A., only surviving son of the late Right Honourable Thomas Milner-Gibson, aged 64. Funeral strictly private» [5]. I suoi beni vennero distribuiti nei vari musei del Regno e la sua biblioteca, inizialmente custodita presso la propria residenza di Hardwick Hall, oggi costituisce il fondo omonimo della Biblioteca comunale di Bury St Edmunds, originariamente in Raingate Street. Quest’ultimo consta di quattromila volumi su viaggi, topografia, scienze sociali e politiche, storia naturale, filosofia e genealogia [6].

Come Howard, anche Milner-Gibson Cullum era membro della Society of Antiquaries (F.S.A) e i due collaborarono in diverse occasioni [7], ma una in particolare ha destato il mio interesse. Si tratta del contributo dell’aprile del 1893: English and American inscriptions in the Old Protestant Cemetery, near Palermo, pubblicato sul quinto volume di Miscellanea. Come rivela il titolo, il Collezionista ha trascritto interamente le epigrafi degli inumati di nazionalità inglese e americana presso il Cimitero acattolico all’Acquasanta. Per me è stata una vera e propria rivelazione! Grazie a questo felicissimo contributo ho potuto confrontare le trascrizioni da me faticosamente rilevate – alcune ormai illeggibili, dato lo stato dell’arte dei monumenti – ma soprattutto ho avuto modo di catalogare molti individui dei quali non rimane più testimonianza.

Emblema di Gery Milner Gibson Cullum - da Miscellanea genealogica et heraldica 1886, tavola tra p. 192 e 193

Emblema di Gery Milner Gibson Cullum – da Miscellanea genealogica et heraldica 1886, tavola tra p. 192 e 193

Escludendo i monumenti identificati, ho potuto stilare un elenco di circa trenta soggetti dei quali, sino a questo momento non se ne conosceva l’esistenza. Se ne riportano di seguito i nomi, accompagnati da ulteriori indicazioni sulla loro dipartita e talvolta sulla loro professione. Si sono volutamente esclusi i personaggi già noti a chi ha visitato o abbia mai letto del Cimitero:

  •  Jane Wallace, deceduta il 2 giugno del 1849 all’età di 2 anni e sei mesi.
  • Joseph Clarkson, deceduto a Palermo il 12 gennaio del 1850 all’età di 34 anni.
  • Louisa Sofio, deceduta il 25 dicembre del 1847 all’età di 31 anni.
  • Richard Codman di New York, deceduto il 22 febbraio del 1843 all’età di 44 anni.
  • William Brown di Boston, secondo ufficiale della Bar[8] Griffon, deceduto il primo aprile del 1843 all’età di 36 anni.
  • John Andrew, capitano dello Schooner Venilia di Penzance, deceduto a Palermo a causa di un “colpo apoplettico” il 18 luglio del 1843, all’età di 50 anni.
  • Nelson Wamsley di Providence, capitale dello stato del Rhode Island, USA, deceduto l’11 marzo del 1843 all’età di 27 anni.
  • Mrs Rosamond A. Moriarty, moglie di Thomas Seaver di New York, deceduta a Palermo l’11 luglio del 1837 all’età di 20 anni.
  • Thomas Moore di New York, deceduto l’8 dicembre del 1840, all’età di 26 anni.
  • John Craves di Folkstone, Kent, ultimo capitano dello Yacht Julia, deceduto il 13 dicembre del 1839 all’età di 25 anni.
  • Margaret Johnstone Sofio, deceduta a causa del colera il 21 agosto del 1854, all’età di 31 anni.
  • Hannah Elizabeth Betson, deceduta il 13 dicembre del 1863 a un anno e dieci mesi.
  • Sophia, moglie di Mark Seager [9], deceduta il 6 febbraio del 1851, all’età di 46 anni, seppellita assieme alle figlie Sophia Graindorge, deceduta il primo ottobre del 1855 all’età di 21 anni ed Eliza, deceduta il 16 agosto del 1854 all’età di 10 anni.
  • Anne, moglie del console britannico John Gates, deceduta a Palermo il 15 febbraio del 1853, all’età di 44 anni.
  • Newby Cadely Georgi di Ulverston, in Inghilterra, nato nel 1822 e deceduto a Palermo l’8 giugno del 1853, all’età di 31 anni.
  • Julia Hopkins, deceduta il 27 febbraio del 1853 all’età di 24 anni.
  • Samuele Hamnett da Manchester, deceduto per colera a Palermo il 5 settembre del 1854, all’età di 54 anni.
  • Margaret Jeff di Hull, Inghilterra, deceduta a Palermo l’11 aprile del 1857 all’età di 43 anni.
  • Mr Philip Butler, capitano del Brigantino Nettuno di Leith, deceduto il 22 settembre del 1812 all’età di 29 anni.
  • Alexander W. Thompson da Napoli, deceduto a Palermo il 31 luglio del 1851, all’età di 54 anni.
  • James Patterson di Edimburgo, deceduto il primo marzo del 1820, all’età di 21 anni.
  • Sumner H. Boynton di Bangor, Maine, deceduto il 23 novembre 1860, all’età di 26 anni.
  • David Murdoch di Perth-Andover, Canada, deceduto il primo dicembre del 1860, all’età di 78 anni.
  • Joseph Bentley, commerciante, deceduto a Palermo il 29 maggio del 1833, all’età di 43 anni.
  • Ann Domone di Christ Church, Inghilterra, deceduta il 6 dicembre del 1846.
Ritratto eseguito da Charles Stuart Forbes (1860–1926) - "George Gery Milner-Gibson Cullum (1857–1921), High Sheriff of Suffolk (1888), Mayor of Bury St Edmunds (1913–1914)" - da: artuk.org

Ritratto eseguito da Charles Stuart Forbes (1860–1926) – “George Gery Milner-Gibson Cullum (1857–1921), High Sheriff of Suffolk (1888), Mayor of Bury St Edmunds (1913–1914)” (da: artuk.org)

In base all’ordine di trascrizione delle epigrafi e alla conoscenza puntuale dei monumenti presenti sul sito [10] ho avuto modo di ipotizzare l’originaria collocazione degli stessi che mi propongo di divulgare al termine dei miei studi. Ciò vale anche per le singole schede dedicate ad ogni individuo che attendono l’attuazione del mio ‘Progetto di tutela e recupero’, concordato con i tecnici del Comune di Palermo, per essere completate.

Come è avvenuto nel caso dell’architetto Henry Dunnage Esquire e del commerciante James Holloway – entrambi citati sul documento – il ritrovamento dei frammenti in situ mi ha permesso di identificare i monumenti o le lapidi di quest’ultimi (vd. Dialoghi Mediterranei n. 47 e 50) e grazie al prezioso aiuto di George Gery Milner-Gibson-Cullum sono certa di poter operare allo stesso modo per altri soggetti, restituendo pari dignità alla loro sepoltura. Dopotutto, come afferma Bloch: «La disposizione e l’arredamento delle tombe possono dire [allo storico] sulle credenze e le sensibilità morte almeno quanto molti scritti» [11].

Non bisogna dimenticare che il Cimitero, seppur definito “degli Inglesi”, ospita monumenti funebri di individui di diversa nazionalità e anche se non era obiettivo degli studiosi esaminati in questa sede ricostruirne l’identità, spero di poter continuare questa “missione” anche per loro [12]

Dialoghi Mediterranei, n. 52, novembre 2021
Note
[1] Così mi hanno raccontato i fanciulli, ormai cresciuti, della borgata che andavano al cimitero a giocare o lo attraversavano per raggiungere la spiaggia dell’Acquasanta.
[2] Miscellanea genealogica et heraldica, edited by Joseph Jackson Howard LL.D, F.S.A., Vol. 5, Second Series, Mitchell and Hughes, London 1894.
[3] Tutti i membri della famiglia sono seppelliti presso la Hawstead Church di Bury St Edmunds. Su Miscellanea genealogica et heraldica (1886) vengono riportate in quest’ordine le epigrafi della madre, della sorella e del padre del Nostro, deceduti rispettivamente nel 1830, 1880 e 1855.
[4] https://www.britishmuseum.org/collection/term/BIOG193808. Compare sulla lista dei membri della Walpole Society del 1916-1917, Cfr. jstor.org/stable/41829998. La raccolta Collection of autographs 15th-20th century and genealogical tables venne pubblicata dall’Università di Cambridge. Tra gli autografi vi sono quello della principessa francese Margherita d’ Angoulême, della regina Elisabetta I e di Luigi XIV, si aggiungono quello di Papa Gregorio XIII, di Napoleone Bonaparte, del pittore John Constable, del presidente Abraham Lincoln, di Oscar Wilde etc.
https://trinitycollegelibrarycambridge.wordpress.com/2014/10/20/autograph-collector-george-gery-milner-gibson-cullum/; https://discovery.nationalarchives.gov.uk/details/c/F48432
[5] Alla sezione ‘Deaths’, in “The Times”, Tuesday, Nov 22, 1921, Cfr. https://www.newspapers.com/
[6] https://www.suffolkarchives.co.uk/collections/cullum-library-collection/
[7] Milner-Gibson-Cullum si occupò anche della trascrizione delle epigrafi del cimitero di San Nicolò del Lido, situato presso l’isola omonima, che originariamente ospitava una comunità di monaci benedettini del monastero di San Nicolò. Tra le trascrizioni si segnala quella alla memoria del console britannico a Venezia Joseph Smith, accompagnata dallo splendido emblema araldico. Inscriptions to English Families in the old protestant Cemetery near San Niccolo Del Lido, Venice, in Miscellanea genealogica et heraldica by Howard, Joseph Jackson, 1827-1902, Vol. 1, Mitchell Hughes and Clarke, London 1886: 347-348.
[8] La bark/barque era un veliero di classe superiore, con due alberi a vele quadre e un terzo albero con randa e contro-randa, in Dizionario nautico, Cfr. https://www.arche-tn.it
[9] Il monumento di Mark Seager (1807 – †1867) si trova presso la sezione acattolica del Cimitero di Santa Maria dei Rotoli a Vergine Maria.
[10] In seguito ai diversi sopralluoghi in situ, esaminando accuratamente il terreno e attenzionando ogni singolo frammento, ho prodotto, mediante consulenza dell’architetto La Sita, un rilievo inedito che tiene conto di novantacinque sepolture.
[11] L’affermazione di Marc Bloch è da inserire nel discorso più ampio del “mestiere dello storico” che deve mettere in crisi la classica concezione di ‘documento’ – prevalentemente scritto – come unica fonte della sua ricerca, andando oltre e sforzandosi di dar voce anche a ciò che i più considererebbero muto o inutile. Cfr. M. Bloch, Apologie pour l’histoire ou Métier d’historien, Librairie Armand Colin, Paris 1949.
[12] Sul sito sono presenti diverse tipologie di monumenti funebri che spesso presentano le medesime caratteristiche a seconda della provenienza dell’individuo. Ad esempio, coloro che sono di nazionalità tedesca hanno un monumento costituito da cippo con colonna. Ciò mi ha aiutata notevolmente nell’identificazione delle sepolture.

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Laura Leto, antropologo e storico, è attualmente impegnata nel Dottorato di Ricerca con l’Universidad del Paìs Vasco UPV/EHU che ha come oggetto di studio il Cimitero acattolico dell’Acquasanta di Palermo. Ricopre il ruolo di responsabile della biblioteca dell’Officina di Studi Medievali di Palermo e partecipa al Catalogo collettivo delle biblioteche ecclesiastiche italiane in qualità di bibliotecaria e catalogatrice. Ha cooperato, in qualità di operatore didattico, con diverse Associazioni culturali palermitane, in seguito all’acquisizione del titolo di Esperto in Didattica museale.

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