- Dialoghi Mediterranei - http://www.istitutoeuroarabo.it/DM -
Tra fasti e feste. In viaggio nel Mediterraneo (1752-1753)
Posted By Comitato di Redazione On 1 gennaio 2018 @ 00:47 In Cultura,Società | No Comments
di Luigi Lombardo
Presso la Biblioteca Nazionale di La Valletta (Malta) è custodito un quaderno manoscritto [1] in bella grafia sette- centesca, in un italiano abbastanza corretto, sotto forma di diario o giornale di bordo. Si apre senza alcun titolo, con la data di inizio del viaggio: «a dì 23 Giugno 1752». Il quaderno è numerato con tabulazione moderna da carta 1 a carta 45. Si tratta del diario di un viaggio in tre tappe: nella prima la principesca comitiva accompagna donna Maria Felicia Colonna e Salviati, sposa di don Giuseppe Letterio Alliata e Di Giovanni, principe di Buccheri, da Marino e poi da Gaeta per Messina; nella seconda il principe di Paliano e di Castiglione, don Lorenzo Colonna, fratello della sposa e suo accompagnatore, parte da Messina per raggiungere Malta e rendere visita al Gran Maestro; la terza parte è il viaggio di ritorno in patria del principe Colonna. Protagoniste due famiglie dell’altissima aristocrazia di Sicilia e d’Italia: la famiglia Alliata di Sicilia e la notissima famiglia Colonna.
Gli Alliata, principi di Villafranca, Buccheri e tantissimi altri centri feudali siciliani occupano, nel corso del ‘700, un posto preminente nell’alta aristocrazia siciliana delle cariche politiche, in particolare a Messina, dove risiedevano per gran parte dell’anno nel sontuoso palazzo con tutta la numerosa corte. Sposando Marianna Di Giovanni e Morra, Giuseppe Alliata principe di Villafranca, acquistò il titolo di principe di Buccheri. Attraverso l’apparentamento coi Morra e coi Di Giovanni la famiglia Alliata entrò nell’affare della neve, divenendone monopolista in Sicilia [2].
Da Giuseppe Alliata e da Marianna Di Giovanni e Morra nacque Domenico e da questi Giuseppe Letterio (1732-1765) [3], che il 18 marzo 1751 acquistò per donazione della nonna Marianna il nudo titolo di principe di Buccheri. La grande Marianna Alliata conservò per sé gli altri titoli fra cui quello di principessa di Trecastagni [4], dove risiedeva curando gli affari, in particolare, come detto, quello del tutto nuovo e particolare del commercio della neve.
Il principe Giuseppe Letterio Alliata in data 23 Giugno 1752 [5] sposò, secondo la storiografia, a Marino, feudo del Lazio, donna Maria Felicia Colonna Salviati (1731-1771), terzogenita figlia di don Fabrizio, Gran Connestabile del Regno di Napoli, che assegnò alla sposa una dote di 30 mila ducati (10 mila onze!). Il nostro Giornale del viaggio inizia proprio in data 23 Giugno, che è il giorno delle nozze dei principi: probabilmente in questo giorno iniziano già i preparativi del viaggio, poiché gli sposi e la compagnia giungono, per imbarcarsi, a Gaeta la mattina del 25 Giugno.
Giuseppe Letterio morì giovanissimo a Milazzo il 17 marzo 1765. La principessa Felicia Colonna sposò in seconde nozze nel 1769 don Stefano San Martino, figlio secondogenito del duca di Montalbo. La principessa morì a Palermo il 20 Dicembre 1771. A tutti sopravvisse la grande Marianna [6] che fu la vera domina di una vastissima signoria, continuando a gestire con grande spirito imprenditoriale il commercio della neve, vera “signora delle nevi” di Sicilia.
Il principe di Castiglione, don Lorenzo Colonna Salviati, fratello della sposa, figlio di don Fabrizio Colonna principe di Castiglione, in provincia di Catania, nel 1756 si investì del titolo di principe di questa terra. Sposò Marina d’Este di Milano, fu Connestabile del Regno di Napoli, Cavaliere del Toson d’oro, di S. Gennaro e Cavaliere di Malta. Morì a San Casciano (in Toscana) nel 1779. I Colonna si investirono del principato di Castiglione di Sicilia nel 1655, a seguito di matrimonio di Marco Antonio Colonna con Isabella Gioeni Averna, principessa di quella terra. Il viaggio da Gaeta verso la Sicilia inizia effettivamente il 29 Giugno. Accompagnano la principessa Colonna: il principe di Villafranca don Domenico, padre dello sposo, il principe di Castiglione fratello della sposa, il duca Benedetti, il cav. Giuseppe di S. Stefano, il medico personale del Villafranca, il principe di Monfort, e poi musici, lacché, il paggio e il maestro di sala del principe di Castiglione.
Autore del diario è un gentiluomo di corte, facente parte del gruppo di gentiluomini che accompagna sia la principessa Colonna che il principe di Castiglione, don Fabrizio Colonna, a Messina. Egli proseguirà il viaggio col suo signore a Malta. Prendeva nel corso del viaggio degli appunti che poi trascriverà in un quaderno in bella scrittura. Egli è anche l’autore di alcuni sonetti, forse dati alle stampe successivamente: inseriti nel giornale, portano il luogo di stampa e l’imprimatur ecclesiastico. In questi sonetti si firma una volta «Perielitante peloritano accademico», un’altra «Giuseppe Mario Pio Ciampoli». Ma di lui nulla allo stato attuale è dato sapere. Il diario sembra scritto su commissione dello stesso principe Castiglione, come si rileva dal testo (v. c. 1, r. 16-18).
1a TAPPA: da Gaeta a Messina
La navigazione avviene su una nave della Marina reale. Dopo varie peripezie per mare, la nobile compagnia giunge a Messina, dove soggiorna, passando da una “corte” ad un’altra con vari incontri col Viceré, concerti, passeggiate e vari episodi, che gettano uno sguardo sulla vita delle “corti” messinesi a metà del secolo XVIII. Di straordinario rilievo sono le note sulle feste di mezz’agosto in città e la descrizione del rituale del cammello e di Mata e Grifone [7]. A Messina sono continui gli incontri col Vicerè, il duca Eustachio De La Viefuille, che nel 1751 aveva stabilito la sua residenza in Messina. Fu il protagonista della rinascita della città dopo la tremenda pandemia del 1743. Creò la Compagnia del commercio e restaurò il teatro La Munizione, dove si tenevano continuamente spettacoli. Potenziò l’industria serica e la fabbrica delle porcellane, ricordata anche nel Giornale [8]. Rientrò a Palermo nel 1753, dove morì l’anno dopo.
2a TAPPA: da Messina a Malta
Il principe Colonna nel viaggio per mare attraversa il mar Ionio e il canale di Sicilia e giunge a Malta dove riceve onori pari ad un sovrano. Partecipa alla vita della corte del Gran Maestro, che in questo periodo è fra’ Emanuele Pinto de Fonseca (1741-1773) [9]. Da Malta la comitiva rientra a Messina.
3a TAPPA: da Messina a Napoli
Il diario si conclude il 12 febbraio 1753 con l’arrivo nella città partenopea. Il viaggio della principessa Colonna, la sua sosta a Messina e il successivo viaggio del principe di Castiglione a Malta danno l’occasione al diarista di descrivere diversi avvenimenti legati sia alla vita della corte vicereale che alla cultura popolare delle comunità locali. Le feste di corte sono occasioni di incontro della classe dirigente, momenti in cui, attraverso il rigido protocollo, si attua e si rende visibile la gerarchia sociale all’interno della società e in particolare della nobiltà, che si muove intorno alla corte del potere politico. Ogni momento è contrassegnato da spettacoli in musica e rinfreschi vari di gelati e acque fredde (sorbetti).
Attorno a questa corte dorata si muove il popolo, ora a far da cornice ( così nel lancio dei coriandoli d’oro), ora come protagonista di feste e cerimoniali popolari, vivi ancora al giorno d’oggi, come il triduo della festa della Madonna Assunta (13, 14, 15 agosto). Il diarista quando può dà una descrizione di attività lavorative particolari come la lavorazione della porcellana o la caccia al pescespada.
Straordinario il particolare episodio del lancio di coriandoli d’oro e d’argento sulla carrozza della principessa Colonna all’arrivo a Messina:
Magnifici sono i regali alla sposa portati al suo risveglio a Messina:
Il diarista ha modo nel corso della narrazione di soffermarsi sulla festa dell’Assunta, che descrive con dovizia di particolari, sulla pesca al pescespada, e infine sulle condizioni e modalità di un viaggio per mare attraverso il Medi- terraneo, ancora infestato di pirati turchi e corsari cristiani affamati di preda. Il diario è anche, da questo punto di vista, uno straordinario spaccato della cultura materiale e sociale del viaggiare dell’epoca.
Alcuni episodi del viaggio
Un viaggio quello che si dipana nel “Diario” che illustra, con episodi e ricchezza di particolari, anche aspetti della vita quotidiana del tempo, ma soprattutto, come detto, interessanti notazioni folkloriche sulla più importante festa di Messina: la festa dell’Assunta. Ecco dei brevi stralci.
La pesca del pesce spada:
Caffè e limonia gelata:
Una finezza all’uso saracino:
Un ambigù tutto di gelati: [11]
Un copioso rinfresco di gelati:
La festa del cammello:
Mata e Grifone:
«A di 14 detto. La mattina per tempo furono portati avanti il palazzo il gran Gigante, e la Gigantessa sopra due cavalli di smisurata grandezza preceduti da più tamburi, e ciò per ricordanza di Saturno, e Cibele fondatori della città di Messina, a motivo de quali essendosi affacciata l’ecc.ma signora Pricipessa sposa, ebbe occasione di fare sopra si ridicola vista moltissime risate. La sera si portò alla Madre chiesa alli primi vesperi, e di poi in casa alla solita conversazione.
A di 15 detto. La mattina essendo cappella reale nella madre chiesa assistè l’ecc.mo sig. Principe di Castiglione come primo titolo del Regno l’ecc.mo Viceré, che per tale effetto partì di casa in carrozza nobile tirata à quattro cavalli in abito di gran gala conducendo seco nella medesima carrozza il sig. Principe di Sperlinga, il Duca Ruffo, et il sig. Principe di Buccheri, che parimenti in abito di gala corteggiavano l’ecc.mo di Castiglione, che non diede ad alcuno la mano».
La vara dell’Assunta:
«Il doppo pranzo l’ecc.mi Signori non partirono di casa per osservare la machina detta della bara, che passava all’ore 23 per andare alla Madre Chiesa; la machina è d’altezza palmi 54 tirata da omini à petto senza che abbia rote, ma solo due ferri a guisa si slitta, rappresenta la vergine Ss.ma nella bara circondata dagl’apostoli rappresentati da tutti ragazzi vestiti in quilla guisa, sopra la medesima si vide il sole nella punta de raggi del quale vi sono fermate quattro creature vestite da angeli in billico, che al girare che fa il sole sempre quelli restano con il capo in su, e nello stesso nel quale furono posti, d’intorno vi è quantità di nuvole sopra delle quali chi in un atto, e chi nell’altro vi sono quantità d’altri ragazzi parimente vestiti da angeli, quali girando intorno in una specie di spira sembra che innalzino il Padre eterno rappresentato da un giovane di dodici anni, che conduce in Paradiso sopra la pianta della destra mano l’anima di Maria Santissima figurata da una ragazza di anni 7 tutta vestita di bianco; la machina è d’un bellissimo disegno, bene eseguita, ed è una rappresentazione misteriosa degna d’essere veduta. Detta machina si ferma davanti la gran porta della Chiesa Madre, ed ivi si spoglia liberando tutte quelle creature, che per più ore erano state legate da branche di ferro sopra la d.a machina.
L’ecc.mi sposi, e l’eccmo principe di Castiglione si portarono la sera dall’ecc.mo principe di Sperlinga, ove era il sig. Vice Re à godere d’una festa da ballo, che d.o principe di Sperlinga diede a tutta la nobiltà di Messina mediante un preceduto invito d’otto giorni avanti ed ivi l’ecc.ma principessa sposa ballò sessanta minuetti, e diverse contradanze,e alle ore 8 ritornò in casa».
L’albero della cuccagna:
La fabbrica della porcellana:
Il viaggio prosegue per Malta con interessanti notazioni di varia natura sull’isola e soprattutto sui raffinati stili di vita dei Cavalieri “Ierosolomitani”. Una cronaca “dal vivo”, che si colora di notazioni e impressioni lungo un tragitto che allora si faceva per intrecciare relazioni d’affari, culturali e, a volte, solo per semplice “svago”, come facevamo noi giovani studenti a caccia di belle inglesine, prima dell’avvento del severo Dom Mintoff.
Oggi sempre di più quella maltese corrisponde con la rotta della disperazione, di un sogno interrotto, spesso, da ostilità e diffidenza, se non da cieca violenza.
________________________________________________________________
Article printed from Dialoghi Mediterranei: http://www.istitutoeuroarabo.it/DM
URL to article: http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/tra-fasti-e-feste-in-viaggio-nel-mediterraneo-1752-1753/
Click here to print.
Copyright © 2013-2020 Dialoghi Mediterranei. All rights reserved.