Il film “Here”, diretto da Robert Zemeckis, scritto insieme a Eric Roth, è un esperimento cinematografico e nostalgico che racconta diverse storie di vita americana vissute in un preciso luogo.
Prima di analizzare il film, è fondamentale comprendere l’opera da cui trae ispirazione. Quest’ultima ricade più su una scelta visuale che di narrazione.
“Here” di Richard McGuire è un fumetto sperimentale pubblicato inizialmente su RAW Magazine (rivista fondata da Art Spiegelman e Françoise Mouly) e poi ampliato nel 2014 in un graphic novel completo. Il fumetto è rivoluzionario per la sua narrazione non lineare. Ogni pagina (o tavola) mostra lo stesso angolo di una stanza in epoche diverse, dal passato preistorico ad un futuro lontano, con vignette incastrate come finestre temporali. La stessa cosa accade nella pellicola cinematografica. In cui il tutto viene girato da un unico punto fisso. La storia può essere osservata da questo gran angolo in cui Zemeckis esplora l’eterno fluire del tempo, la transitorietà della vita umana e la persistenza del luogo come testimone silenzioso della storia.
Una principale differenza tra il fumetto e il film è che, se nel primo caso non ci sono veri “personaggi” fissi, ma presenze fugaci che si avvicendano. Zemeckis, invece, introduce una storia d’amore e di famiglia, incentrata sulla coppia interpretata da Tom Hanks e Robin Wright, le cui vite si intrecciano con il mutare del luogo. Questi due personaggi non vi debbono suonare come nuovi. Non per nulla, questi attori hanno anche collaborato in un altro importante film di Robert. “Forrest Gump”. Credo che la collaborazione con questi attori suggerisca la motivazione nel portare a compimento un film del genere: “la nostalgia e i ricordi”.
“Qui”, i ricordi, sono il posto in cui il regista a volte si ritrova in quanto in ogni film il regista stesso non solo crea legami con gli attori e il pubblico, ma lega i suoi ricordi con il cinema americano, introducendo di volta in volta strumentazioni e tecnologie cinematografiche importanti per il mondo del cinema. Inoltre, dato le innumerevoli collaborazioni con questi due artisti, e in particolare con Tom Hanks, credo che quello sia anche il suo punto di confort nostalgico. Credo sia interessante portare alla luce questa chiave di lettura. Dunque, dato che abbiamo parlato di tecnologia, ecco il motivo principale per cui questo film verrà ricordato. Si tratta di un utilizzo di avanguardia tra, trucco teatrale, Volumetric Capture e un’Intelligenza artificiale capace di applicare, in tempo reale, l’invecchiamento o il ringiovanimento degli attori. Per fare ciò è stata fondamentale oltre che l’esperienza di tutta la squadra, anche la creazione di questo software, di intelligenza artificiale, basato su algoritmi di deep learning per modificare volti e ambienti al volo.
Zemeckis ha trasformato il set in un laboratorio: invece di aggiungere effetti in post, ha reso l’IA parte del processo creativo live. Un esperimento che potrebbe cambiare il futuro del cinema, nonostante le imperfezioni. Dal punto di vista narrativo, il film ad ogni modo funziona perché celebra temi universali come la quotidianità e la fragilità umana raccontata in alcuni elementi importanti di storia americana.
Per quanto concerne il quotidiano, gli oggetti raccontano parte della vita dei personaggi, delle loro vittorie e sconfitte. Dopo tutto perché teniamo un oggetto? Perché quello rappresenta il valore di un ricordo per noi. Ad esempio, durante la narrazione, una bambina perderà un nastro blu e al solo nominare di quell’oggetto la mamma della bambina, oramai vecchia, nonostante l’Alzheimer riuscirà a ricordare le tante vicende che hanno reso quel posto un luogo speciale per lei. Oppure, un oggetto del quotidiano può collegare anche due epoche diverse. Così come accade nel caso di una collana. Un gioiello usato come pegno di amore all’interno di una coppia nativo americana, che verrà ritrovata secoli dopo. Un oggetto, inoltre, può essere anche rappresentativo di un’epoca, come la poltrona Lazy Boy, esemplare iconico del Boom economico degni anni 50.
Avvenimenti storici importanti e fragilità vengono raccontati dall’imprevedibilità di un virus. Come la spagnola o il COVID. Un momento storico importante o un momento di fragilità possono essere anche raccontate da un padre che spiega al figlio come sopravvivere a un controllo poliziesco, il regista, infatti, fa dire all’attore: “Mani sul volante, niente movimenti bruschi”. Ovvero gli anni del 2020, 2021 tra pandemia mondiale e il ritorno in auge del movimento Black lives metter.
In conclusione, Zemeckis usa questo luogo come una macchina del tempo emotiva: ogni oggetto (un quadro, una poltrona) è un filo che lega generazioni diverse attraverso le stesse paure (malattie, povertà) e speranze (amore, famiglia). La forza del film sta nel mostrare come, nonostante i progressi tecnologici, le domande essenziali “Cosa rende una vita degna di essere vissuta?” restino le stesse. Anche se il film possa risultare claustrofobico con trame non facilmente interconnesse è un buon esperimento.
Dialoghi Mediterranei, n. 73, maggio 2025
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Bianca Navarra, giovane laureata in Scienze della Comunicazione per I Media e le Istituzioni, specialistica in comunicazione il patrimonio culturale LLO di Erasmus Student Network Palermo.
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