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Antichi e nuovi mestieri a Taipana

Posted By Comitato di Redazione On 1 marzo 2023 @ 02:49 In Cultura,Società | No Comments

Il paese di Prossenico (ph. Angela Zolli)

Il paese di Prossenico (ph. Angela Zolli)

il centro in periferia

di Angela Zolli

Suggestive strade immerse nei boschi portano a Prossenicco, un piccolo paese di confine disposto ad anfiteatro in una verde vallata delle Prealpi Giulie, a soli 2 km dalla Slovenia, in un’area di bilinguismo. Prosnid [1], come le altre frazioni del Comune di Taipana e i piccoli paesi dell’area pedemontana, costituisce una vera e propria sfida per gli Amministratori locali, alle prese con severi processi di spopolamento, l’abbandono dei paesi e il conseguente degrado della montagna. 

In questo articolo le testimonianze materiali e immateriali afferenti agli antichi mestieri si intrecciano con le prospettive e i nuovi modelli di sviluppo proposti dagli Amministratori locali, in un confronto tra generazioni che, senza disconoscere gli elementi di difficoltà, alimenta idee, progetti, collaborazioni.

La casa "nera" (ph. Angela Zolli)

La casa “nera” (ph. Angela Zolli)

Prossenicco è lambito da tre corsi d’acqua, dal Natisone, dal Lerada e dal Namlen, entrambi affluenti del Natisone, e si inserisce in un contesto naturalistico incontaminato caratterizzato da sentieri escursionistici, corsi d’acqua e cascate. La ricostruzione dopo il terremoto del 1976 ha permesso all’antico borgo di mantenere la sua struttura originaria, la Chiesa di San Leonardo è stata ristrutturata, mentre il piccolo museo Testimonianze della civiltà contadina, la Collezione fotografica e la “Casa nera” costituiscono un significativo indicatore di una ricerca di significato, storia e identità. I manufatti di questo piccolo museo costituiscono una raccolta di oggetti conferita dagli abitanti del luogo che in questo modo hanno voluto fare emergere la memoria degli antichi mestieri praticati, boscaioli, fornaciai, carbonai, l’attività della dell’allevamento, della fienagione, della filatura e tessitura della lana e della canapa, delle tradizioni popolari, in particolare il carnevale, il pust.

La cucina nera, situata al pianterreno, senza camino (fonte: Archivio del Comune di Taipana).

La cucina nera, situata al pianterreno, senza camino. Maria Miscoria vi ha vissuto fino al 1990 (fonte: Archivio del Comune di Taipana).

Questo piccolo museo etnografico, privo di curatore e direttore, analogamente a quanto accade in molti piccoli centri [2], ha fatto parte di una rete di valorizzazione del patrimonio culturale che ha coinvolto diversi piccoli musei delle Valli del Torre e del Natisone, Musei Mostre e Momenti, a cura della scrivente, con l’obiettivo di diffondere soprattutto alle famiglie la cultura dei “piccoli centri in periferia”, una rete che ha riscontrato un elevato tasso di partecipazione, a riprova del bisogno di vivere e di far vivere ai ragazzi, le nuove generazioni, esperienze comunitarie significative in ambienti incontaminati a diretto contatto con gli abitanti del paese che diventano protagonisti di visite guidate, laboratori e racconti.

Prossenicco, negli anni Quaranta, secondo le fonti orali contava 800 abitanti, oggi abitano in paese 25 persone [3]. L’economia era basata principalmente sull’allevamento, sull’agricoltura, sul legname dei boschi. Si praticava la fluitazione lungo i corsi d’acqua, c’erano due piccoli mulini per la segheria e i cereali, il burro e il formaggio erano prodotti nella latteria locale, le donne filavano la lana e si coltivava la canapa per la produzione di tessuti. In un’economia di tipo prevalentemente autarchico, era diffusa la tecnica della carbonaia per la vendita o il baratto del carbone, si estraeva l’argilla per la produzione e la vendita dei coppi.

Roncola (lama), denominazione locale: rončeja. Gli uomini la portavano abitualmente la roncola appesa alla cintura con un gancio (denominazione locale: rmpin), valeva il detto di «non tornare mai a mani vuote

Roncola (lama), denominazione locale: rončeja. Gli uomini la portavano abitualmente appesa alla cintura con un gancio (denominazione locale: rmpin).

Il paese era geograficamente isolato, prima della costruzione delle strade era collegato alla pianura e alle altre località da sentieri che venivano percorsi a piedi con pesanti carichi. Appare significativo ricordare che la strada che collega Prossenicco al Ponte Vittorio, sul confine con la Slovenia, fu tracciata durante la Prima guerra mondiale e ultimata dopo il terremoto del 1976 [4].

Gli abitanti del paese sono oggi una piccola comunità, unita e determinata nel trasformare la marginalità causata da fattori geografici, storici e politici in “valore”. Nel 2015 Alba Melissa, pronipote di Angelo Melissa, fondatore nel 1901 dell’antica osteria, ha riaperto il locale, col nome oggi di “Al Centro”, la scuola eretta negli anni Cinquanta è oggi una struttura ricettiva, mentre Alan Cecutti, l’attuale Sindaco del Comune di Taipana, ha fondato nel 2011 l’agriturismo Brez Mej, Senza Confini, nell’ex Caserma della Guardia di Finanza.

Zappino con manico corto, denominazione locale: čempin (XX secolo, prima metà). Era utilizzato nelle attività di esbosco per tirare, girare, alzare e sistemare in catasta i tronchi.

Zappino con manico corto, denominazione locale: čempin  utilizzato nelle attività di esbosco

È in questo contesto che il piccolo museo Testimonianze della civiltà contadina potrebbe, a sua volta, costituire un centro propulsore di cultura alimentando progetti a vantaggio dei suoi abitanti, delle scuole e dei turisti in visita.

Nel 1911 il comune di Taipana ha toccato il suo picco demografico con 3.700 residenti, tuttavia la popolazione presente era pari a 3.084 abitanti, quindi l’emigrazione costituiva fin da allora la risposta ad una pressione demografica eccedente rispetto alle risorse disponibili. I Censimenti Istat successivi registrano il costante processo di spopolamento, nel decennio 1961-1971, in particolare la popolazione residente passa da 2.258 a 1.251 abitanti, registrando un decremento pari a -44,6%, mentre il terremoto del 1976 ha determinato l’ultimo esodo verso la pianura. Nel 2011 si contavano 679 abitanti [5]. 

Usciti dall’isolamento geografico prodotto dall’assenza di strade, eliminato nel 2008 con l’accordo di Schengen il confine tra l’Italia e la Slovenia, anche il rapporto dell’uomo con le risorse del territorio si è nel frattempo modificato.

Andamento della popolazione residente del comune di Taipana
Anno

Popolazione residente

1871

2.638

1881

2.800

1911

3.700

1921

3.597

1931

3.401

1936

3.023

1951

2.841

1961

2.258

1971

1.251

1981

936

1991

777

2001

715

2011

679

Ne deriva che le infrastrutture da sviluppare per affrontare gli attuali problemi di tipo socio-ambientale e culturale sono ora altre e richiedono un intervento di tipo politico, nuovi modelli di sviluppo, progetti di media e lunga durata, idee e programmi spiegati da Alan Cecutti, Sindaco del Comune di Taipana, nella seguente intervista effettuata il 20 maggio 2009. 

AZ: Il comune di Taipana è un comune di confine situato in area Prealpina e come molte altre aree montane, con problemi di spopolamento. Ci sono programmi di sviluppo e, se ci sono, in cosa consistono?
AC: L’Amministrazione è impegnata su più fronti per iniziare a costruire un percorso finalizzato a rallentare lo spopolamento della montagna; si tratta di un percorso difficile perché ci sono molti ostacoli da superare. Dopo il terremoto la popolazione, i giovani soprattutto, si sono insediati in pianura, perché comprensibilmente queste aree dispongono di servizi, ma nelle aree montane i beni immobili sono stati abbandonati creando ulteriori problemi. Attualmente è stato avviato il progetto del Cluster transfrontaliero con l’obiettivo di intervenire su questi problemi e quindi anche sulla perdita della manodopera per la manutenzione del territorio. Il Cluster costituisce un’aggregazione di comuni per avviare futuri progetti, anche europei, cooperando soprattutto con la Slovenia e in futuro con altre realtà, tenendo in considerazione che i problemi della montagna sono diversi: ad esempio nell’area pedemontana i problemi di sviluppo turistico sono maggiori rispetto all’area alpina. I problemi non sono molti, ma sono grossi, quindi questo percorso non si risolve in pochi mesi, in pochi anni, si pensa che con progetti di 5, 10, 15 anni, si possa ridare una visione per ripopolare queste aree.
AZ: Quali sono le opportunità lavorative che il Comune può offrire per mantenere e quindi favorire gli insediamenti?
AC: Una domanda interessante perché ci porta a parlare della progettualità futura, come Amministrazione siamo stati fortunati perché abbiamo firmato l’accordo per portare la fibra sul territorio, con Open Fiber. I lavori partiranno a breve, si svolgeranno tra il 2019 e il 2020, abbiamo cercato di coinvolgere tutto il territorio, nei limiti delle infrastrutture esistenti, Taipana verrebbe coperta al 100%, in buona parte anche le frazioni che si collocano nelle aree più marginali. L’Amministrazione quindi potrà offrire questa possibilità, chi offre servizi, anche on line, potrà svolgere le attività anche a Taipana, non solo in città, in un’area interessante dal punto di vista naturalistico. Poi ci sono altri progetti, come il recupero di antiche attività che inseriti in percorsi innovativi potranno creare posti di lavoro.
AZ: Ci sono problemi storicamente non risolti? Quali sono?
AC: Il problema fondamentale non risolto per il Comune di Taipana, ma penso di poter affermare anche per il Cluster e per gli operatori economici che si vogliono insediare, è la frammentazione del territorio. Chi vuole svolgere attività agricola e agrituristica ha bisogno di una proprietà con un numero minimo di ettari, mentre l’ente che presenta un bando per sistemare un sentiero ad esempio, deve avere il consenso della proprietà confinante con il sentiero. Questi sono problemi importanti che costituiscono un freno allo sviluppo di qualsiasi area, così come in ambito privato la mancata disponibilità di terreni per i giovani che vogliano investire. Quindi l’obiettivo perseguito anche con la Regione Autonoma FVG consiste nel cercare una norma, o nel modificare una norma, che consenta all’ente pubblico di operare e all’operatore privato l’assegnazione di superfici con dei passaggi semplificati, questo per velocizzare gli investimenti e lo sviluppo del territorio.
AZ: Alcune persone forse non sono facilmente rintracciabili a causa dell’emigrazione, sono all’estero, quindi le proprietà non sono gestite, è così?
AC: L’Amministrazione comunale ha attivato due interventi di riqualificazione del territorio con la Legge n.10 del 2010: interveniamo con ordinanza, ripuliamo l’area anche con le persone del posto, lo rendiamo anche bello dal punto di vista paesaggistico. Spesso i proprietari vivono all’estero, non sono facilmente reperibili, non sanno di avere delle proprietà o non sanno più dove sono. In questi casi il Comune può intervenire solo con ordinanza, altrimenti il territorio rimarrebbe in stato di abbandono con problemi anche dal punto di vista della sicurezza, di antincendio o dal punto di vista sanitario, sono aspetti da non sottovalutare, perché finché non succede niente va tutto bene, ma quando ci sono problemi, ci sono anche le responsabilità.
AZ: Lei abita a Prossenicco, una frazione del Comune di Taipana, un paese i cui abitanti praticavano l’allevamento, l’agricoltura, il taglio dei boschi, si estraeva l’argilla per la produzione di coppi, si coltivava la canapa per la produzione di tessuti, si produceva carbone ecc. Secondo lei quali sono gli attuali e i futuri mestieri sostenibili?
AC: L’obiettivo dell’Amministrazione è di riuscire a recuperare gli antichi mestieri inserendoli in un percorso innovativo. A Prossenicco c’era un artigianato locale, la popolazione superava gli 800 abitanti, oggi invece ci sono solo 25 persone. Alcuni materiali interessanti sono tuttora presenti, quindi con le nuove tecnologie si potrebbero ad esempio creare nuove fornaci, attivare dei percorsi di valorizzazione turistico-culturale, creare una progettualità innovativa nell’ambito della bioedilizia. Il recupero degli antichi mestieri potrebbe originare una zona artigianale per la manifattura di piccole produzioni. 

A distanza di quattro anni dall’ultimo incontro con il Sindaco/imprenditore appare interessante capire con una seconda intervista, effettuata il 10 febbraio 2023  presso il comune di Taipana quali sono stati gli obiettivi raggiunti rispetto a quelli programmati. I dati Istat del Censimento della popolazione e delle abitazioni registrano per la prima volta nel 2021 un’inversione di tendenza.  

Andamento della popolazione residente del comune di Taipana
Anno
Popolazione residente
2018
585
2019
563
2020
554
2021
565

 

AZ: Nel 2021 per la prima volta nella storia demografica del comune si registra un’inversione di tendenza con un aumento della popolazione residente. Da cosa derivano questi dati?
AC: In effetti l’andamento della popolazione residente è in equilibrio, in particolare è stabile a Taipana, con un aumento della popolazione residente in due frazioni e un processo di reinsediamento nelle seconde case nelle altre frazioni, si tratta sia di taipanesi emigrati che rientrano per trascorrere dei periodi di vacanza o la vecchiaia, sia di persone provenienti dalla città che hanno scelto il nostro comune per trascorrere i fine settimana con la famiglia.
AZ: Durante gli ultimi anni si sono insediate anche nuove attività economiche?
AC: Con gli aiuti a sostegno della montagna, dopo molti anni, a Taipana c’è nuovamente un negozio di alimentari, nel comune si sono anche insediati un b/b, due attività agricole con b/b, un’associazione sportiva che si occupa di mountain bike e che si occuperà anche della manutenzione della sentieristica e della costruzione di piste ciclabili, con servizio navetta. Ricordo che nel comune sono presenti due medici di base, una farmacia, l’ufficio postale, il centro anziani, la scuola dell’infanzia e la scuola elementare che per i prossimi anni non corre il rischio di chiusura grazie allo sviluppo di programmi anche all’aperto, in un ambiente incontaminato, e alla scuola di musica, arrivano bambini anche da fuori comune.
AZ: Rispetto alla programmazione del 2019 oggetto della precedente intervista, qual è lo stato dell’arte del Cluster e della digitalizzazione?
AC: Il Cluster transfrontaliero, di cui il Comune di Taipana è capofila dei Comuni italiani, con Caporetto a sua volta capofila dei Comuni sloveni, è un progetto che non ha avuto lo sviluppo auspicato in quanto il bando europeo è stato sospeso, ma ha permesso di avviare un tavolo di confronto tra 29 comuni, 25 italiani e 4 sloveni, con gli stessi problemi di spopolamento e marginalità, con la possibilità di svolgere un ruolo di tipo normativo per formulare proposte e modifiche di legge per favorire lo sviluppo di progetti di interesse collettivo. Il testo di sintesi delle analisi effettuate dal Cluster è stato inserito in una candidatura Unesco di cui fa parte anche il Comune di Taipana. Nel frattempo è stata portata a termine la digitalizzazione del 90% del territorio, questo stato di avanzamento favorisce lo sviluppo di un progetto italo/sloveno per aumentare l’occupazione nelle aree svantaggiate con il recupero di aree abbandonate per creare piccoli centri di comunità con uffici. Si tratta di un progetto pilota, per favorire l’insediamento dei giovani, prendendo a modello quanto avviene in altri Paesi, come in Svizzera e in Norvegia. Infine con fondi regionali sarà finanziato un villaggio turistico di alta qualità per rafforzare l’attrattività transfrontaliera.
AZ: È di questi giorni la notizia sui quotidiani della sua candidatura alle elezioni in Consiglio regionale, cosa comporta questa novità per questo piccolo Comune?
A.C.: È stata una decisione sofferta, nel frattempo le Valli del Torre e del Natisone, di cui il Comune di Taipana fa parte, sono state riconosciute come quarta area interna in Friuli Venezia Giulia. Se sarò eletto dovrò presentare le dimissioni da Sindaco, avrei dovuto essere il responsabile dell’area interna, quindi dovrò lavorare sull’eredità da trasmettere, restando vicino al Comune. Sto già lavorando sull’eventuale riprogrammazione delle attività, ritengo anche che sia importante continuare il percorso intrapreso in ambito regionale. 
Dialoghi Mediterranei, m. 60, marzo 2023
Note
[1] In friulano è “Prosseni(c), Prossenis”, in dialetto locale è “Prosnid”, mentre la sua attestazione più antica è del 1170, quando Ulrico di Attimis donò al patriarca la villa di Prossenicco, riporta il termine “Prosernich”. L’origine del nome proviene dallo sloveno “proso=miglio”. Del Bene C., La toponomastica della Val Cornappo, in Taipana: gente storia cultura, Tavagnacco, Comune di Taipana, Arti Grafiche Friulane, 2002.
[2] Clemente P., L’Itala gente dalle molte vite: piccoli paesi e musei, in Rossi E. (a cura di), Tra musei e patrimonio. Prospettive demoetnoantropologiche nel nuovo millennio, Quaderni di antropologia museale, Palermo, Edizioni Museo Pasqualino, 2021: 95-100.
[3] Questi dati ricorrono frequentemente nelle conversazioni con gli abitanti del paese. Nel 1941 il Censimento Istat della popolazione non è stato effettuato, quindi i dati non sono disponibili. Secondo il IX Censimento generale della popolazione Istat gli abitanti residenti a Prossenicco nel 1951 erano 524.
[4] Cfr. Fabretti B. (a cura di), Prossenicco: storia e racconti di un paese di confine, Udine, Pro Loco Amici di Prossenicco, Designgraf, 2006. Si tratta di una pubblicazione realizzata dalla Pro Loco Amici di Prossenicco, costituisce un importante resoconto etnografico.
[5] Elaborazione su dati Istat, Censimenti della popolazione e delle abitazioni.

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Angela Zolli, laureata in Economia e Commercio all’Università di Trieste, ha lavorato in importanti aziende per poi intraprendere un lavoro autonomo nell’ambito delle Scienze sociali. Laureata in Antropologia Culturale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha fondato Lab REA, il Laboratorio di Ricerca Economica e Antropologica, successivamente ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Sociologia e Antropologia all’Università Lumière Lyon 2 di Lione. Autrice di saggi e pubblicazioni, ha pubblicato il libro nella Collana Etnografie diretta da Glauco Sanga, è curatrice della Collana di Quaderni di Ricerca Lab REA, di mostre e documentari. I suoi ambiti di specializzazione sono l’antropologia economica, i processi di trasformazione socioeconomica, industrializzazione/deindustrializzazione, il patrimonio industriale.

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