di Salvatore Speziale
Un ricordo doveroso e sentito
Appena un mese fa, il 16 marzo 2025, ci lasciava Lucio Villari, da tutti giustamente ricordato come uno degli storici italiani più autorevoli e versatili del secondo XX secolo e del primo XXI secolo. Tenuto conto di come sia difficile ritrarre in poche righe un profilo tanto ricco e riassumere una produzione storiografica tanto complessa e variegata, l’intento di queste pagine è solo quello di ripercorrere alcuni aspetti salienti della sua vita e offrire uno sguardo riconoscente e partecipato allo storico e all’uomo che ha fatto della storia, sia moderna che contemporanea, il fulcro della propria vita non solo accademica.
Nato, a Bagnara Calabra il 26 agosto 1933, fratello dell’altro grande storico Rosario Villari (1925-2017), visse la gioventù in un contesto ricco di stimoli che in qualche modo indirizzarono i suoi studi futuri. Dopo il Liceo classico si laureò in Filosofia presso l’Università degli Studi di Messina per poi perfezionarsi a Napoli all’Istituto Italiano per gli Studi Storici fondato da Benedetto Croce. In questo ambiente di alta formazione, seguito da Federico Chabod, tra i maggiori storici italiani del secolo scorso, e grazie al contatto con grandi maestri come Rosario Romeo e Gaetano Salvemini, Villari sviluppò l’interesse per la storia del pensiero illuminista e per l’analisi delle trasformazioni economico-sociali dell’età moderna al quale andarono ad affiancarsi altri percorsi di ricerca pertinenti alla contemporaneità: il Risorgimento, l’industrializzazione, il capitalismo, le diseguaglianze sociali.
Negli anni Sessanta ottenne la cattedra di Storia contemporanea presso l’Università degli studi di Roma Tre. Da quella sede, dunque, guidò per diversi decenni generazioni di studenti nello studio della modernità e della contemporaneità e delle sue contraddizioni attraverso la sua vivace attività didattica e la sua vasta produzione scientifica. Ad entrambe, Lucio Villari è riuscito sempre ad affiancare una vivace attività di alta divulgazione attraverso vari media (giornalismo, stampa periodica e televisione), e una episodica ma significativa partecipazione al mondo della cinematografia (ne La Terrazza di Ettore Scola, 1980) e del teatro (riduzione, adattamento teatrale e regia delle Lettere persiane di Montesquieu, 1986).
Nel corso della sua vita, Lucio Villari ha pubblicato decine di saggi, articoli e volumi, molti dei quali diventati punti di riferimento per gli studi sulla modernità e sulla contemporaneità. Le sue opere spaziano principalmente, ma non esclusivamente, dal Settecento fino al Novecento, indagando temi come l’Illuminismo, la rivoluzione industriale, il romanticismo, il capitalismo, la crisi delle ideologie e i mutamenti della società occidentale facendo di lui uno storico impegnato sul piano politico ma non per questo irrigidito in schemi interpretativi ideologizzati.
Fra le sue opere più apprezzate alcune vengono qui elencate diacronicamente a partire dal suo primo importante lavoro di storia economica, Il pensiero economico di Antonio Genovesi (1958), dedicato al filosofo napoletano considerato uno dei fondatori dell’economia civile in Italia. Nel volume L’insurrezione di Napoli. 28 aprile 1799 (1962), Villari analizzò invece la breve ma significativa esperienza della Repubblica Napoletana, un episodio che, secondo lui, anticipava le difficoltà che il Mezzogiorno avrebbe incontrato dopo l’Unità. Sempre sul Settecento italiano va annoverato il successivo volume Settecento adieu. Dall’Illuminismo alla rivoluzione (1989), che può essere considerata una profonda e articolata riflessione sulle promesse e i limiti del pensiero illuminista.
Ne Il capitalismo italiano del Novecento (1975) Villari esplorò le trasformazioni economiche e sociali dell’Italia contemporanea, un tema che ritroviamo a distanza di anni in La roulette del capitalismo (1995), un lavoro sulla nascita e lo sviluppo del capitalismo moderno come forza ideologica e di trasformazione sociale. Sono argomenti che, in forma diversa, vengono affrontati nell’opera Romanticismo e tempo dell’industria (1999), un libro innovativo sul rapporto tra sentimenti romantici e trasformazioni dell’economia e della società durante l’Ottocento e in La schiavitù dei moderni (1999) in cui Villari mise sotto la lente dello storico le nuove forme di disuguaglianza nella società contemporanea.
Con Niccolò Machiavelli (2002), Villari ritorna alla Storia moderna con una rilettura attenta e originale del pensiero dell’illustre pensatore fiorentino, tra politica, morale e realismo storico. Mentre L’insonnia del Novecento (2005) è un’opera densa, in cui esplora le tensioni e i fallimenti del secolo che si era appena concluso.
Un ritorno ai temi cari del Risorgimento è Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento (2009), un’analisi approfondita delle luci e delle ombre dell’Unità d’Italia, che mostrano come quel processo storico, pur glorioso, avesse lasciato irrisolte molte questioni, soprattutto nel Meridione.
Tra le opere più recenti si cita infine America amara. Storie e miti a stelle e strisce (2013) in cui Villari rilegge pagine della storia degli Stati Uniti tra passato e presente, identificando i nodi essenziali del suo formarsi come nazione, del suo radicarsi culturalmente nell’Europa, ma anche del suo negarsi ad essa ponendosi come un mondo nuovo. Il libro si sofferma anche sul mutevole rapporto tra l’Italia e gli Stati Uniti che fa sì che l’”America” sia stata vissuta come sogno, come terra promessa ma anche come speranza infranta. Un’America amara, si potrebbe aggiungere, che in qualche modo dobbiamo imparare a conoscere e a riconoscere.
“Portare la storia fuori dall’accademia”
Come Lucio Villari stesso amava ribadire, uno dei suoi intenti da realizzare come intellettuale impegnato era quello di “portare la storia fuori dall’accademia”. In effetti, fin dagli anni Settanta è stato un divulgatore apprezzato dal grande pubblico per via della sua collaborazione con giornali come La Repubblica e Il Corriere della Sera, e per la scrittura di articoli e saggi che si sforzavano di rendere la storia accessibile ai non addetti ai lavori. Si pensi, ad esempio, ai contributi di alta divulgazione scritti per la Storia universale illustrata (Fabbri Editore, dal 1971); ai sette fascicoli sul bicentenario della Rivoluzione francese, 1789-1799. I dieci anni che sconvolsero il mondo, in collaborazione con Giorgio Dell’Arti (Repubblica); agli otto volumi su Il Risorgimento. Storia, documenti, testimonianze, (Gruppo Espresso, 2007); e all’opera Italiani. Storia e storie di un popolo dal 1861 ad oggi (con Corrado Augias, La Repubblica-Espresso-Eri, 2010).
Per quanto concerne il suo rapporto con la televisione, si ricorda che non solo è stato membro del comitato scientifico di programmi RAI come Il tempo e la storia e Passato e presente, ma ha anche partecipato in prima persona come ospite alle trasmissioni in cui la sua voce pacata e il suo modo chiaro e risoluto di narrare gli eventi hanno conquistato il grande pubblico.
Sempre nella cornice della divulgazione della storia, non va dimenticato il contributo offerto insieme al fratello Rosario Villari, negli anni Settanta, per l’edizione di un manuale di storia per le scuole medie, La società nella storia (Sansoni), adottato per decenni in tutta Italia e ritenuto innovativo per l’approccio integrato tra storia politica, sociale ed economica.
Un impegno continuo e un lascito importante
Lucio Villari è stato ed è un esempio invidiabile di attivismo culturale e di longevità intellettuale, basti pensare che al momento della sua improvvisa scomparsa, avvenuta per cause accidentali all’età di 91 anni, la sua agenda era quanto mai densa di progetti e di impegni.
Studioso del pensiero politico ed economico moderno e contemporaneo, Lucio Villari ha unito nella sua lunga carriera rigore accademico, sensibilità civile e una grande capacità divulgativa lasciando un’impronta profonda nella storiografia italiana e nel panorama culturale del Paese. Coniugando rigore analitico e capacità narrativa, ha contribuito a rendere la storia uno strumento di comprensione critica del presente accessibile e affascinante. La sua eredità è quella di un intellettuale che ha saputo pensare il passato come chiave per leggere le crisi e le speranze della contemporaneità.
Questo parziale ma sentito ricordo trova la migliore conclusione nelle parole espresse dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella nel suo discorso di commiato: Sono addolorato per la scomparsa di Lucio Villari, studioso insigne e fine intellettuale, riferimento di generazioni di storici, uomo di grande cultura, capace di coniugare rigore scientifico e passione per la democrazia e la giustizia». Parole che, come quelle espresse dal Presidente in tante altre occasioni, ci sentiamo di far nostre.
Dialoghi Mediterranei, n. 73, maggio 2025
Selezione delle opere di Lucio Villari (Lucio Villari | Open Library)
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Il pensiero economico di Antonio Genovesi, Firenze, Le Monnier, 1958.
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Per una biografia di Luigi Einaudi, Roma, Elsinore, 1963.
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Liberismo e protezionismo. Lezioni di storia economica, Roma, E. De Santis, 1966.
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Storia universale illustrata, XIII, Capitalismo e imperialismo nel mondo occidentale, Milano, Fabbri, 1971.
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Il capitalismo italiano del Novecento, Roma-Bari, Laterza, 1972; 1992.
- La società nella storia. Corso di storia per la scuola media inferiore, con Rosario Villari, 3 voll., Firenze, Sansoni, 1977; 1979; 1980.
- Weimar. Lotte sociali e sistema democratico nella Germania degli anni Venti, a cura di, Bologna, Il Mulino, 1978.
- L’economia della crisi. Il capitalismo dalla “grande depressione” al “crollo” del ’29, Torino, Einaudi, 1980.
- Confini e deserti. Storie del nostro tempo, Brescia, Shakespeare & Company, 1984.
- Settecento adieu. Cultura e politica nell’Europa dei lumi, Milano, Bompiani, 1985.
- Viaggi indifferenti, Milano, Bompiani, 1987.
- Settecento adieu. Dall’illuminismo alla Rivoluzione, Milano, Bompiani, 1989.
- 1789-1799. i dieci anni che sconvolsero il mondo, a cura di Giorgio Dell’Arti, 7 fascicoli, Roma, la Repubblica, 1989.
- Le avventure di un capitano d’industria, Torino, Einaudi, 1991.
- La roulette del capitalismo, Torino, Einaudi, 1995.
- La schiavitù dei moderni. Illuminismo e colonialismo: Raynal e Diderot, Roma, Edizioni associate, 1996.
- La Rivoluzione francese raccontata da Lucio Villari, Roma-Bari, Laterza, 1997; 2000.
- Romanticismo e tempo dell’industria. Letteratura, libertà e macchine nell’Italia dell’Ottocento, Roma, Donzelli, 1999.
- L’insonnia del ’900. Le meteore di un secolo, Torino, Paravia scriptorium, 2000; Milano, Bruno Mondadori, 2002; 2005.
- Niccolò Machiavelli, Casale Monferrato, Piemme, 2000.
- Il Risorgimento. Storia, documenti, testimonianze, a cura di, 8 voll., Roma, Gruppo editoriale L’Espresso, 2007.
- Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento, Roma-Bari, Laterza, 2009.
- Introduzione a La guerra in Sicilia 1943. Storia fotografica, a cura di Ezio Costanzo, Catania, Le Nove Muse, 2009.
- Italiani. Storia e storie di un popolo dal 1861 ad oggi, con Corrado Augias, 12 DVD, Roma, La Repubblica-Espresso-ERI, 2010.
- Notturno italiano. L’esordio inquieto del Novecento, Roma-Bari, Laterza, 2011.
- Machiavelli. Un italiano del Rinascimento, Milano, Mondadori, 2013.
- America amara. Storie e miti a stelle e strisce, Roma, Salerno Editrice, 2013.
- La luna di Fiume. 1919: il complotto, Milano, Guanda, 2019.
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Salvatore Speziale, professore associato di Storia e istituzioni dell’Africa e del Vicino Oriente presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina. I suoi campi di interesse sono le “migrazioni” di uomini, merci, saperi e malattie epidemiche tra le due sponde del Mediterraneo dal XVIII al XX secolo. Su questi temi ha pubblicato diverse monografie e un centinaio di saggi in riviste e opere collettanee italiane e straniere. É, inoltre, membro delle più importanti associazioni di studi del settore.
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