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Storia di Angela, una pastora innovativa

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Angela Saba

di Angela Saba

Ho sempre pensato che pastori si nasce e non lo si diventa, forse un domani dovrò ricredermi, ma per ora vivo nella ferma convinzione che questo nobile lavoro tramandato nei secoli abbia un suo perché se pur nelle immense difficoltà continua a stupire e ad attirare. È una “malattia”, è nel DNA, una sorta di imprinting che hai dentro e a volte non lo sai fino a quando prepotentemente si fa spazio nella tua mente e nel tuo cuore.

Tanti anni fa un uomo tutto d’un pezzo prende in mano l’azienda di famiglia, un latifondo in quella terra di Sardegna arcaica e pascoli così ricchi di essenze spontanee. Decide di continuare l’attività che da secoli ha contraddistinto la famiglia, la pastorizia, mette al mondo 11 figli, tra maschi e femmine, dà a tutti loro la possibilità di studiare e loro malgrado, lo fanno; purtroppo ce n’è uno, ribelle all’inverosimile che preferisce le punizioni, tremende, alle imposizioni, tra le punizioni: lasciare la scuola ed andare a fare il pastore con “i servi pastore”.

Il ragazzo diventa un uomo, libertino, prepotente, conosce la più bella donna del paese e riesce a sposarla, lei è abruzzese, trascinata in Sardegna dalla madre vedova e di seconde nozze, contrariamente a lui, istruita, di nobile famiglia, delicata ma forte nel carattere, quella forza che sofferenza, responsabilità, studio ed intelligenza, ti danno e ti forgiano negli anni.

La famiglia così formata mette al mondo i primi 4 figli, un maschio e 3 femmine, ma lui non è soddisfatto, non ama quel lavoro che per anni l’ha costretto a vestire i panni del pastore e svestire quelli di paese di continuo, vuole raggiungere il fratello in Toscana in “continente” dove pare sia tutto più bello e più facile. Siamo negli anni 70, quando muore il padre, eredita un po’ di averi ed insieme a quelli della moglie costretta dalle sue prepotenze a cedere, partono per questa terra così generosa.

Il fratello gli fa avere un lavoro come dipendente, fa un mutuo di 40 lunghi anni e compra una azienda in pianura bellissima, lontana anni luce dai sassi sardi.

22365235_680853438770299_3140080633932809734_nTutto scorre per pochi mesi, ma la responsabilità dei figli piccoli, una moglie “ingombrante”, un lavoro con orari ed imposizioni, lo fanno scappare e tornare verso quel lavoro tanto odiato ma che in realtà l’unico che sa fare e che lo libera dalle catene del dipendente.

Amici compaesani gli regalano qualche pecora, altre arrivano dalla Sardegna e riforma il gregge, insieme a tante pecore arriva anche un altro figlio: sono 5, un solo maschio e 4 femmine che diventano a loro volta maschi e forza lavoro.

La mattina la levata è alle 3, mungere le pecore, velocemente cambiarsi per la scuola, in casa non c’è il riscaldamento, ma c’è mamma, che con amore prova a scaldare tutti lo stesso, ma quando si è piccoli non te ne accorgi, senti solo freddo, dolore e le botte che puntuali arrivano se non scatti al primo “aiò!!!”

Mungere, portare l’acqua agli animali con secchi e bidoni pesantissimi, guardare il gregge, pecore, maiali, galline, mucche, il lavoro non finisce mai, poi la scuola, fieno in presse da ammucchiare, non c’è tempo per ridere, giocare, no, perché lui, diventa un orco e la vita non è più vita ma solo sofferenza, lui rimane Lui e nessuno riuscirà mai più a chiamarlo babbo.

Una sorella nel frattempo muore, la mamma con il dolore della morte copre quello inferto dal marito e Lui in tutta risposta un altro figlio, una femmina, l’ennesima femmina che non serve a niente!

saba-intervista-ad-angela-saba-produzione-formaggioLa vita va avanti ed anche i faticosissimi studi, per poter fare l’Università tanto ambita; qualcuno decide di scappare di casa, una delle femmine prende il coraggio che mai aveva avuto e scappa, va a Pisa e si iscrive all’Università, trova lavoro come baby-sitter in una famiglia benestante e lì rimane, riesce a trovare lavoro anche alla sorella che la raggiunge e finalmente cominciano a vivere.

Angela, così si chiama la ragazza coraggiosa, che in realtà è timidissima, però ama i bambini, ha già cresciuto una sorella, tutti la vogliono per custodire i loro figli e si fa apprezzare ed amare per queste doti, sa disegnare, raccontare favole, conosce a memoria tutte quelle che la sua mamma narrava per calmare gli animi di bimba. Nel frattempo studia e ogni tanto va a casa per aiutare il fratello e stare con la mamma, lui non le parla ma poco a poco, forse la vecchiaia che rende tutti più miti o semplicemente bisognosi, lo fanno riavvicinare in qualche modo a quella figlia, che mai si era ribellata e che alla fine era la sua preferita.

In un clima accettabile, Angela riesce ad apprezzare sempre di più il lavoro in azienda ed il fatto che i colleghi uomini provino profonda stima per lei, così, quel senso di oppressione svanisce e si fa sempre più forte il desiderio di rientrare a casa dalla sua mamma e da suo fratello per dare il proprio contributo. Alla fine lei amava tanto gli animali e la vita di campagna.

saba-intervista-ad-angela-saba-il-suo-formaggioL’Università la libera da tanti preconcetti e le fa aprire la mente, ma proprio alla fine della carriera Universitaria Lui muore, lasciando mille interrogativi, quella che poteva essere una liberazione diventa una sofferenza immane, chissà se mai ha amato la sua famiglia, nel momento in cui poteva diventare un padre, se ne va, prepotentemente la morte arriva senza dare possibilità di affetto. L’ennesimo tradimento di Lui.

La vita continua, le collaborazioni con l’università, innovare è la parola d’ordine, Angela è in continuo fermento e con l’aiuto del fratello e della mamma, mette in piedi un piccolo laboratorio dove nasce il primo pecorino al mondo anticolesterolo. Le sue pecore, i suoi campi non sono più maremma amara ma la fonte di ogni sua singola gioia e soddisfazione, riconoscimenti sudati con grande fatica ed abnegazione, un carattere che mai avrebbe pensato di avere. Il settore Pastorizia diventa tutta la sua vita così come i formaggi che produce, un amore enorme che aveva dentro e non lo sapeva.

E Lui? Lui c’era e c’è, nella mente, nelle ossa, nel carattere, nella forza prepotente e continuerà ad esserci sempre perché sì Lui è mio padre e volente o nolente in qualche modo gli somiglio e quando arriverà il momento, la prima cosa che gli chiederò sarà: “Ci hai mai voluto bene?”.

Dialoghi Mediterranei, n. 42, marzo 2020
Scheda dell’Azienda
Da oltre 40 anni la nostra azienda svolge attività di allevamento ovino per la produzione di latte e formaggi. Tradizione vuole che il benessere animale sia requisito fondamentale per ottenere un prodotto di qualità. Ecco perché da sempre le nostre pecore vivono in piena armonia con l’ambiente che le circonda, una valle a metà strada tra la dolce collina ed il mare. Negli ultimi anni per migliorare ulteriormente la qualità del nostro latte è iniziata una collaborazione con la facoltà di Agraria dell’Università di Pisa, che ci ha guidati in una sperimentazione volta a creare un pecorino in grado di combattere il colesterolo “cattivo”. Tale sperimentazione ha dato risultati sorprendenti, in quanto il semplice connubio tra i nostri pascoli naturali ed una particolare razione a base di semi di lino (ricco di Omega 3), ha fatto in modo che questo prodotto non solo non fa sviluppare il colesterolo ma lo combatte efficacemente (come hanno confermato i medici dell’Ospedale Brotzu di Cagliari, che lo hanno utilizzato su pazienti affetti da tale patologia). Il nostro pecorino, oltre a questo innovativo valore aggiunto, si caratterizza per l’inconfondibile profumo e gusto ottenuti grazie alla sapiente ed attenta lavorazione di una volta. L’azienda ha deciso da poco di introdurre nell’allevamento un piccolo gregge di capre da latte, vista la notevole richiesta di questo salutare alimento. Il formaggio ottenuto dal latte delle nostre capre si caratterizza per sapore e leggerezza, grazie al particolare e spontaneo pascolo di cui si nutrono.

 

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