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Intorno al Monumento ai Caduti di Troina e allo scultore Condorelli

Troina Monumento ai Caduti, part. (ph. Paolo Giansiracusa)

Troina Monumento ai Caduti, part. (ph. Paolo Giansiracusa)

di Paolo Giansiracusa

L’intenzione di realizzare un monumento destinato ad onorare e ricordare i giovani troinesi caduti durante il Primo conflitto mondiale (1915-18) prese corpo il 10 aprile del 1919 allorquando l’Amministrazione Comunale di Troina con apposita deliberazione [1] decise di rivolgersi a due noti scultori del tempo, il professor Grasso di Catania e il professor Condorelli di Acireale (con studio a Catania, in Via Etnea 221), per commissionare delle proposte progettuali.

Il Comune con l’opera intendeva ricordare i suoi figli caduti in guerra. Degli oltre 600 giovani troinesi partiti al fronte, in un primo momento si rilevò che 83 avevano perduto la vita. I loro nomi furono fatti incidere nella stele del monumento e a questi, man mano che le conseguenze belliche andavano delineandosi e chiarendosi in tutto il loro dramma, se ne aggiunsero altri 120. I nomi di questi ultimi sono stati incisi nella lapide marmorea integrativa collocata alle spalle del monumento nel corso del restauro diretto dal professor Rocco Froiio con la collaborazione del professor Lorenzo Basile.

Durante la seduta del 7 Dicembre 1919 [2], esaminati i vari progetti di Grasso e Condorelli (quest’ultimo aveva presentato più ipotesi), fu scelta la proposta architettonica e scultorea di Luciano Condorelli e in particolare quella caratterizzata dalla presenza della Vittoria in bronzo alla sommità di una stele. Nella stessa occasione fu anche stabilito all’unanimità di collocare il monumento nella Piazza Conte Ruggero che allora era in corso di sistemazione. Collocarsi detto monumento nella Piazza Conte Ruggiero la cui sistemazione è in corso, questo trascrive il Segretario Comunale del tempo in calce alla deliberazione.

La commissione dell’opera a Luciano Condorelli fu effettuata il 10 aprile del 1920 per mezzo di un accordo tra le parti. Luciano Condorelli come esecutore e la Giunta Municipale come committente. La Giunta era composta dal Sindaco Arturo Pintaura e da Silvestro Foti, Andrea Di Giunta, Silvestro Tomaselli, Salvatore Turco, Francesco Nasca e Luigi Abbate [3]. Nell’accordo si stabiliscono: l’altezza del Monumento (mt.5,50), la presenza della statua della Vittoria in bronzo, la somma di Lire 22.000 complessive quale compenso allo scultore, incluse le spese di imballaggio e trasporto (5.000 in acconto, 8.000 alla fine di giugno del 1920, 5.000 ad elevazione ultimata, 4.000 a saldo nel mese di gennaio del 1921): «…restano a carico del Municipio la spesa per la fondazione, nonché quella per le corde ed il legname occorrente per lo steccato e della muratura rientrante nell’altezza di tutto lo zoccolo in pietra lavica e marmo» [4].

Troina Monumento ai Caduti (ph. Paolo Giansiracusa)

Troina Monumento ai Caduti (ph. Paolo Giansiracusa)

Nella stessa occasione fu altresì stabilito lo scadenzario dei versamenti che il Comune avrebbe dovuto effettuare, fino al saldo del dovuto. Purtroppo gli accordi stipulati non procedettero in maniera lineare a causa di alcune disfunzioni legate alla somma da versare allo scultore. Il Comune per reperire le somme aveva messo in campo diverse iniziative, come ad esempio una lotteria organizzata con oggetti di vario genere donati dai cittadini (bracciali, orologi, termometri, camicie, fazzoletti), come si evince dall’Elenco degli oggetti della Lotteria [5]. L’Amministrazione aveva altresì coinvolto tutte le comunità religiose, le confraternite e le famiglie più facoltose. Alle difficoltà per il reperimento di fondi si aggiunse un contenzioso con l’ex assessore Silvestro Tomaselli, chiamato a svolgere le funzioni di contabile delle somme raccolte.

Il Sindaco fu addirittura costretto a rivolgersi al Prefetto di Catania (Troina apparteneva allora alla Provincia di Catania; la Provincia di Enna nascerà solo nel 1927), raccontando i fatti accaduti: «Spiego che il Tomaselli Silvestro è stato dichiarato contabile di questo Comune per il fatto ha maneggiato L. 5.000 comunali e per l’altro che ha riscosso dei sopraprezzi sui generi annonari. Nel rapporto di essi sopraprezzi posso assicurare che nei conti presentati al Consiglio e da questi approvati si addebitarono delle somme inferiori al vero e in riguardo al tempo in cui esse riscossioni si verificarono e in riguardo al loro ammontare; risultando maggiore il consumo dei generi in parola. Aggiungo che il Comune ammesso debbano essere accettati i conti del Tomaselli stesso, cosa illegalissima, dovrebbe sborsare altre L.5.000 circa» [6]. Precedentemente il Sindaco aveva invitato, senza esito positivo, il Tomaselli a «depositare immediatamente le somme raccolte per il monumento ai caduti in guerra col relativo conto…» [7]. Come si evince da una nota del 16 Ottobre del 1921 l’ex Assessore Tomaselli risultava «responsabile delle somme tuttora non versate o meglio di L.9.304…» [8].

Munifici con i contributi per la realizzazione del Monumento furono il Comune (5.000 lire), il Comitato (1.000 lire), il Collegio di Maria (1.000 lire), la Congrega di Carità (900 lire), i Combattenti (600 lire), il Comitato di San Silvestro (500 lire), ed altri [9]. Contributi giunsero anche dai troinesi emigrati in America. Alle difficoltà del pagamento della scultura e a quelle del mancato rispetto dello scadenzario, per le quali Luciano Condorelli ebbe a lamentarsi in più occasioni, si aggiunsero quelle relative alla consegna e quindi alla collocazione dell’opera. Ciò a causa della lentezza con cui procedevano i lavori di sistemazione della Piazza Conte Ruggero.

Troina Monumento ai Caduti, part. (ph. Paolo Giansiracusa)

Troina Monumento ai Caduti, part. (ph. Paolo Giansiracusa)

Il 2 Novembre del 1921 il Comune (era Sindaco Antonino Polizzi) delibera «di aspettare fino all’ampliamento già progettato della Piazza Conte Ruggiero per decidere poi sia per lo spostamento del monumento che per la posa della statua che deve completarlo» [10]. I lavori di ampliamento riguardavano la demolizione del Monastero Benedettino, ubicato accanto all’attuale Palazzo Pretura, dove è oggi esposta la collezione fotografica di Robert Capa. Del vecchio Monastero rimangono solo quattro mensole rinascimentali in pietra bianca atte a reggere il ballatoio del balcone principale dell’edificio. Tre mensole sono conservate nell’atrio del Palazzo Saitta (nelle adiacenze della Chiesa di San Sebastiano), una è stata donata all’Amministrazione Civica per essere collocata nel nascente Lapidarium della Torre Capitania.

«Sorgono poi tre monasteri di donne, ragguardevoli per gli edifici, l’eleganza e la splendida suppellettile. Quel di San Giorgio mart. congiunto alla maggior basilica, sotto gli istituti di s.Benedetto, antichissimo e composto dalla primaria nobiltà; cui fu annesso circa la metà del secolo XIV un altro del medesimo ordine, intitolato a s.Stefano»  ha scritto Vito Amico [11].

Il 9 Novembre del 1921 Luciano Condorelli informa l’Amministrazione che il monumento è pronto e attende indicazioni per trasportarlo [12]. Alcuni giorni dopo lo scultore scrive ancora al Sindaco «sono lieto comunicarle che ho consegnato la statua La Vittoria al Sig. Mariano Graziano il quale dovrà curarne il trasporto; tale statua trovasi a disposizione nel mio laboratorio» [13].

Nonostante le disposizioni del Condorelli la statua e probabilmente le parti in marmo del monumento non giungono a Troina. Lo scultore attende il saldo per potere consegnare l’opera e infatti in una nota degli inizi dell’anno successivo scrive ancora al Sindaco dichiarandosi disponibile a consegnare la statua a condizione di rientrare al più presto delle somme dovute [14].

La vicenda si concluse verosimilmente dopo quest’ultima comunicazione. Lo spazio previsto per la dignitosa collocazione dell’opera non era ancora pronto, si optò pertanto per un posizionamento provvisorio accanto alla Chiesa di San Giorgio, nell’attesa di potere effettuare una sistemazione definitiva.

Nel 1937, il podestà del tempo considerando periferica la collocazione del monumento ne dispose lo spostamento al centro della piazza. Tuttavia i fatti della Seconda guerra mondiale impedirono che il proposito della sistemazione dignitosa del monumento avesse luogo.

L’argomento fu ripreso negli anni cinquanta ma le difficoltà tecniche dello smontaggio impedirono lo spostamento. Con lo svuotamento abitativo del centro storico e con la mancanza dell’occhio vigile dei residenti il monumento cadde in oblìo, giungendo ai nostri giorni con i suoi segni di degrado. 

Troina Monumento ai Caduti, part. (ph. Paolo Giansiracusa)

Troina Monumento ai Caduti, part. (ph. Paolo Giansiracusa)

Un monumento dimenticato

La collocazione periferica, ai margini della Piazza Conte Ruggero, addossato ad una parete alla quale, per non crollare, era agganciato con un’asta di ferro, ha segnato un periodo di abbandono del monumento. Sfregiato dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, scheggiato e rattoppato con deplorevoli impasti di cemento, puntellato sul dorso del bronzo in maniera precaria… era caduto nella zona d’ombra della memoria collettiva. Persino una delle due ali di bronzo, staccatasi chissà in quale occasione, si era perduta e pochi si erano accorti della mancanza. Il basamento privo di solidità strutturale, la stele pericolosamente aperta nelle sue giunzioni, il bronzo rabbrecciato in maniera offensiva, erano prossimi al crollo definitivo. Che fare?

L’Amministrazione Civica presieduta dal Sindaco on. Sebastiano Fabio Venezia nel 2018 ha messo in campo tutte le iniziative necessarie a smontare il monumento, restaurarlo in tutte le sue parti e collocarlo in maniera dignitosa al centro della Piazza Conte Ruggero. A cento anni di distanza dal suo concepimento, in occasione dell’inaugurazione della nuova piazza, il Monumento ai Caduti di Luciano Condorelli è stato riportato alla sua dignità originaria. Ciò grazie alla competenza tecnica e alle capacità professionali del professor Rocco Froiio, Docente Ordinario di Restauro dei Materiali Scultorei all’Accademia di Belle Arti di Catania, che ha diretto i lavori. Per la ricomposizione plastica della Vittoria (rifacimento dell’ala mancante e di altre parti) è stato chiamato a collaborare il professor Lorenzo Basile, Ordinario di Restauro Scultoreo all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Per il restauro dei marmi hanno collaborato i professori Sara Albanese, Luca Mattia Di Bella, Salvatore Giordano e Roberta Tringali. Per la sistemazione in Piazza Conte Ruggero hanno dato il loro sostegno tecnico l’ing. Vladimiro Bonarrigo e l’arch. Alessia Pettinato. Per la fusione dei rifacimenti e per le saldature è stata chiamata a prestare le proprie competenze la Fonderia Ursino di Belpasso.

L’inaugurazione del monumento restaurato e della sua collocazione al centro della Piazza Conte Ruggero ha avuto luogo Domenica 1 Agosto 2021 con la partecipazione e la condivisione di tutta la comunità locale. Al Sindaco Sebastiano Fabio Venezia e allo scrivente è toccato il compito di spiegare alla cittadinanza l’iter dei lavori compiuti.

Luciano Condorelli

Luciano Condorelli

Luciano Condorelli

Luciano Condorelli, scultore particolarmente attivo in Sicilia e a Roma sia negli anni del fascismo che nel primo ventennio della Repubblica, nacque ad Acireale nel 1887.

Il 28 maggio del 1912 sposò Ginevra Bacciarello (Ancona 1890- Acireale 1913), artista formatasi a Roma nella Regia Accademia di Belle Arti (si diplomò nel 1910), dove si erano conosciuti. Dopo il matrimonio si trasferirono in Sicilia, ad Acireale nella casa di Via Currò 13, dove il 9 luglio del 1913 Ginevra fu trovata morta a causa di un colpo di arma da fuoco. La messinscena orientò l’opinione verso il suicidio; tuttavia si trattò di un caso abbastanza inquietante, ciò in considerazione del rapporto non sempre idilliaco tra Luciano e Ginevra.

Il Condorelli fu vicino all’ambiente accademico italiano e si registra la sua presenza all’Accademia di Belle Arti di Brera fino al 1921. A lui si devono numerosi Monumenti ai Caduti realizzati in Sicilia a partire dal 1920. Documentati sono i monumenti di Troina, Belpasso e Ramacca. La ricerca in corso, portata avanti dai Quaderni, confermerà nel tempo che egli, per opere analoghe, fu attivo anche ad Agira, Aidone, Bronte, Centuripe e Nicosia. Per il Sacrario dei Caduti di Catania (gli interventi architettonici, decorativi e scultorei furono conclusi nel 1930) scolpì in marmo bianco statuario il pregevole gruppo del Soldato tra le braccia della Gloria. Sempre a Catania, oltre ai vari interventi nel Cimitero Monumentale (ad esempio la Stele Musmeci), eseguì la lapide commemorativa incastonata nel prospetto principale del Collegio Cutelli (opera del 1926, restaurata nel 2020-21 dal professor Rocco Froiio dell’Accademia di Belle Arti di Catania). La lapide celebra l’eroismo di otto giovani martiri catanesi del 1837; l’iscrizione fu dettata da Federico De Roberto.  Ad Acireale, nel cimitero, si può ammirare uno dei suoi capolavori: la scultura in marmo bianco statuario di Ginevra Bacciarello dormiente (la moglie). A Zafferana Etnea, nella piazza principale, nello scalone scenografico del belvedere comunale, su un robusto piedistallo è poggiato un busto in marmo bianco statuario. Condorelli vi rappresentò Giuseppe Sciuti prendendo spunto da alcune foto che ritraevano il celebre pittore, nativo di Zafferana (1834-1911). Nel 1936 per l’Università degli Studi di Pavia eseguì la statua di Lazzaro Spallanzani collocata su un alto basamento tronco piramidale (l’opera, dopo essere stata spostata dal cortile delle statue dell’Ateneo, è oggi custodita nel giardino di Palazzo Botta). Nel 1938 realizzò ed espose il ritratto di Paolo Thaon di Revel (1859-1948) alla XXI edizione della Biennale di Venezia.  Nel 1951 eseguì il ritratto di Luigi Einaudi (1874-1961). Notevole fu la sua produzione di nudi in marmo e in bronzo. Morì a Roma, dove da tempo teneva un grande laboratorio artistico, nel 1968.

Troina Monumento ai Caduti, part. (ph. Paolo Giansiracusa)

Troina Monumento ai Caduti, part. (ph. Paolo Giansiracusa)

I vari monumenti realizzati in Sicilia e l’impronta stilistica di Luciano Condorelli

A conclusione dei fatti bellici del 1915-18, quasi tutti i comuni della nazione, in ossequio a precise direttive di carattere statale, portarono avanti l’iniziativa di realizzare dei monumenti dedicati ai caduti. Sia i grandi che i piccoli centri, con enorme sacrificio ma con il consenso unanime di tutte le parti politiche e sociali, avviarono le procedure di incarico per la progettazione e l’esecuzione di monumenti commemorativi.

Nella Sicilia centro-orientale uno degli artisti maggiormente impegnati per la realizzazione dei monumenti fu Luciano Condorelli il quale, pressato dalle varie richieste, in breve tempo dovette rispondere a numerose commissioni. Ciò si evince dalle opere eseguite, a partire dal 1920, per vari comuni. Il suo stile è riconoscibile nei monumenti di Agira, Aidone, Belpasso, Bronte, Centuripe, Ramacca e Troina. Lo scultore progettò un archetipo strutturale, decorativo e figurativo basato su tre elementi compositivi: un basamento in marmo bianco e pietra lavica, una stele in marmo bianco statuario con iscrizioni e decori di carattere simbolico, una statua in bronzo generalmente raffigurante una Nike alata munita di spada e scudo. Più articolato è il monumento di Nicosia; anche in esso e in altri dell’entroterra etneo e dell’area ennese si può riconoscere il suo carattere stilistico. Tutti i monumenti in questione sono accomunati dalla mancanza di studi e dall’approssimazione descrittiva (lascia perplessi, in alcuni casi, il riconoscimento di San Michele Arcangelo nella Nike dotata di seni e fianchi prorompenti); per tutti sono carenti la manutenzione, il controllo strutturale e il restauro. Qualche monumento ha addirittura sperimentato il crollo.

L’archetipo messo in campo da Luciano Condorelli dovette trovare ampio consenso tra i componenti dei comitati promotori e delle amministrazioni civiche; infatti l’artista si trovò a dover ripetere, con opportune varianti, la stessa struttura compositiva. Per la parte figurativa eseguita in bronzo immaginò delle vere e proprie repliche, rese originali da alcuni cambiamenti nella gestualità e nell’articolazione dei corpi. Alcune statue sembrano identiche, come se fossero state fuse utilizzando la stessa matrice. Quasi identico a quello di Troina è il bronzo di Agira realizzato nel 1922 per ricordare gli oltre trecento giovani agirini morti durante il conflitto. 

Monumento ai caduti di Nicosia

Monumento ai caduti di Nicosia, 1924

Lievissime varianti rispetto a quello troinese presentano il bronzo del monumento di Aidone e quello del monumento di Belpasso. Addirittura nella stele di marmo bianco di Belpasso lo scultore Condorelli eseguì la stessa palma riposta di Troina. Vicinanza plastico-formale si nota anche con il bronzo di Bronte (eseguito nel 1922) privo dello slancio alare. Esattamente uguale a quello troinese è il bronzo della Vittoria alata di Centuripe; in questo caso sembra davvero che Condorelli abbia fatto fondere due copie dalla stessa matrice.  Alcune varianti, sia nel modellato che nella postura, si notano nel monumento di Ramacca (anche in questo caso, come a Troina, i documenti municipali certificano la realizzazione di Condorelli). La Nike è quasi sempre poggiata su un globo, con la mano destra alza la spada in segno di vittoria, con la sinistra regge lo scudo.

Abbastanza diverso e strutturalmente più complesso è il monumento di Nicosia che, a differenza degli altri, ha due eroi in bronzo “laureati” dalla Nike. Anche in esso tuttavia ci sembra di scorgere lo stile di quegli anni.  

Dialoghi Mediterranei, n. 61, maggio 2023
Note
[1] Archivio Comunale di Troina, Delibera del Consiglio Comunale del 10.4.1919
[2] Archivio Comunale di Troina, Delibera del Consiglio Comunale n.56. Erezione di un Monumento in memoria dei gloriosi caduti in guerra
[3] Archivio Comunale di Troina, Scrittura Privata del 10 Aprile 1920.
[4] Archivio Comunale di Troina, pg.2 della Scrittura Privata del 10.4.1920.
[5]  Archivio Comunale di Troina, Elenco s.d..
[6] Archivio Comunale di Troina, Conti Pro- Monumento Caduti in Guerra, 10 novembre 1921.
[7] Archivio Comunale di Troina, Lettera prot. n.3033 del 20 Settembre 1921, Oggetto: resa conti.
[8] Archivio Comunale di Troina, Nota del messo comunale Domenico Lucchese del 16.10.1921.
[9] Archivio Comunale di Troina, Nota dei Conti dell’8 Ottobre 1921.
[10] Archivio Comunale di Troina, Delibera del 2 Novembre 1021.
[11] Vito Amico, Dizionario Topografico della Sicilia tradotto dal latino e annotato da Gioacchino Di Marzo, Palermo 1856, vol. II: 632). 
[12] Archivio Comunale di Troina, Lettera prot. n. 3845 dell’11.11.1921.
[13] Archivio Comunale di Troina, Lettera del 22 Novembre 2021 di Luciano Condorelli al Sindaco Antonino Polizzi.
[14] Archivio Comunale di Troina, Lettera del 21 Gennaio 1922 di Luciano Condorelli al Sindaco Antonino Polizzi.

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Paolo Giansiracusa, Storico dell’arte, Professore Emerito Ordinario di Storia dell’Arte nelle Accademie di Belle Arti. Già Docente di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Catania. Componente dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, Siracusa-Roma. Direttore del M.A.C.T. Polo Museale d’Arte Moderna e Contemporanea di Troina. Fondatore e Direttore della Rivista Nazionale “Quaderni del Mediterraneo”.

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