Augusto Cavadi si chiede perchè negare che in un Dio «sorgente dell’amore» e «Fondamento dell’essere» ci possa essere “qualcosa che assomigli a una Soggettività, a una Consapevolezza, a una Responsabilità?”. Però poi riconosce che l’ipotesi di un tale Dio Soggetto mal si concilia con l’esistenza del male ingiusto. Ma ci sarebbe da chiedersi come mai nella teologia moderna, pur sollecitata da questa aporia, non trova adeguato spazio l’ipotesi di un Dio soggetto ma “debole” (ne ha parlato Vattimo) o di un Dio malato e/o prigioniero (ne hanno parlato gli gnostici) o di un Dio i cui pezzi frammentati nella creazione, cui accenna Cavadi, sta all’uomo e non a Dio stesso riunire? Penso che la paura di essere contaminati da un poco scientifico antropocentrismo non dovrebbe farci escludere la possibilità che Dio sia sì immanente nella sua creazione ma vi giaccia inerte, latente, come incantato, in attesa di essere risvegliato proprio dagli uomini (è una visione non lontana da quella di Jonas e vicina a certe intuizioni esoteriche).
Ringrazio il signor Pietro Spalla per le ipotesi teologiche che, se non capisco male, vanno “oltre” – e non “contro” – la mia ipotesi di un Dio in qualche misura e in qualche modo Soggetto (Trans)personale.
PS: L’abilità dialettica dell’acuto interlocutore mi fa avanzare un’altra ipotesi, questa volta legata al mondo dell’al di qua: che si tratti di un avvocato per professione e di un esoterista per passione…
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Augusto Cavadi si chiede perchè negare che in un Dio «sorgente dell’amore» e «Fondamento dell’essere» ci possa essere “qualcosa che assomigli a una Soggettività, a una Consapevolezza, a una Responsabilità?”. Però poi riconosce che l’ipotesi di un tale Dio Soggetto mal si concilia con l’esistenza del male ingiusto. Ma ci sarebbe da chiedersi come mai nella teologia moderna, pur sollecitata da questa aporia, non trova adeguato spazio l’ipotesi di un Dio soggetto ma “debole” (ne ha parlato Vattimo) o di un Dio malato e/o prigioniero (ne hanno parlato gli gnostici) o di un Dio i cui pezzi frammentati nella creazione, cui accenna Cavadi, sta all’uomo e non a Dio stesso riunire? Penso che la paura di essere contaminati da un poco scientifico antropocentrismo non dovrebbe farci escludere la possibilità che Dio sia sì immanente nella sua creazione ma vi giaccia inerte, latente, come incantato, in attesa di essere risvegliato proprio dagli uomini (è una visione non lontana da quella di Jonas e vicina a certe intuizioni esoteriche).
Ringrazio il signor Pietro Spalla per le ipotesi teologiche che, se non capisco male, vanno “oltre” – e non “contro” – la mia ipotesi di un Dio in qualche misura e in qualche modo Soggetto (Trans)personale.
PS: L’abilità dialettica dell’acuto interlocutore mi fa avanzare un’altra ipotesi, questa volta legata al mondo dell’al di qua: che si tratti di un avvocato per professione e di un esoterista per passione…