La scrittura, come forma espressiva che utilizza regole, grammatica e sintassi specifiche del proprio linguaggio, si declina nelle diverse finalità a cui mira la comunicazione scritta. Se il fine è la narrazione delle esperienze (vissute, in atto, reali e/o immaginarie) col mondo e nel mondo – il racconto dell’universo e del passaggio al suo interno di esistenze vitali – potremmo ben definire la scrittura, tout court, letteratura.
Intrecci Mediterranei come libro che narra l’esperienza di italiani in Tunisia (e di tunisini con l’Italia), si pone in questo alveo espressivo. Situandosi, altresì, nel bacino d’un mare cartograficamente chiuso, ma aperto a scambi e transiti d’umanità vividi di storia e di attualità cogente, gravida di ineluttabili proiezioni verso il futuro.
Intrecci Mediterranei è un’antologia di racconti brevi di autori diversi (Edizioni Erranti, 2024), curata da Francesca Spinola: raccoglie scritti partecipanti al Concorso Letterario “Intrecci Mediterranei”, indetto nel 2023 con la presidenza onoraria di Maurizio de Giovanni e l’obiettivo di far raccontare le suggestioni generate dal rapporto con la Tunisia di italiani qui residenti. Proposto dalla Libreria Mondadori di Cosenza, dalla CIM (Confederazione degli Italiani nel Mondo) Tunisia e da Edizioni Erranti, ha avuto quali partner – tra gli altri – l’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi e il Comites Tunisia.
Umanità in movimento – come sempre è la storia umana – su rotte che, nel caso di Italia e Tunisia, incrociano sensi di marcia di oggi e di ieri. Tante tracce fenicie, di puniche guerre e vittorie romane, danno segno dell’antica storia tra le due sponde.
Così come il salvifico sbocco africano di scorso ‘800, per patrioti italiani irredenti sfuggiti al regime d’allora. Quegli stessi che spesero bene il proprio intelletto in Tunisia, dando stura a ricchezze di terra e d’impresa coi loro saperi e col loro lavoro, in miscela ai saperi e al lavoro delle genti del luogo.
Tanto da aprire rotte a maestranze e alle braccia italiane che divennero abbracci tra culture diverse. Evolvendo comuni linguaggi ed ambienti che la Tunisi attuale – La Goulette sopra tutti – porta a cifra sua propria. Fino pure a importare i delitti e le pene di un’Italia fascista, come narra il racconto che apre gli intrecci del libro.
Direzioni s’intersecano a vite che solcano i tempi. Meglio dire anche triste temperie. Come quella d’un esodo che, alla fine degli anni cinquanta e poi ancora nei primi sessanta del secolo scorso, spossessa gli stessi italiani ormai italiani di Tunisia. I nipoti di chi trovò asilo il secolo prima della proclamazione dell’indipendenza: storie di anime in viaggio scacciate da chi reclamava il diritto a ridare Tunisia ai Tunisini.
Cosicché gli italiani di Tunisia si accalcano in ponti e cabine di navi adattate allo scopo, lasciando i beni e gli affetti d’una terra che sapevano amica, per tornare alla patria che male li accoglie. E se pure non fu in questo modo per tutti, lo fu – invero – quasi per tutti, di ritorno e di nuovo a rifarsi una vita.
Sicché i figli di quelle famiglie strappati alla lingua, ai costumi, agli ambienti comuni, sedimentano voglie d’incontrare il passato. Altri intrecci del tempo più attuale in cui quei figli ritornano a casa cercando gli odori e i sapori d’infanzia. Sapori e odori nell’aria, narrati nel libro che allaccia anche altri tragitti.
Incroci di rotte e desideri che oggi vedono i flussi opposti di chi affronta il naufragio nel Mediterraneo. Tunisini allo stremo che viaggiano in senso contrario per dal luogo a un altro futuro di vita. L’hanno fatto già tanti negli anni trascorsi approdando in Sicilia, dando un senso al migrare abitando un’Italia isolana comune.
E non solo in Sicilia. Ci son quelli che son stati in Italia a studiare e riportano in patria africana suggestioni ed amori d’Italia. Competenze di un’altra cultura da spendere in patria nell’intimo evolversi della propria natura e del proprio lavoro. Anche questo è narrato negli intrecci sentiti del libro. Che, peraltro, racconta del viaggio ancor più recente di italiani in pensione. In quiescenza, ma vigili a cogliere opportunità d’una terra che – nonostante e in grazia ai trascorsi comuni – continua a essere amica.
E nei fatti descritti si raccoglie stupore e speranza per nuove occasioni di vita. La stessa che mescola umano sentire nel sapido piatto servito alla mensa in cui si cucina sensata scrittura.
Dialoghi Mediterranei, n. 71, gennaio 2025
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Giuseppe Sassano, ha fondato la “Libreria Mondadori” di Cosenza nel 2002 e ne propone le attività per lo sviluppo della lettura e della scrittura. Dal 2023 risiede in Tunisia e ha promosso “Intrecci Mediterranei”, ponte letterario tra Italia e Tunisia, con l’omonima antologia di racconti. Nel 2024 promuove “Tracce Mediterranee”, progetto di scambio tra autori italiani e tunisini.Collabora alla rivista “il filo rosso”, che pubblica diversi suoi scritti e, dal 2023, i suoi “Racconti Tunisini”. Altri racconti e articoli appaiono in diverse ulteriori riviste e raccolte. Ha pubblicato con Infinito edizioni, nel 2011, il romanzo Alias MM (Premio Mediterraneo e Premio Proviero) e, nel 2018, la serie di racconti Senza grazie (Premio Unikairos), che è anche il Book Show, spettacolo teatrale che propone in Italia e all’estero.
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