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Il dolce carisma di Minette

Con Minette

Con Minette

per minette

di Enrico Pugliese

La scomparsa improvvisa di Maria I. Macioti è avvenuta mentre la studiosa era nel pieno delle sue attività. Aveva da poco tempo terminato – e presentato qualche giorno prima – la terza edizione di un libro su Ernesto Nathan, sindaco di Roma negli anni del primo Novecento ed era impegnata in una serie di iniziative di ricerca, convegni e dibattiti. Aveva in agenda una molteplicità di appuntamenti per l’inizio della settimana successiva secondo l’intenso ritmo di lavoro che la caratterizzava e che non era stato minimamente scalfito dalle difficoltà imposte dalla pandemia.

I campi nei quali si esprimeva la sua vena scientifica e letteraria sono stati moltissimi. Innumerevoli i contributi su temi che l’hanno appassionata nella sua lunga esperienza di lavoro e che hanno dato luogo a testi di rilievo, tra l’altro apprezzabili per la chiarezza e per la bellezza della scrittura.

Se solo ci si sofferma agli ultimi anni si va dai libri sulla questione armena e – legato a questi – il libro sui genocidi del Novecento, alla cura di testi collettivi tra i quali quello sulla figura di Maria Michetti, sua amica e collega nel lavoro di ricerca e di redazione per La Critica Sociologica. Si può continuare citando quello su storie (tragedie) di donne nel ‘900 a quelli sulle migrazioni. Maria I. Macioti inoltre era una persona dotata di grande curiosità e capace di mettere per iscritto in maniera immediata le sue riflessioni. Lo testimoniano l’infinità di articoli, note e commenti sul La Critica Sociologica fin dai primi anni di vita della rivista e con intensità probabilmente ancora maggiore nel periodo più recente. 

Tra i suoi molteplici interessi due erano i campi nei quali si era impegnata in maniera continua producendo contributi quasi sempre fondati su lavoro di campo. Si tratta dello studio delle migrazioni, in particolare della immigrazione straniera in Italia, e delle ricerche su Roma, in particolare sulla realtà sociale e la vita delle periferie.

51z81ij17cl-_sx356_bo1204203200_Il primo tema è quello nel quale mi sono trovato a collaborare con lei per lunghi anni: una collaborazione che non si è mai interrotta e che ci ha visto impegnati anche in questi ultimi anni.  Cominciammo a lavorare insieme all’inizio degli anni novanta per un libro sugli immigrati stranieri in Italia pubblicato da Laterza mettendo insieme le nostre competenze specifiche. Minette – così era nota agli amici – aveva già svolto una importante indagine sulla immigrazione a Roma, una delle prime ricerche di campo sul tema in Italia. Così iniziarono anche le nostre relazioni personali. E su questa collaborazione si fondarono la nostra amicizia, le nostre frequentazioni e la reciproca solidarietà, costanti anche quando non si lavorava insieme.

Ma va ricordato in particolare l’altro suo grande ambito di ricerca dove allo studio si accompagnava – secondo il suo stile – un intenso lavoro sul campo: le ricognizioni su Roma e in particolare sulle periferie, iniziate in anni lontani come collaboratrice di Franco Ferrarotti e riprese di recente anche con un confronto critico con la situazione di oggi in un altro contesto dove l’edilizia popolare ha da tempo sostituito le baracche.

Con Franco Ferrarotti

Con Franco Ferrarotti

Docente carismatica, la Prof. Macioti ha curato moltissimo gli allievi dell’Università e soprattutto dei due master tenuti a cavallo tra gli anni novanta e gli anni del pensionamento. Molte allieve e molti allievi sono stati aiutati direttamente nella loro carriera. E tutti ne ricordano la generosità e la disponibilità. Prova di questo sono stati i numerosi messaggi di cordoglio di amici e allievi che esprimevano affetto e riconoscenza oltre il cordoglio per la perdita di una persona cara. Non a caso la collaborazione con lei nel lavoro scientifico o nel comune impegno per una causa sociale si accompagnava sempre a un rapporto personale.

Mi piace concludere con il ricordo di Minette, serena e benevola, come appariva in occasione del convegno virtuale di presentazione del citato libro su Ernesto Nathan. Si tratta della terza edizione, aggiornata ed estesa come la precedente e come la precedente arricchita da considerazioni rilevanti per la comprensione politica della situazione attuale. Gli aggiornamenti riflettono non solo le nuove conoscenze sulla figura di Nathan e sulla realtà sociale di Roma, ma anche e soprattutto il contributo che ella stessa dava in questo senso con il suo lavoro instancabile di studiosa e ricercatrice militante. 

Dialoghi Mediterranei, n. 51, settembre 2021

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Enrico Pugliese, professore emerito di Sociologia del Lavoro presso la Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione dell’Università di Roma–Sapienza. Ha insegnato per molti anni all’Università di Napoli “Federico II”, dove è stato preside della Facoltà di Sociologia. Dal 2002 al 2009 è stato direttore dell’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali. La sua attività scientifica ha riguardato principalmente l’analisi del funzionamento del mercato del lavoro, con attenzione alla condizione dei soggetti svantaggiati. Si è occupato, inoltre, dei sistemi di welfare e delle politiche social, studiando le problematiche della terza e quarta età e collaborando con istituzioni operanti in questo ambito. Negli ultimi anni si è impegnato soprattutto nello studio dei processi migratori con attenzione da un lato ai movimenti nel Mediterraneo e alle politiche migratorie, dall’altro alla ripresa della emigrazione italiana all’estero. I risultati di quest’ultima ricerca sono stati pubblicati nel 2018 da Il Mulino (Quelli che se ne vanno).

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