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Visita al museo Guatelli, 2017

Posted By Comitato di Redazione On 1 gennaio 2022 @ 00:49 In Cultura,Società | No Comments

Out of Rubble, dettaglio. di Cinzia Delneve, Leone Contini, Stoccarda 2017

Out of Rubble, dettaglio. di Cinzia Delneve, Leone Contini, Stoccarda 2017

omaggio a Guatelli

 di Cinzia Delnevo

Sono nata e cresciuta a Noceto in provincia di Parma, a 16 Km da Ozzano Taro e il background della mia famiglia è lo stesso di Ettore Guatelli: quel mondo in rapido dissolvimento di cui la collezione è una sorta di monumento. La cancellazione della cultura contadina si è compiuta nel passaggio inter- generazionale tra mia nonna e me, è per questo motivo che ho voluto visitare il Museo con mia madre e mia nonna. Per quest’ultima l’esperienza è stata intensa: ogni oggetto riportava alla luce ricordi, gesti, abitudini, avvenimenti, persone. Attraverso l’attivazione del suo ricordo sono riuscita a dare un significato alla collezione di Guatelli: quelli che per me sarebbero stati inerti simulacri di un mondo scomparso erano adesso, grazie a lei, cose viventi.

Fieldwork at Monte Scherbelino, di Leone Contini, Stoccarda 2027

Fieldwork at Monte Scherbelino, di Leone Contini, Stoccarda 2027

La visita al museo ha messo in scena il ruolo di mediazione che mia madre ha da sempre giocato tra il mondo di mia nonna e il mio. Dalla video-documentazione della visita emerge un continuo fluttuare, attraverso mia madre, dal dialetto all’italiano – quasi che il dialetto fosse una possibile chiave per accedere al significato degli oggetti.

Ma le discussioni sulla perdita delle abilità manuali, scaturite dalla visita al museo, hanno anche attivato una riflessione immediatamente riferibile alla mia pratica artistica, caratterizzata proprio da un recupero della manualità. Le mie “grafie” tendono inoltre a costruire mondi quasi-organici grazie all’accumulo ricorsivo di innumerevoli “tracce”. Ecco, nella “poetica compositiva” di Guatelli ritrovo due componenti essenziali che plasmano il mio lavoro: la ripetitività e la tensione, quasi ritmica, tra le parti. È infatti dall’accumulo – più o meno compositivo – che prende forma l’opera vivente del museo, che trascende il singolo segno-oggetto. 

Dialoghi Mediterranei, m. 53, gennaio 2022

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Cinzia Delnevo, dopo essersi laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2007, frequenta la specialistica in Arti Visive all’università IUAV di Venezia laureandosi nel 2011. Tra il 2005-2006 frequenta ‘Art Plastique’ all’Università di ‘Paris VIII – University of Vincennes in Paris’. Lavora come artista indipendente sviluppando progetti con vari media, tra i quali fotografia, video, installazione, performance e disegno.  Il suo lavoro è stato esposto presso: Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea, Roma, Project Space Römerstraße, Stuttgart, DE; M-museum, Leuven, Belgio; Schauspiel Stuttgart, Stoccarda, DE; L’Entrepot Gallery, Principality of Monaco, MC; Fruit pop up gallery, Bologna; Jerwood Drawing Prize, Jerwood Space, Londra, UK; Draw to Perform 3, Crows Nest Gallery, Londra, UK. Nel 2018-2019 è stata guest resident presso Akademie Schloss Solitude a Stoccarda.

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