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Il prezioso aiuto di Mr. George Gery Milner-Gibson Cullum
Posted By Comitato di Redazione On 1 novembre 2021 @ 01:53 In Cultura,Società | No Comments
di Laura Leto
Quando ho intrapreso la mia ricerca sull’attuale Cimitero degli Inglesi all’Acquasanta – originario Lazzaretto di Palermo – la mancanza di fonti legate soprattutto agli individui ivi inumati mi ha scoraggiata non poco. Si aggiungeva lo stato di desolazione del sito che dell’originaria selva di monumenti, così fitta da non poterci camminare in mezzo [1], ha conservato molto poco. Le risposte pian piano sono emerse, ma un prezioso aiuto è arrivato dallo storico Joseph Jackson Howard (1827-1902) e dalla sua Miscellanea genealogica et heraldica [2]. L’opera è una collana che si poneva il fine di raccogliere tutta una serie di testimonianze di studiosi di genealogia e appassionati, i quali stilavano alberi genealogici corredati da autografi ed emblemi araldici delle famiglie britanniche, trascrivevano alcuni registri parrocchiali, note riportate su bibbie familiari e – nei casi più fortunati – epigrafi dei cimiteri, con l’intento di censire le famiglie britanniche e salvare nomi e casate dall’inevitabile oblio. Le pubblicazioni delle serie, prima mensili e poi trimestrali, si autofinanziavano grazie ad una fitta rete di abbonati e sostenitori. Tutto ciò veniva ribadito nella prefazione di alcuni volumi curati da Howard:
Mi piace pensare che in qualche maniera io stia contribuendo, a distanza di più di un secolo, al nobile intento, accostandomi a quella concezione di ‘ricerca storica’ portata avanti dai fondatori della scuola degli Annales, per i quali «la storia si fa con i documenti scritti, certamente. Quando esistono. Ma […] se non ce ne sono, con tutto ciò che l’ingegnosità dello storico gli consente di utilizzare per produrre il suo miele se gli mancano i fiori consueti» (Febvre 1949: 428).
Howard ha curato le pubblicazioni dal 1866 al 1906 e su ogni volume vengono esplicitati i numerosi titoli che egli ricopriva. La sua formazione fu di tipo giuridico, nel 1847 entrò al Lincoln’s Inn, uno dei più prestigiosi istituti giuridici del mondo. In seguito diventò un Maltravers Herald Extraordinary, ufficiale d’armi d’Inghilterra. Nel 1854 venne eletto Fellow della Society of Antiquaries (F.S.A) con sede a Londra, la quale sin dal XVI secolo ebbe lo scopo di promuovere e incoraggiare lo studio delle antichità e della storia d’Inghilterra. I membri della Società si riunivano per esaminare oggetti, stilare rapporti sul degrado di edifici o siti di valore, discutere di araldica e di genealogia. Dai loro dibattiti scaturivano importanti pubblicazioni. Oltre alla Miscellanea, Howard fu uno dei fondatori della Harleian Society, casa editrice britannica che si dedicava soprattutto all’araldica dell’Inghilterra e del Galles. Inoltre ricoprì il ruolo di co-fondatore ed editore di The Visitation of England and Wales del 1893 e The Visitation of Ireland del 1897. Fu anche uno dei primi collezionisti di ex libris (Venn 1947: 461).
Eppure lo studioso col quale sono più in debito è George Gery Milner-Gibson Cullum, figlio del politico liberale Thomas Milner-Gibson e di Susannah Arethusa Cullum [3]. Egli nacque nel 1857 nella contea dell’Oxfordshire, a sud-est dell’Inghilterra. Nonostante sia conosciuto per la sua carriera di antiquario e collezionista, nel 1888 ricoprì la carica di sceriffo del Suffolk e dal 1913 al 1914 divenne sindaco di Bury St Edmunds, nella medesima contea inglese. Negli anni ha accumulato una grande biblioteca e una vasta collezione di autografi di membri della nobiltà europea, unitamente a papi e presidenti degli Stati Uniti d’America, coprendo un arco di tempo che andava dal XV secolo sino al XX. Nel 1909 donò diverse stampe al British Museum. Era un membro della Walpole Society, promotrice dello studio della storia dell’arte britannica attraverso la pubblicazione di prestigiosi studi, ai quali di certo contribuì il Nostro, come nel caso dell’identificazione e riorganizzazione di ritratti reali stranieri, analizzati nel 1890 [4].
Milner-Gibson Cullum morì nel 1921 scapolo e senza eredi, evidentemente dedicò l’intera esistenza ai suoi studi. In quell’anno si leggeva sul “Times”: «MILNER-GIBSON-CULLUM – On the 21st Nov., at Hardwick House, Bury St. Edmunds, George Gery Milner-Gibson-Cullum, F.S.A., only surviving son of the late Right Honourable Thomas Milner-Gibson, aged 64. Funeral strictly private» [5]. I suoi beni vennero distribuiti nei vari musei del Regno e la sua biblioteca, inizialmente custodita presso la propria residenza di Hardwick Hall, oggi costituisce il fondo omonimo della Biblioteca comunale di Bury St Edmunds, originariamente in Raingate Street. Quest’ultimo consta di quattromila volumi su viaggi, topografia, scienze sociali e politiche, storia naturale, filosofia e genealogia [6].
Come Howard, anche Milner-Gibson Cullum era membro della Society of Antiquaries (F.S.A) e i due collaborarono in diverse occasioni [7], ma una in particolare ha destato il mio interesse. Si tratta del contributo dell’aprile del 1893: English and American inscriptions in the Old Protestant Cemetery, near Palermo, pubblicato sul quinto volume di Miscellanea. Come rivela il titolo, il Collezionista ha trascritto interamente le epigrafi degli inumati di nazionalità inglese e americana presso il Cimitero acattolico all’Acquasanta. Per me è stata una vera e propria rivelazione! Grazie a questo felicissimo contributo ho potuto confrontare le trascrizioni da me faticosamente rilevate – alcune ormai illeggibili, dato lo stato dell’arte dei monumenti – ma soprattutto ho avuto modo di catalogare molti individui dei quali non rimane più testimonianza.
Escludendo i monumenti identificati, ho potuto stilare un elenco di circa trenta soggetti dei quali, sino a questo momento non se ne conosceva l’esistenza. Se ne riportano di seguito i nomi, accompagnati da ulteriori indicazioni sulla loro dipartita e talvolta sulla loro professione. Si sono volutamente esclusi i personaggi già noti a chi ha visitato o abbia mai letto del Cimitero:
In base all’ordine di trascrizione delle epigrafi e alla conoscenza puntuale dei monumenti presenti sul sito [10] ho avuto modo di ipotizzare l’originaria collocazione degli stessi che mi propongo di divulgare al termine dei miei studi. Ciò vale anche per le singole schede dedicate ad ogni individuo che attendono l’attuazione del mio ‘Progetto di tutela e recupero’, concordato con i tecnici del Comune di Palermo, per essere completate.
Come è avvenuto nel caso dell’architetto Henry Dunnage Esquire e del commerciante James Holloway – entrambi citati sul documento – il ritrovamento dei frammenti in situ mi ha permesso di identificare i monumenti o le lapidi di quest’ultimi (vd. Dialoghi Mediterranei n. 47 e 50) e grazie al prezioso aiuto di George Gery Milner-Gibson-Cullum sono certa di poter operare allo stesso modo per altri soggetti, restituendo pari dignità alla loro sepoltura. Dopotutto, come afferma Bloch: «La disposizione e l’arredamento delle tombe possono dire [allo storico] sulle credenze e le sensibilità morte almeno quanto molti scritti» [11].
Non bisogna dimenticare che il Cimitero, seppur definito “degli Inglesi”, ospita monumenti funebri di individui di diversa nazionalità e anche se non era obiettivo degli studiosi esaminati in questa sede ricostruirne l’identità, spero di poter continuare questa “missione” anche per loro [12].
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