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Mediterraneo antirazzista

copertina abbagnato di Giovanni Abbagnato

Per fortuna i segni che attraversano questo nostro tempo difficile non sono solo quelli che arrivano sotto forme di squallide e irresponsabili alleanze di Governatori di diverse Regioni del Nord Italia, per rifiutare un contributo – in taluni casi perfino insignificante sul piano delle cifre – di ospitalità di persone, comunque fuggite da situazioni drammatiche.

Si tratta di una forma di egoismo istituzionale – talvolta anche dai tratti insensati sul piano giuridico – gretta e disumana perché volta a impedire l’organizzazione di una qualche risposta di civiltà e di rispetto all’emergenza umanitaria da parte della nostra comunità nazionale. Un razzismo istituzionale, con riferimenti in gruppi violenti organizzati, finisce col gettare la maschera, manifestando, oltre al più bieco egoismo, la più completa irresponsabilità nel cavalcare l’onda dei tanti disagi delle popolazioni più deboli che questa stessa classe politica ha contribuito a determinare.

In questo senso, lo squallore dei personaggi che danno rappresentanza istituzionale a questo ignobile razzismo – dal contraddittorio ex ministro degli interni Maroni al patetico neo-eletto governatore della Liguria Toti – raggiunge livelli che, se non riferiti ad un fenomeno di straordinaria drammaticità, si potrebbero definire comici per il combinato disposto di incoerenza e bieca semplificazione dei problemi che in politica può anche assumere i caratteri della devastazione.

Dall’altra parte, a completare il quadro già fosco, ci sono le pavide timidezze di un governo-annuncio e, più in generale, l’inadeguatezza e la debolezza di una normativa, imposta da quella stessa classe dirigente che oggi fomenta le piazze verso l’odio razziale.

E, però, cosa esprime la società, oltre all’irrazionale disperazione di fasce deboli delle popolazioni, fuorviate dalla propaganda congiunta di politici spregiudicati e di gruppi xenofobi e neofascisti? Cosa succede nelle nostre piazze e nei nostri quartieri più difficili e degradati? Succede anche Mediterraneo antirazzista, una manifestazione sportiva, artistica e culturale nata nel 2008 a Palermo, che ha come obiettivo la promozione di relazioni interculturali attraverso strumenti semplici ed immediati di coesione come lo sport e la cultura. Il principale scopo è quindi quello di fare sperimentare ai partecipanti occasioni di incontro e di scambio volte all’abbattimento delle barriere fisiche e mentali tra le persone. All’interno del Mediterraneo Antirazzista si tengono tornei sportivi non agonistici, esibizioni artistiche e musicali, vengono organizzate feste interculturali e concerti, dibattiti e momenti informativi, sempre nel segno della lotta al razzismo e della valorizzazione delle diversità, siano esse di provenienza, di genere, di etnia o di abilità.

Il Mediterraneo Antirazzista si articola in diversi interventi modulari tra loro complementari. Una fase centrale della manifestazione si è svolta dal 11 al 14 giugno scorso al Velodromo Paolo Borsellino di Palermo – nel noto quartiere detto dello Zen  – all’interno della quale si sono svolti tornei non agonistici di calcio, basket, rugby, cricket e volley che promuovono il protagonismo di bambine e bambini, ragazze e ragazzi e adulti di ogni età ed etnia, provenienti da parecchi quartiere della città, con il coinvolgimento di tutte le comunità di immigrati del territorio. Ma Mediterraneo Antirazzista è anche un percorso che incrocia molte attività di impegno sociale ed educazione di strada e prevede, prima della manifestazione centrale, l’organizzazione di altri momenti aggregativi, di tipo sportivo e ludico-culturale, nei quartieri più in difficoltà della città.

Durante le gare, comprese le partite di calcio, in conformità con lo spirito non-agonistico della iniziativa, non è presente alcun arbitro ma solo un responsabile di campo che segna il tempo delle gare e, se necessario, facilita la discussione tra gli atleti per la soluzione sul campo di eventuali controversie sull’applicazione del regolamento sportivo. Le manifestazioni sono aperte a tutti, non ci sono costi di partecipazione e l’unica regola è il rispetto dell’altro. Le fasce di età sono quattro: pulcini (8-12 anni); esordienti (13-15), adulti (senza limiti di età), femminile (senza limiti di età). I tornei sportivi sono affiancati da feste interculturali e momenti di intrattenimento culturale che si svolgono in diverse piazze del centro storico e della periferia, normalmente abbandonate e bypassate dalle varie iniziative pubbliche, anche sociali e culturali. La manifestazione ha raggiunto negli anni un livello di coinvolgimento sempre maggiore, fino ad arrivare nel 2014 ad iscrivere 180 squadre per un totale di circa 1800 partecipanti, con un ulteriore e significativo incremento nell’edizione in corso.

foto 1Mediterraneo Antirazzista vuole essere un grande “contenitore” progettato e condiviso da associazioni, gruppi, educatori di strada, agenzie di promozione sociale, senza distinzione alcuna, fatto salvo il rispetto del pluralismo delle idee, dell’orientamento religioso e sessuale e delle diverse abilità, ma con la discriminante irrinunciabile dell’antirazzismo, dell’antifascismo e di ogni pratica o teoria che neghi l’uguaglianza di tutti gli esseri umani e il diritto al comune destino dell’umanità nella libertà e nella giustizia sociale. In altri termini, si realizza un vasto intervento di pratica solidale di base sul territorio in cui ogni soggetto aderente “esce da sé” per andare “verso gli altri”, progettando e sperimentando un modo diverso di vivere le città e affrontare i loro problemi sociali.

Questa vasta progettualità condivisa contiene manifestazioni ludico-sportive e programmi culturali come Mediterraneo Antirazzista on the road, una serie di iniziative di intervento sociale, sportivo e culturale che si svolgono nei quartieri del centro storico e delle periferie di Palermo. Nelle singole piazze si organizzano anche giornate a tema in cui si tengono mini tornei sportivi, esibizioni artistiche e momenti informativi. Lo scopo è quello di creare occasioni di scambio e costituire gemellaggi tra ragazzi e ragazze della stessa città che vivono spesso i propri quartieri di appartenenza in modo totalizzante.

A on the road si affianca Mediterraneo come bene comune che è la parte dell’approfondimento teorico realizzata attraverso incontri nelle scuole, convegni, presentazioni di libri, dibattiti e sport popolari in spazio pubblico. Con on the road si sviluppa un’altra campagna attraverso cui, con azioni di guerrilla gardening (disobbedienza civile per imporre spazi verdi in luoghi degradati) e di sensibilizzazione delle istituzioni, vengono individuate, ripulite e recuperate aree abbandonate al degrado per poi trasformarle in spazi di gioco, attraverso il coinvolgimento degli abitanti dei quartieri stessi.

Dal 2010 sono state realizzate anche delle tappe speciali fuori dalla Sicilia e oggi si può parlare di Mediterranneo antirazzista nazionale con un percorso di manifestazioni – prima e dopo quella di Palermo – che va da Catania, a Napoli, a Roma, a Genova e a Milano, passando per l’importantissima tappa di maggio scorso a Lampedusa. Una Sicilia e un’Italia diversa da quella squallida e disumana che passa per i telegiornali, perché coerente con la storia e i sentimenti di un popolo di emigrati che ha sempre sperimentato le sofferenze dell’integrazione e praticato il rispetto della vita umana come valore imprescindibile.

Dialoghi Mediterranei, n.17, gennaio 2016
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Giovanni Abbagnato, palermitano con esperienza nel sindacato, in movimenti politici di base e nell’associazionismo socio-culturale e antimafioso. Cultore di storia, ha pubblicato, tra l’altro, un libro dedicato al sindacalista Giovanni Orcel, assassinato a Palermo nell’inquieto contesto dei primi decenni del ‘900, e altri saggi su movimenti di lotta in varie epoche ed esperienze di impegno civile.  E’ stato collaboratore nel tempo di varie testate giornalistiche, tra le quali “I Siciliani-giovani”, “A Sud’Europa” e “La Repubblica di Palermo”.

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