di Elena Nicolai
La vulgata nei discorsi pubblici ci ripropone, con frequente intermittenza semantica, alcuni termini di cui tendiamo a fidarci, parole che si ritiene inutile dover spiegare [1]. La nettezza dei significati assume sempre più i contorni di un fideistico abbandono a credenze condivise che, per il fatto stesso di essere diffuse e vaste, tautologicamente si definiscono più nelle volontà comunicative di chi le adopera che per le informazioni che veicolano. Tanto più il terreno sembra percorso e nitido, maggiori potrebbero nascondersi insidie antinomiche e inesattezze di significato.
Un caso di studio importante rappresentano gli -ismi contemporanei sul mondo islamico, volendo riecheggiare il famoso testo di Luigi Capuana Gli “ismi” contemporanei: verismo, simbolismo, idealismo, cosmopolitismo ed altri saggi di critica letteraria ed artistica (1898) (cfr. Nicolai 2013): moderni -ismi che sono spesso impiegati dai più e senza raggiungere un accordo sul loro corretto significato.
Che cosa si intende con islamismo, islamizzazione, islamismo politico o radicale, jihadismo, salafismo, solo per citarne alcuni? Sono sinonimi? Sapremmo darne una definizione esaustiva, spiegarne se e in cosa l’islamismo politico differisca dal jihadismo e, per esempio, dal terrorismo islamico? Nell’indagare questi concetti, pur consapevoli che pertengano a tutto il mondo musulmano, il presente contributo si riferirà unicamente al mondo arabo, poiché rappresenta già di per sé un orizzonte molto vasto.
Quali sono le parole, le locuzioni arabe, che queste espressioni italiane rispecchiano o traducono? L’uso vivo dei termini promuove implicazioni di senso nuove: basti pensare a come il sostantivo islamista, in italiano, indichi sia chi è “studioso dell’islam” e anche chi (ma solo in seguito, estensivamente), si renda propugnatore di un islam politico sul calco del francese islamiste usato dai magrebini francofoni (e in Tunisia).
Questo articolo, rinunciando ad ogni pretesa di esaustività e di completezza, si propone dunque di fornire un breve glossario ragionato: trascegliendo solo alcuni dalla congerie di significati ascritti all’islamismo arabo, viene redatta una selezione dei diversi -ismi (e delle locuzioni arabe che essi traducono) che raggruppano movimenti religiosi e politici presenti nei contesti arabi.
È sulla scorta di quanto scrivono Laura Guazzone (2019) e Massimo Campanini (2019) nella raccolta di saggi Storia ed evoluzione dell’islamismo arabo, che è possibile redigere tale breve glossario ragionato dei principali -ismi, cioè dei movimenti islamisti arabi, evidenziando le differenze tra islamismo, jihadismo e salafismo o, ancora, wahabismo.
Metodologicamente, inoltre, sembra non privo di interesse muovere un confronto ed una sintetica analisi della terminologia araba. Restituire le parole al proprio contesto sociolinguistico, infatti, consente di apprezzarne maggiormente le implicazioni di senso, anche in traduzione, e ad impedirne un impiego inerziale e indifferenziato.
La parola islamismo richiama alla dimensione politica e sociale dell’islam sunnita; non è infrequente che l’islamismo sia tirato in ballo in relazione all’islam radicale e di matrice terroristica. La stabilità politica e il fenomeno dell’islam politico nell’area MENA sembrano cruciali negli equilibri geopolitici internazionali: è però un errore interpretare i movimenti islamisti come unicamente arabi e come jihadisti o terroristici alla stregua di al-Qaida o dell’ISIS.
L’islamismo, in generale, è definibile come un’«ideologia islamica contemporanea diffusa in tutto il mondo musulmano» (cioè senza delimitazioni politiche o geografiche, anche se la presente indagine si concentra sui Paesi arabi nell’area MENA), con forti connotazioni anti-sistemiche.
«Se non esiste una definizione univoca e accettata del termine “islamismo”, è tuttavia possibile individuare, tra le tante esistenti, alcune definizioni utili per delineare le caratteristiche generali del fenomeno e dire che l’islamismo è un’ideologia che propugna un’azione riformatrice per l’instaurazione di un sistema islamico (nizam islami) per governare lo Stato e la società nei Paesi musulmani, e che i movimenti islamisti rappresentano l’attivismo sociale e politico collegato a quest’ideologia» (Guazzone (2019: 4).
Distinguiamo programmaticamente, seguendo il già citato studio di Laura Guazzone, alle pp. 7-8, tre diverse accezioni del termine islamismo, sempre legandolo al contesto di indagine “arabo”:
- islamismo come islam politico: si configura come un’ideologia politica, promossa da diversi movimenti islamisti, che postulano una riforma sociopolitica sulla base della legge islamica شريعة (shari‘a) e l’unità della comunità islamica, أمّة (umma) [2]. I Fratelli Musulmani [e le Sorelle Musulmane] rappresentano il movimento islamista più longevo e importante, cui si associano i movimenti definiti freristi (come el-Nahda in Tunisia);
- islamismo come attivismo islamico: da una prospettiva sociologica, si pone l’accento sulla dimensione sociale d’ispirazione religiosa. Per la genesi di questi movimenti ci si richiama agli stress strutturali e culturali delle società arabe e sulla mobilitazione delle masse e soprattutto dei giovani.
- islamismo come politica dell’islam: l’islamismo è qui interpretato come uno dei tanti attori che invocano a sostegno delle proprie rivendicazioni simboli e valori ritenuti dai musulmani come islamici.
Nel dibattito politico e accademico arabo, se il termine islamiyyun è testimoniato per designare gli “islamisti”, per il concetto di “islamismo” si fa di volta in volta riferimento a una terminologia specifica connotata ideologicamente e geograficamente quale:
- islam politico (islam siyasi);
- movimento islamista (haraka islamiyya); questa terminologia è preferita da attivisti e studiosi;
- corrente islamista (tayyar islami), terminologia meno diffusa, impiegata soprattutto in Egitto e nella Penisola araba;
- risveglio islamico (sahwa islamiyya).
Gli islamisti stessi, riferendosi a se stessi, userebbero spesso a partire dagli anni Settanta e ancor prima con i Fratelli Musulmani il termine islamiyyun: non è equivalente a muslimun, musulmani, tutt’altro; il termine ha una connotazione marcatamente, e scopertamente, politica e sociale (cfr. Guazzone 2019: 8).
Dopo le cosiddette Primavere arabe, i movimenti islamisti segnano, nei Paesi arabi, un considerevole arretramento, mentre sempre più accoglienza nell’opinione pubblica trova il salafismo (salafiyya), fenomeno complesso che si richiama ai Pii Antenati e che sembra legato, con il suo rigore intransigente, all’emergere di un diffuso pensiero radicalizzato: i salafiti si riferiscono a se stessi come i veri musulmani. È accertato che nella mentalità salafita coesistono due correnti: per dirla con Campanini, «correnti attiviste ed estremiste che hanno assunto posizioni jihadiste e di lotta armata, sia correnti quietiste e apolitiche che predicano la supina acquiescenza allo status quo» (Campanini, 2019: 38).
Le posizioni salafite poggiano su due cardini: quello dell’utopia retrospettiva (che rimanda ai fondamenti) e dello Stato Islamico (Ibidem: 41); il salafismo si contraddistingue perché contestualizza l’azione politica, non si rifà ad una generica politicizzazione della religione. Non mira a modernizzare l’islam ma, esplicitamente, a islamizzare la modernità; non abbraccia il pragmatismo dei Fratelli musulmani o di Hizbollah, per cui prima della creazione dello Stato Islamico si deve lavorare affinché la società sia matura. Campanini evidenzia tre fisionomie di salafismo moderno (Ibidem: 55):
- i letteralisti: contrari all’impegno politico dei credenti avversari dei Fratelli Musulmani;
- i riformisti, tra cui gli esponenti della sahwa: sostenitori dell’impegno politico, appoggiano i Fratelli Musulmani e sono disposti a contestare lo status quo politico (come la dinastia saudita);
- gli jihadisti: sostengono la necessità della lotta armata sia contro i regimi falsamente musulmani (il nemico cosiddetto “vicino”) sia contro il “nemico lontano” gli occidentali, i sionisti, gli Stati Uniti d’America soprattutto e Israele. Al- Qaida rientra in questa tendenza, così come il gruppo salafita algerino per la predicazione e il combattimento.
Merita di essere menzionato anche il wahabismo, caratterizzato dall’attenzione rigorosa all’ortodossia e quindi all’ortoprassi dell’islam; la più marcata differenza rispetto al salafismo già descritto consiste essenzialmente nel non aver elaborato una coerente teoria politica.
Questa breve disamina terminologica già consente di evidenziare la congerie di accezioni e implicazioni geo-politiche che mobilita la sfera dell’islamismo assieme agli altri -ismi islamici e, conseguentemente, di restituire spessore storico e dinamismo sociologico alle diverse realtà che in esso, e per esso, operano.
La percezione della parola islamismo, negli echi del discorso pubblico, rischia infatti di ridurne il significato ad un mero sinonimo di fondamentalismo, livellando in un blocco monolitico fanatico e astorico le diverse correnti e ideologie che, invece, si muovono al suo interno.
A completamento di questo glossario essenziale, che storicizza la terminologia d’uso corrente che interessa l’ecumene musulmano, valicando certo i ristretti limiti del presente contributo, propongo quindi una breve analisi di un neologismo arabo come corrispettivo arabo di islamismo, con un’accezione e in un contesto, però, marcatamente negativi.
Si tratta di un sostantivo il cui impiego è ben testimoniato nel dibattito politico e nei media arabi (soprattutto egiziani, ma anche tunisini) e apparentemente non appieno valorizzato in quello italiano: al-ta’slum (التأسلم), che potrebbe tradurre l’idea di “islamizzazione” [3] ma con un’accezione ristretta, specifica, relativa all’ambito politico e sociale. Viene difatti frequentemente impiegato per designare l’islamismo politico o l’insieme delle correnti che ideologizzano e politicizzano l’islam nonché in primis quella dei Fratelli Musulmani.
Non è un termine neutro: veicola una critica all’ideologia islamista. Scriveva il politico e intellettuale egiziano, esponente di sinistra, Muhammad Rifa’at al-Sa’īd [4], di preferire questo termine alle espressioni corrente islamica, (tayyar islami, إسلامي تيار per cui al-ta’slum (التأسلم) viene usata «come alternativa a islami»), estremismo o salafismo (quest’ultimo termine, anzi, è totalmente rigettato). Lo distingue dal concetto di estremismo (تطرف) perché «l’estremismo, secondo la definizione del vocabolario, è giungere all’eccesso in un ambito, senza però uscirne», senza valicarne i confini, mentre questa corrente «non porta all’eccesso la religione islamica ma esce dai confini dell’islam».
Il sostantivo correlato muta’slim (مُتأسلِم), diviene sinonimo, con accezione negativa di islamista (islamiyy, إسلامي) che, come si è visto, differisce a sua volta da musulmano, muslim ( مسلم ). Il muta’slim è un musulmano che conferisce all’islam una veste ideologica, cambiando la religione in una ideologia politica che governa il singolo e la società [5] ed aggiungendovi la nota dell’estremismo.
Questi termini sono di difficile resa nella traduzione perché sono anche percepiti o usati come sinonimi di “islamismo politico radicale”, estremista e “islamista radicale”.
Spesso accompagnato dall’aggettivo “politico”, al-ta’slum (التأسلم) muove un’insita critica all’islamizzazione della politica nei Paesi arabi, all’uso strumentale della religione islamica nel gioco politico; e così muta’slim riecheggia l’idea di un eccesso e diventa sinonimo negativo del sostantivo, già menzionato, islamiyy, islamista, mentre ta’slum lo diviene per corrente islamista (tayyar islami) e per l’insieme dei movimenti islamisti. In particolare, sono termini impiegati da attori politici e sociali di sinistra o avversi alle posizioni dei Fratelli Musulmani e dei movimenti freristi.
Sempre Muhammad Rifa’at al-Sa’īd nei suoi libri in cui, fieramente, si opponeva alla strategia politica dei Fratelli Musulmani, glossa al-ta’slum al- siyasi (l’islamismo politico, possiamo tradurre) come «far vestire ad un’ideologia politica o ad un interesse politico l’abito religioso» [6].
Il termine viene dunque associato al gioco politico “dell’islamismo” e, in alcune sedi, all’islamismo radicale e all’estremismo. Un estremismo che rimanderebbe non all’estremizzazione dell’islam sunnita ma ad un’islamizzazione dell’estremismo.
Dialoghi Mediterranei, n. 61, maggio 2023
Note
[1] Cfr. la seguente riflessione di Durkheim (1983) [1985]: 34 : «nous sommes tellement habitués à nous servir de ces mots, qu’il semble inutile de préciser le sens dans lequel nous les prenons».
[2] Cfr. la definizione nell’enciclopedia Treccani, https://www.treccani.it/enciclopedia/umma/ : «Il termine, usato anche in epoca preislamica, con vari significati, da quello religioso a quello politico-ideologico, indicò la prima comunità islamica costituitasi ai tempi del Profeta a Medina, da cui il senso più generale di comunità islamica universale (ummat al-islāmiyya), che comprende cioè tutti i paesi in cui vige la legge islamica. Con la nascita degli Stati-nazione anche nell’area mediorientale, alcuni movimenti politici hanno utilizzato il termine u. per tradurre il concetto di nazione, da cui ummat al-‛arabiyya, «comunità araba», nel senso di nazione araba».
[3] A titolo meramente esemplificativo, si possono consultare le seguenti occorrenze di questo termine sul web:
فشل التأسلم السياسي – YouTube ; «الصراع بين الإسلام والتأسلم» كتاب جديد للدكتور رفعت السعيد | المصري اليوم (almasryalyoum.com)
بوابة الحركات الاسلامية: الصراع بين الإسلام والتأسلم (islamist-movements.com) ; الإسلام لم يتطرف، التطرف تأسلم | الحرة (alhurra.com)
قراءة في مصطلح التأسلم (2) رفعت السعيد ….. – الباحث / منصور ابو شافعي Mansour Aboshafei | فيسبوك (facebook.com).
[4] قراءة في مصطلح… – الباحث / منصور ابو شافعي Mansour Aboshafei | فيسبوك (facebook.com)
[5] Cfr. المسلم والمتأسلم (alarabiya.net)
[6] Cfr. فى ذكرى رحيله.. رفعت السعيد يسارى حارب إرهاب الإخوان – اليوم السابع (youm7.com)
Bibliografia e sitografia
CAMPANINI M. (2019), Salafismo e islamismo nel pensiero politico islamico contemporaneo, in GUAZZONE L. (a c. di), Storia ed evoluzione dell’islamismo arabo, Milano: 35-63.
CAPUANA L., Gli “ismi” contemporanei: verismo, simbolismo, idealismo, cosmopolitismo ed altri saggi di critica letteraria ed artistica, 1898, Gli ismi contemporanei – Liber Liber
DURKHEIM É., Les Règles de la méthode sociologique, Parigi, PUF, 1983 [1985].
GUAZZONE L. (2019), L’islamismo arabo: un’introduzione critica, in GUAZZONE L. (a c. di) Storia ed evoluzione dell’islamismo arabo, Milano: 3-34.
NICOLAI E., Il Mondo nuovo di Tristram: pensieri migranti dal colonialismo, in Amaltea, VIII, n°1, 03_Nicolai_Il nuovo mondo di Tristram (amalteaonline.com)
https://www.treccani.it/enciclopedia/umma/
فشل التأسلم السياسي – YouTube ; «الصراع بين الإسلام والتأسلم» كتاب جديد للدكتور رفعت السعيد | المصري اليوم (almasryalyoum.com)
بوابة الحركات الاسلامية: الصراع بين الإسلام والتأسلم (islamist-movements.com) ; الإسلام لم يتطرف، التطرف تأسلم | الحرة (alhurra.com)
قراءة في مصطلح التأسلم (2) رفعت السعيد ….. – الباحث / منصور ابو شافعي Mansour Aboshafei | فيسبوك (facebook.com).
المسلم والمتأسلم (alarabiya.net)
فى ذكرى رحيله.. رفعت السعيد يسارى حارب إرهاب الإخوان – اليوم السابع (youm7.com)
___________________________________________________________________________
Elena Nicolai, dottoressa di Ricerca in Italianistica e in Filologia Classica, si è poi specializzata in migrazioni e politiche sociali a Ca’ Foscari. Ha pluriennale esperienza nell’ambito della Cooperazione Internazionale in vari Paesi, tra cui Pakistan, Togo, India, Tunisia; ad oggi consulente presso la sede AICS Somalia, Mogadiscio. È docente di Pedagogia Interculturale nel Corso di Specializzazione per le attività di sostegno agli alunni con disabilità (UNINT). Fra i suoi ultimi lavori scientifici ricordiamo: Breviario pakistano: mappe interculturali e prospettive pedagogiche (2022); L’Almagesto arabo: alcune note sulle traduzioni greco-arabe di al-Ḥağğāğ e di Isḥāq ibn Ḥunayn-Ṯābit ibn Qurra, QSA (2018).
______________________________________________________________