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Un tesoro di carta nascosto a Fes

Posted By Comitato di Redazione On 1 novembre 2016 @ 00:31 In Cultura,Società | 1 Comment

 La biblioteca di Al Qarawiyyin a Fes

La Biblioteca di Al Qarawiyyin a Fes

di  Nassih Redouan

La città di Fez (فاس in arabo),  come racconta un aneddoto e come sostengono alcuni storici che si sono occupati della storia del Marocco, prese il suo nome dal colpo dei picconi che i muratori hanno dato per edificare il primo luogo destinato a diventare la capitale delle quattro dinastie che hanno governato il Marocco: Idrissidi, Marinidi, Wattassidi e Saadii. Molti dei visitatori e dei viaggiatori che si sono recati a Fes si sono resi conto della sua  maestosità e della sua magnanimità soprattutto per la storia millenaria e monumentale come appare graziea alla sua architettura arabo-andalusa. Ci sono anche fra gli storici dell’arte islamica quanti la considerano la Firenze del mondo arabo-musulmano, avendo custodito gelosamente lungo la sua storia il ruolo di città lume dell’Occidente musulmano. Dunque, la città di Fes fu fondata da Idriss I, capostipite degli Idrisidi, e resa importante da suo figlio Idriss II.

La parte vecchia di questa città si chiama Fes il bali (أو القديم فاس البالي”) ed è divisa da un fiume che porta il suo nome in due sponde. La prima sponda aveva accolto i primi andalusi espulsi dalla città di Cordoba in Spagna (un brutto presagio dell’espulsione di tutti i saraceni dall’Andalusia) e nell’altra sponda si sono stanziati i rifugiati che hanno lasciato la città di Kairawan (la odierna Tunisi) in Tunisia. Saranno due donne benevole, venute da Kairawan, Fatima al fihria e sua sorella Mariam a costruire, grazie ad una eredità consistente che lasciò a loro il padre, la prima la moschea a Karaouine e l’altra la moschea degli andalusi. Infatti, la moschea o Jamaa’ di Karaouine  diventerà con il tempo luogo di insegnamento e di istruzione coranica,  non solo per i marocchini ma anche per gli arabi e gli stranieri di varie confessioni di tutto il mondo musulmano che desideravano approfondire i loro studi. Questa moschea si trasformerà col tempo in una grande università internazionale circondata da numerose madrase, una sorta di scuole per l’insegnamento elementare e superiore.

Lo sceicco Al Muntasir Biallah Kattani afferma nel suo libro, Fes, capitale degli Idrisidi, che l’università di Karaouine è ritenuta una delle più antiche università del mondo, prima di Zaituna in Tunisia e di al Azhar in Egitto. E si considera anche più vecchia delle università europee di quasi duecento anni di anticipo, essendo stata fondata nell’859, prima di quella di Salerno in Italia (sorta nell’anno 1050), prima di quella di giurisprudenza di Bologna, prima della Sorbona  di Parigi, di quella di Padova (istituita nell’anno 1222), prima di quella di Oxford (datata 1249), di Cambrige (1284) di Salamanca in Spagna (1243) [1]

 Uno scorcio dei libri della Biblioteca di Fes

Uno scorcio dei libri della Biblioteca di Fes

Nessuno di quelli che hanno avuto la fortuna di visitare la città di Fes e la sua vecchia università Karaouine può negare la profondità e la ricchezza della scienza che vi è conservata, fino al punto che molti studiosi e sapienti (ulema) hanno divulgato il detto secondo il quale la scienza divina è nata a Medina, cresciuta nella Mecca, macinata in Egitto, e alla fine trebbiata a Fes. Alcuni riferiscono che il poeta e visir Lissan Eddine Ibn Ai Khatib abbia scritto una poesia che ricorda lo stesso stile manierista di Ibn Hamdis, il siracusano, descrivendo Fes con questi bellissimi versi : 

Un paese a cui la colomba diede in prestito il suo collare,
e il pavone rivestì del manto delle sue penne.
Par che quei papaveri sian vino e i piazzali delle case siano i bicchieri. [2]

 L’architettura di questa città è una meraviglia e il suo ruolo di diffusione dello scibile umano è davvero immenso tanto che la sua luce ha raggiunto Paesi europei fra cui la Spagna e l’Italia, non meno di alcune città africane come Timbuctu ed altri luoghi in Oriente. Né si dimentichi che dalla stessa città  di Fes è partito in direzione della Sicilia il famoso geografo e cartografo arabo Asharif Al Idrissi per realizzare, su richiesta del re normanno Ruggero II, la prima carta illustrata della terra di tutta la storia dell’umanità. Da questo bendetto luogo sono stati trasmessi i numeri arabi verso l’Occidente cristiano, grazie alla figura del Papa Silvestse II, Gerbert d’Aurillac [3] che aveva frequentato i corsi dell’università di Karaouine. Grazie alla città di Fes e alla sua università, l’Europa ha avuto accesso a molte conoscenze e teorie di grandi intelletti d’Oriente.  È qui che il grande storico e sociologo Ibn Khaldoun ha studiato  e ha insegnato arricchendo il sapere umano. Infatti,  Fes non può che essere paragonata ai tre luoghi sacri dell’Islam: la Mecca, Gerusalemme e Medina, la città del profeta Mohammed, per il suo ruolo di centro di insegnamento e di irradiazione delle scienze coraniche e della dottrina dell’Islam. Molti ulema, ovvero  gli interpreti del credo musulmano, gli unici abilitati a emettere le fatwa (sentenze religiose), hanno studiato a Fes e da qui sono partiti a diffondere il rito malikita in tutta l’Africa subsahariana come il Mali, Niger, Senegal e Costa d’Avorio. Per questo motivo, alcuni considerano Fes una città sacra per il numero straordinario dei santi che giacciono in vari luoghi della città.

«Tra i suoi pregi sono: la presenza di Moulay Idris nel centro [...]; è stata fondata da un membro della famiglia del Profeta [...]; la presenza delle famiglie di Shurafa ‘di una quantità tale che non si trova in nessun’altra città [...]; anche la presenza di persone della scienza di una tale quantità che si dice che Fes fa versare la scienza dal suo centro come fa versare l’acqua delle sue sorgenti [...]; il fatto che si tratta di un luogo di santi e virtuosi in grandi quantità e che i suoi santi sono come dei leoni che altri santi non possono eguagliare [...]; il fatto che si chiama  “zawiya” dagli uomini di Dio [...]; il fatto che i santi si incontrano lì per affari importanti [...]; il fatto che si tratta di un luogo dove si venerano i discendenti del Profeta e i santi più delle altre città; il fatto che non ha mai cessato dalla sua fondazione di essere una dimora della religione, della Sunnah e del consenso della comunità musulmana [...]; il fatto che si tratta di un luogo di benefici e abbondanti benedizioni grazie alla benedizionee all’invocazione del suo fondatore che ha imitato ciò che il suo antenato, il Profeta, ha fatto per Medina, e il nostro Signore Abramo per la Mecca; che sia risparmiata dall’invasione dei nemici miscredenti [..]». [4] 

L’altro gioiello che si trova a Fes è la Biblioteca di Karaouine, considerata una fra le più antiche biblioteche del mondo per essere stata inaugurata ufficialmente nell’anno 750 dell’egira, grazie al sultano Abu Inane Merinide, e anche per il numero consistente di documenti che custodisce gelosamente, e soprattutto per i preziosi manoscritti su diverse materie di studio quali la teologia musulmana, il diritto islamico, la grammatica, la retorica, l’astronomia, la matematica e la medicina. Si possono annoverare nella biblioteca 21.250 libri, 680 riviste, 421 testi stampati con la tecnica della stampa a pietra, e seimila manoscritti inseriti in 2043 dossier archiviati. Si racconta che nell ’anno 1613 si contavano 32mila documenti manoscritti.  Fra questi ci sono quelli originali scritti dagli stessi autori antichi. Come il libro gioiello, Discorso sulla storia universale, scritto su una pelle di gazzella, dal grande storico e sociologo (ante litteram) di origine tunisina, Ibn Khladoun, il quale lo ha donato alla Biblioteca con una sua dedica autografa.

 Interno della Biblioteca di Fes

Interno della Biblioteca di Fes

Si entra alla bilioteca Karaouine da una porta che dà sulla piazza Al saffarin, diventata protetta ed entrata a far parte del patrimonio mondiale dall’UNESCO. L’ingresso alla biblioteca da quella porta dà la possibilità ai diversi lettori che non appartengono al credo musulmano di accedere e consultare i libri senza dover attraversare la moschea-università che in realtà è proibita ai non musulmani.

Si possono annoverare inoltre fra le preziosità di questa Biblioteca alcuni titoli di grandi scrittori del mondo musulmano, come Abu Mosaab Al Azhari (الأزهري مصعب أبو”), autore del Riassunto di Abu Mosaab Al Azhari sui vari riti del credo musulmano malikita, un testo scritto su carta a Cordoba nell’Andalusia, nell’anno 359 dell’egira; un Corano di grande dimensione (“الكبير المصحف”), scritto su pelle di cammello in caratteri cufici ove spiccano i grafemi geometrici, donato dal famoso sultano saudita Ahmed Al Mansur Assaadi nell’anno 1011 dell’egira; una versione del Vangelo in lingua araba con una antica calligrafia andalusa, e la Vita del profeta dell’Islam, Muhammed, elaborata da Abu Ishaq.

Alcuni dei frequentatori di questa biblioteca hanno osservato che l’unica pecca del fondo librario di Karaouine è l’assenza di testi scritti in altre lingue straniere, essendo in arabo la scrittura di questi antichi libri, rari e preziosi, stampati in parte in Europa e in Oriente, in parte a Fes con la tecnica della litografia. Il fondo librario della biblioteca di Al Qaraouine include le tematiche più diverse, dalle esegesi coraniche al diritto islamico, dalla storia alle agiografie dei santi, dal sufismo alla filosofia, dalla medicina all’astronomia. Bisogna precisare inoltre che alcuni manoscritti sono stati realizzati dai loro stessi autori, come è attestato da vari documenti di monarchi e sultani dell’impero del Marocco. Salta spesso agli occhi del lettore la bellezza dei disegni con cui sono stati decorati e impreziositi  la maggior parte dei manoscritti e dei libri donati dai loro proprietari.

Purtroppo molti dei manoscritti sono stati rubati in vari occasioni da potenti delle dinastie che hanno governato il regno del Marocco, in alcuni casi sono stati presi in prestito e mai restituiti alla biblioteca, qualche volta sono andati perduti avendo subìto un grave deterioramento per effetto dell’umidità o dei tarli e, in generale, per la mancanza di una adeguata manutenzione. È giusto ricordare in quest’occasione il dono di un grande storico, Abdelhadi Tazi, che ha lasciato tutta la sua biblioteca che consta di 7mila volumi alla Karaouine.

 La porta della Biblioteca

La porta della Biblioteca

Va infine segnalato che lo spostamento della sede di Fes come capitale a Rabat e l’edificazione del porto di Casablanca da parte del Generale francese Lyautey furono una decisione grave e fatale. Togliere a Fes il suo ruolo di capitale politica, commerciale e scientifica ha segnato la fine di una città fra le più importanti del Marocco. Così il colonialismo francese ha distrutto deliberatamente una regione e ha seppellito la sua storia per crearne un’altra, fatta a immagine e somiglianza dell’Occidente. In realtà, Rabat non ha assunto solo la funzione di capitale del Marocco, ma ha inaugurato una nuova università destinata ad occultare il vecchio ruolo della Qaraouine come storica e unica università.

Recentemente della Biblioteca di Fes hanno scritto i quotidiani e la stampa del mondo occidentale, dando notizia che, dopo quattro anni di chiusura per un laborioso restauro, eseguito a cura dell’architetto marocchina Aziza Chaouni, riapriva finalmente i battenti al pubblico. Il fatto che fosse una donna a dirigere questi lavori di ristrutturazione è sembrato un modo di riprendere in mano il filo della storia di questo monumento, edificato nel IX secolo ad opera di un’altra donna. Si annunciava che la struttura rinnovata che ospita biblioteca, moschea e università avrebbe compreso una nuova sala lettura, un ampio spazio per le conferenze, un laboratorio di restauro dei manoscritti, nuovi uffici amministrativi e una caffetteria. Si è scritto, inoltre, che «la cupola del XII secolo ospiterà mostre permanenti e temporanee». Peccato che ad oggi la Biblioteca è ancora chiusa e inaccessibile a studiosi e turisti.

Dialoghi Mediterranei, n.22, novembre 2016
Note
[1] Kettani, Mohamed Biadallah Al., Fes capitale degli Idrisisi, فاس عاصمة الأدارسة محمد بيد الله الكتاني.
[2] Questi versi sono di Lissan eddine Ibnu Alkkatib, andaluso nato nel 1313 a Loja, vissuto a Granada e morto a Fes 1374. Ma ci sono alcuni che riferiscono che questi versi appartengono a Ibn Labbana, anche lui di Andalusia in Spagna. Altri ritengono che degli stessi versi è autore Ibn Hamdis, il siciliano. La traduzione dei versi è di Andrea Borruso tratta dal suo libro Polvere di diamante.
[3] Tazi, Abdelhadi. Moschea di Al Qaraouiine. s.l. : Dar al kitab al lobnani, 1972. C’è stata una grande polemica se Silvestre II avesse frequentato effettivamente la  moschea di Karaouine o no, ma il nostro storico sostiene che Gerbert d’Aurillac aveva frequentato non solo Fes ma anche l’università di Cordoba.
[4] Ismail, Darras ibn,  Solwat al anfas,  conforto degli animi, (la traduzione è nostra).  

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Nassih Redouan, docente di lingua e letteratura italiane presso la Facoltà di Lettere e Scienze Umane di Casablanca, ha studiato presso l’Università di Bologna – Dipartimento di Italianistica. Specializzato nell’Orientalismo italiano e nella storia degli arabi nel sud dell’Italia, in special modo la Sicilia saracena, ha contribuito alla nascita del secondo Dipartimento di studi italiani a Casablanca dopo quello già esistente a Rabat, la capitale del Marocco. Svolge anche l’attività di traduttore per enti pubblici e privati. Dal 2010 ricopre l’incarico di capo del Dipartimento degli studi italiani presso la Facoltà di Lettere e Scienze Umane di Casablanca.

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