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Artur Pastor, poeta della luce

Artur Pastor giovane, 1960 ca.

Artur Pastor giovane, 1960 ca.

di Ambra Zambernardi [*]

Ricorreva nel 2022 il centenario dalla nascita di Artur Pastor (1maggio 1922, Alter do Chão – 17 settembre 1999, Lisbona), fotografo portoghese. Queste righe sono un modesto tentativo di ricordo e celebrazione di un gigante, trascurato, della fotografia del Novecento.

I suoi temi furono principalmente il mondo contadino, le attività marittime e il patrimonio architettonico in Portogallo, durante un sessantennio di storia, dagli anni Quaranta agli anni Novanta del secolo scorso.

Vindimas no Douro: fila de homens que carregam os cestos de cachos a caminho do lagar, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART/015481

Vindimas no Douro: fila de homens que carregam os cestos de cachos a caminho do lagar, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART/015481

Nel suo periodo di più intensa attività, le decadi Quaranta, Cinquanta e Sessanta, nel pieno del Estado Novo salazarista e in preparazione alla guerra coloniale portoghese, la fotografia in Europa seguiva soprattutto la corrente umanista e neorealista e l’estetica di Pastor potrebbe definirsi ad un primo sguardo neorealista – anche dopo l’avvento del colore.

Vila do Conde, anni 50/60 (ph. Artur Pastor)

Cruzeiro junto à capela de Nossa Senhora da Guia, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART002814

Nazaré, anni 50 (ph. Artur Pastor)

Pescador a coser a rede de pesca na praia da Nazaré, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART002814

Negli stessi anni i suoi colleghi, tutti nati tra i primi anni Dieci e i primi anni Trenta, Henri Cartier-Bresson, Federico Patellani, Gianni Berengo Gardin, Franco Pinna, Fulvio Roiter, Enzo Sellerio, Nino Migliori, Enrico Pasquali, Tino Petrelli, Ando Gilardi, Rafael Sanz Lobato, Carlos Pérez Siquier, André Martin (solo per citarne alcuni che hanno lavorato in ambito mediterraneo) si accostavano agli stessi temi, ritraendo talvolta analoghi soggetti, ma con intenti linguistici e formali difficilmente assimilabili tra loro.

Sesimbra, 1943-60 (ph. Artur Pastor)

Praia dos Pescadores, lota, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART/001353

. Trabalhos agrícolas e distribuição de água, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART/003421

Trabalhos agrícolas e distribuição de água, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART/003421

.Copejo do atum, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART/005612

.Copejo do atum, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART/005612

Eppure, fin da subito, Pastor fu considerato un artista-fotografo, non un fotoreporter. Già nel 1948 rifletteva sull’importanza della fotografia come “arte del vedere”: «[…] uma Arte mais rápida de exprimir, e mais fácil na sua realização, fiel à realidade, constitui, mais que a pintura ou a escultura, o melhor meio informativo, de que dispomos, pala imagem. Como elemento de propaganda de um determinado povo, dos seus usos, tipos, actividades, etc., a fotografia moderna é firme pilar de civilização actual, aproximando os povos, tornando-os conhecidos entre si, servindo sim, com elevação a nobreza, a divulgação da Humanidade. […] Presentemente […] a imagem cada vez mais substitui a palavra, constituindo uma das características mais marcantes do nosso século. […] no limite preto branco, extorquir beleza, materializar uma ideia, surgida de motivos simples, aparentemente desaparecidos e impessoais, é sem dúvida fazer Arte»[1].

Sesimbra, annii 50/60 (ph. Artur Pastor)

Esforco coletivo, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART015729

Quarteira, anni 40/60 (ph. artur Pastor).

Reparando as redes, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART010479

Cais das Colunas, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART/000843

Cais das Colunas, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART/000843

Genio silenzioso, perfezionista, umile e misconosciuto, non meno talentuoso di Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau o André Kertész, che tuttavia godettero di maggior fama anche perché collaborarono con lo sfavillante mercato editoriale statunitense, Artur Pastor ritraeva un Paese di contrasti e la sua stessa carriera sembra essere stata segnata da sentimenti oscillanti: tra la fotografia e la scrittura, tra un mestiere ordinario e il richiamo artistico, tra la ruralità e la modernità urbana, tra la costa e l’interno del Portogallo.

Banho Santo, São Bartolomeu do Mar, 24 agosto 1953 (ph. Artur Pastor)

Romaria de São Bartolomeu do Mar, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART/002650

Alentejo, anni 50 (ph. Artur Pastor)

Varejo e apanha da azeitona, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART004114

Il suo bianco e nero è di una bellezza folgorante: netto, pulito, composto, nitido, geometrico, poetico, anche quando ritrae qualcosa o qualcuno in movimento. Contiene tutta la ricchezza del documento etnografico, unitamente ad una potenza estetica difficile da ritrovare in altri artisti o fotoreporter.

Alentejo, annie 50 (ph. Artur Pastor).

Apanha de azeitona, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART/004112

Praia da Apúlia, Esposende, 1950-1962 (ph. Artur Pastor).

Moinho de vento na praia de Apúlia, Artur Pastor,PT/AMLSB/ART/011265

La luce abbagliante e implacabile dell’estate ad Albufeira, il trasporto del sale a braccia nelle saline di Faro, i vivaci mercati del Minho, la mattanza epica a Tavira, la raccolta manuale delle olive nell’Alentejo, la semina e la trebbiatura del grano a Bajo, la spiaggia del pesce a Sesimbra, l’attesa del ritorno dei pescatori sulla spiaggia di Nazaré, il rammendo delle enormi reti da pesca a Quarteira, il rituale del banho santo a São Bartolomeu do Mar: Pastor ritraeva i suoi soggetti con affetto, onestà, sensibilità e delicatezza, facendo emergere anche dalle situazioni più umili una dignità e un decoro che li fanno apparire addirittura maestosi.

Tavira, anni 40, (ph. Artur Pastor)

Copeio do atum, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART005605

I suoi soggetti benché forse indigenti, non sembrano mai poveri. Le situazioni che ritrae non lasciano trasparire miseria né sofferenza e, al contempo, nemmeno desiderio di rivolta o di riscatto: né denuncia, né filantropia, né rivoluzione. Benché Pastor sia inevitabilmente un figlio della temperie culturale salazarista, il suo ritrarre lo status quo non è apologia di regime e lui stesso non soccombette mai alla censura.

Armação de Pêra, decadi 50/60 (ph. artur Pastor)

Casa Pitum Keil  do Amaral em Alporchinhos, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART015809

Quello che il resto del mondo affronta in quelle decadi, sembra passare molto lontano dal Portogallo, forse coerentemente con lo slogan isolazionista di regime, “fieramente soli”: «Em Portugal tudo parecia continuar inalterável, discretamente único, e particular comò una utopia que ninguém concebera e poucos teriam desejado – mas persistia na alegre conformidade dos brandos costumes, longe da agitação consumista que afetava os outros. Assim se representava um país a que estas imagens fazem a melhor justiça: vai-se vivendo, vai-se conquistando a vida dia a dia, tudo é belo, único, lírico, e épico de uma só vez» [2]. È probabile che la realtà di quegli anni fosse più complessa e sfaccettata, anche se la sua produzione riflette effettivamente una grande coerenza interna.

(ph. Artur Pastor)

Varinas carregando cestos à  cabeca na praia da Nazaré, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART003224

Faro, 1943-45 (ph. Artur Pastor).

Faina nas salinas, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART/009099

Nel ritrarre attività quotidiane (ma anche paesaggi, architetture, ortaggi, giochi di luci e ombre), Pastor sembra un ricercatore di bellezza e bellezza esprimono i suoi soggetti. Il suo sguardo non indugia sulla loro fatica, non li esotizza e non li proietta in un tempo passato di miseria e marginalità, al contrario sembra trattarli esattamente per quello che sono: suoi concittadini e fratelli, figli di quel Portogallo che lui stesso ama immensamente, a lui perfettamente contemporanei.

Algarve, senza data (ph. Artur Pastor)

Arquitectura, Artur Pastor, PT/AMLSB/ART050675

E questa onestà di sguardo sembra tuttavia inconsapevole, non costruita: Pastor è di umili origini, nato da e cresciuto con agricoltori, non è un intellettuale in senso stretto, non ha studiato arte, né fotografia e tantomeno etnologia. È un tecnico agronomo, poi promosso Ingegnere Agrario Principale dalla Direzione Generale dei Servizi Agricoli di Lisbona, promotore del primo Archivio di Fotografia Agricola del Ministero dell’Agricoltura, che riceverà dal Presidente della Repubblica il Diploma di Ufficiale dell’Ordine del Merito Agricolo e Industriale.

Nazaré, 1950 (ph. Artur Pastor).

Atitude caracteristica, ph. Artur Pastor,PT/AMLSB/ART15914

Il suo approccio alla fotografia è inizialmente amatoriale e autodidatta e comincia con una Rolleiflex 6×6 e con intensi viaggi nel suo paese. Aveva vent’anni e stava ultimando il servizio militare a Tavira, quando realizzò i capolavori dei primi anni Quaranta durante l’acopejo do atum, magnificando per sempre l’iconografia della pesca al tonno in Algarve. Continuò a fotografare il suo Portogallo, urbano e a colori, fino al 1998.

Nel 2002 il suo patrimonio, nella quasi totalità, è stato acquisito agli eredi dal Arquivo Municipal de Lisboa, che nel 2022 insieme all’editore Majericon ha curato il volume Portugal pais de contrastes, che contiene 249 immagini in b/n e una raccolta di testi in Portoghese, Inglese e Francese – anche con l’intento di espandere oltre i confini del Portogallo la produzione artistica e documentaria di questo straordinario autore.

Dialoghi Mediterranei, n. 60, marzo 2023 
[*] Le immagini sono riprodotte per gentile concessione di chi ne detiene i diritti commerciali [Arquivo Municipal de Lisboa/Fotografico] e i diritti morali [eredi Artur Pastor]. https://arquivomunicipal3.cm-lisboa.pt/X-arqWEB/
Note
[1] Pastor A., “A Fotografia É Uma Arte”, in Notícias d’Évora, Évora, 29 agosto 1948.
[2] Bastos C., “O País de Artur Pastor”, in AA.VV., Artur Pastor, Câmara Municipal de Lisboa, Lisboa, 2021. 
Riferimenti bibliografici
Aa. Vv., Artur Pastor, Câmara Municipal de Lisboa, Lisboa, 2021.
Garrido Á, Martins L., Paixão L., Pastor A., Mar Nosso. Fotografia de Artur Pastor, Âncora Editora, Lisboa, 2017.
Pastor A., “A Fotografia É Uma Arte”, in Notícias d’Évora, Évora, 29 agosto 1948.
Pastor A., Algarve, Livraria Portugal, Lisboa, 1965.
Pastor A., Nazaré, Livraria Portugal, Lisboa, 1958.
Pastor A., Portugal pais de contrastes, Majericon e Câmara Municipal de Lisboa, Lisboa, 2022.
Filmografia
Mancini C., Raízes. Fotografia de Artur Pastor musicada por Charlie Mancini, 2020.
Carrilho F., A paisagem de Artur Pastor, Videoteca da Câmara Municipal de Lisboa, Lisboa, 2014

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Ambra Zambernardi, è antropologa e danzatrice. Dopo la laurea specialistica in Antropologia Culturale ed Etnologia, ha conseguito nel 2020 il Dottorato di ricerca in Scienze Antropologiche in co-tutela internazionale presso le Università di Torino e di Siviglia, con un progetto di ricerca etnografica sulle ultime tonnare attive in Mediterraneo. Dal 2020 è titolare di incarico per la didattica integrativa in Antropologia del Mediterraneo e dal 2021 in Antropologia del Genere e della Parentela presso l’Università di Torino. Dal 2021 è docente a contratto titolare del corso di Lineamenti di Antropologia per lo Studio delle Migrazioni presso l’Università del Piemonte Orientale. Lavora come ricercatrice per la Fondazione di Sardegna e ha svolto ricerca sul campo in Medioriente su migrazioni forzate e dislocazioni post-belliche (Giordania, Iraq, Palestina, Israele, Siria) e in Mediterraneo su sistemi e comunità di pesca (Italia, Francia, Spagna). Dal 2014 la sua ricerca scientifica e artistica ha come tema le tonnare fisse del Mediterraneo: il suo progetto Calar tonnara include una monografia foto-etnografica, una mostra fotografica, un laboratorio di danza e uno spettacolo teatrale. Ha esposto le sue fotografie in mostre personali e collettive presso musei sardi (Cittadella di Cagliari, MACC di Calasetta, MuT di Stintino, CineTeatro Cavallera di Carloforte).
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