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Da un altro punto di vista
Posted By Comitato di Redazione On 1 maggio 2021 @ 00:01 In Immagini,Società | No Comments
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di Tonino Trovato
Non esiste una sola prospettiva nella vita, non esiste un solo sguardo, non esistono solo uomini e donne capaci di decidere dove andare e potere partire senza difficoltà, perché purtroppo le mete prescelte non sono accessibili a tutti.
Ogni uomo porta con sé un handicap, una mancanza che spesso crea difficoltà relazionale o di mobilità.
Con questo reportage fotografico documentaristico è mio desiderio dar voce a chi questo handicap lo porta nel proprio corpo attraverso una minorità fisica e la limitazione della mobilità motoria. Limitazione che troppo spesso significa rinuncia a vivere ciò che si desidera.
Sono oltre 3 milioni i turisti con disabilità che vorrebbero visitare la Sicilia, ma spesso le nostre città non esprimono al meglio le condizioni per favorire un turismo accessibile.
Se è vero che ogni giorno dalle pagine di un pc possiamo scoprire un mondo che cambia, che migliora lo sguardo sulla disabilità, c’è ancora tuttavia tanta strada da fare soprattutto nella nostra Val di Noto, un territorio che negli ultimi anni ha conosciuto una crescita esponenziale di turisti che apprezzano e ammirano le nostre bellezze architettoniche.
Tutti possono ammirare quanto il nostro territorio mostra? Non proprio. Le splendide chiese, gli antichi palazzi monumentali, spesso tutti questi luoghi se si è fortunati sono visti solamente esternamente senza la possibilità di potere accedere all’interno.
La ricognizione fotografica parte da Scicli come città pilota per scoprire la capacità di accoglienza di una città simbolo della Val di Noto.
Pavimenti sconnessi, parcheggi selvaggi, marciapiedi troppo stretti per consentire il passaggio della sedia a rotelle, carenze di scivoli, bellezze architettoniche non accessibili ed uffici pubblici spesso irraggiungibili. Sono gli ostacoli con cui si vede costretto a fare i conti un disabile, nel tentativo di scavalcare con la sua carrozzina le barriere architettoniche, che sono anche barriere mentali che producono indifferenza ed egoismo.
Da qui l’importanza di una visione del nostro territorio raccontata da un altro punto di vista, da persone che per ragioni diverse non corrispondono al modello del normotipo, avendo qualche minorità e difficoltà motoria. Perché la vita in città non sia un percorso di guerra disseminato di trappole e ostacoli, è necessario assumere una consapevolezza civica, una coscienza etica, una sensibilità alla solidarietà e alla comprensione dei problemi degli altri.
L’identità dei disabili, gli spazi e le dimensioni umane possono mutare con l’utilizzo degli ausili, con l’importante presenza di soluzioni accessibili nel contesto urbano per una mobilità fluida e libera, per assicurare autonomia e sicurezza a quanti hanno di fronte insormontabili barriere architettoniche.
Basta in fondo poco per rendere una città più accessibile per tutti, con gli uffici comunali, gli edifici storici, i luoghi d’arte facilitati negli ingressi e nell’accoglienza. Basta eliminare i gradini di quelle scale che sono invalicabili muri di solitudine e ghettizzazione.
Straordinariamente tenace è la determinazione con la quale i disabili si battono per la difesa dei loro diritti. Nonostante tutto sembrano non voler perdere mai fiducia e pazienza. Accanto a loro ci sono a volte persone che riescono a regalare non solo un sostegno e un aiuto materiale ma anche una vicinanza umana e una speranza.
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